
Quanto sia difficile e faticoso dover cambiare costantemente la propria percezione della realtà è noto a noi tutti
Il conosciutissimo Principio di inerzia che impone ad ogni corpo materiale di mantenere il proprio stato di quiete o di moto, fino all’azione di una nuova forza, agisce anche sulla nostra psiche, costringendoci alla cristallizzazione delle nostre abitudini e dei nostri pensieri.
Non vi è nulla di più faticoso che dover cambiare idea.
Un lavoro su noi stessi che ci obbliga ad uscire dalla zona di confort delle consolanti certezze che accarezzano la nostra vita.
Ancora oggi, rivolgendo gli occhi al cielo, dobbiamo ragionare sul fatto che sia la Terra a ruotare intorno al Sole… sfidando un’evidenza che vorrebbe convincerci del contrario.
Alcune persone, fortunatamente poche, non comprendono come sia possibile immaginare che gli abitanti del cosiddetto Sud del mondo non cadano verso il “basso”… finendo inghiottiti dal nulla cosmico.. e trovano più confortevole l’immagine di una Terra piatta…
La teoria della Relatività, proposta da Albert Einstein, ha dimostrato che massa ed energia sono solo due facce della medesima medaglia, due aspetti della Fisica che possono trasformarsi l’uno nell’altro. Einstein ha inoltre dimostrato che lo spazio si può deformare vicino ad una grande massa e che anche il tempo può rallentare fino quasi a fermarsi nei pressi del bordo di un Buco nero.
La Fisica Quantistica sembra aver dato il colpo di grazia alle nostre più consolidate certezze, proponendo un mondo NON deterministico, dove gli eventi possono o non possono accadere…
Il Fisico e inventore italiano Federico Faggin e il prof Giacomo D’Ariano hanno da qualche tempo introdotto nel loro modello di Realtà, la teoria QIP (Quantum Information-based Panpsychism), i concetti di Coscienza e Libero arbitrio, posizionandoli accanto a quelli più noti e condivisi dagli altri scienziati, di Spazio-Tempo e Massa-Energia.
Lo scienziato propone, nei suoi due libri pubblicati da Mondadori “Silicio” e “Irriducibile”, la preesistenza della Coscienza e del Libero arbitrio alla nascita dell’universo, documentando la teoria con ipotesi che riprendono considerazioni tratte dalla Fisica quantistica, che si scontrano con le più familiari deduzioni deterministiche della Fisica classica.
Nei suoi testi Faggin affronta con grande determinazione il tema dell’Intelligenza Artificiale, sottolineandone indubbi vantaggi e potenziali pericoli.
Noi siamo da un lato spaventati dall’idea di dover cambiare opinione sugli aspetti di una realtà sempre più fluida, dall’altro osserviamo come molte persone si dichiarino affascinate dalle promesse di quell’Intelligenza Artificiale, che è, in realtà, solamente l’intelligenza naturale di coloro che programmano le macchine.
In questo secondo caso non prevalgono solo la curiosità o le aspettative offerte dalla novità della tecnologia d’avanguardia, subentra anche una forma di pigrizia cronica che spinge a delegare ogni azione a macchine e sistemi complessi che riducano la fatica fisica, e soprattutto la necessità di usare il proprio cervello per pensare, immaginare o anche solo comprendere che tutto ha un prezzo. Un costo che dovremo corrispondere a qualcuno che in questo momento, con la scusa di renderci più comoda la vita, ci sta manipolando a proprio piacimento.
L’Intelligenza Artificiale, nella forma attuale, può essere controllata e gestita con un minimo d’attenzione, non sappiamo cosa accadrà in futuro.
Si tratta del vecchio e mai risolto problema delle scoperte tecnologiche che agli ingenui appaiono come miracoli ricevuti dal Cielo, mentre alle persone più attente come specchi per le allodole che nascondono pericoli imprevedibili.
Alcuni banali esempi?
- L’energia nucleare, probabilmente nata come fonte alternativa d’energia è diventata ancora prima l’anima nera degli ordigni più devastanti mai creati dall’uomo.
Per quanto possa sembrare pleonastico, dobbiamo ribadire che non esiste una linea etica, condivisa da tutti, che sia applicabile alle scoperte tecnologiche.
Ovviamente non possiamo chiudere gli occhi di fronte ai pericoli potenziali creati da Organismi che hanno come unico scopo quello di far crescere il proprio potere o il proprio capitale, “a qualunque costo…”.
- L’industria della genetica applicata all’agricoltura, per fare un altro esempio, da un lato rende alcune piante più resistenti alle malattie e più rapide nella crescita, dall’altro seleziona esemplari sterili che non possono più essere seminati dal contadino, il quale dovrà sempre acquistare le nuove piante dall’azienda madre.
Altre tecniche prevedono l’utilizzo di batteri per introdurre i geni nel nucleo delle cellule vegetali e si basano sulla capacità di un batterio, l’Agrobacterium tumefaciens, di trasferire parte del proprio patrimonio genetico alle piante che infetta.
Perché dobbiamo modificare con tali tecniche il patrimonio genetico dei vegetali? L’obiettivo è introdurre attraverso geni prelevati da altri organismi, nuove facoltà, come la resistenza a virus e parassiti e agli erbicidi usati contro le piante infestanti.
Tuttavia esiste sempre un cosiddetto rovescio della medaglia.
Basterebbe solo l’idea di pensare che sulle nostre tavole potrebbero presto comparire parmigiane di melanzane transgeniche o patate fritte geneticamente modificate per creare, nella migliore delle ipotesi, un forte senso di inquietudine. Nessuno può garantire, nel breve tempo, che gli organismi geneticamente modificati (Ogm) destinati al consumo umano non abbiano effetti negativi sulla salute. Ricordiamo che nel 1998 un’azienda giapponese mise in commercio negli Stati Uniti un amminoacido, il triptofano, sintetizzato attraverso un batterio geneticamente manipolato, da usare come tranquillante.
L’anno successivo, migliaia di persone che avevano consumato il prodotto accusarono dolori muscolari, difficoltà respiratorie, tosse ed eruzioni cutanee.
- Inoltre i recenti vaccini, usati durante la pandemia, hanno causato conclamati effetti collaterali che recentemente hanno determinato il ritiro dal commercio di un farmaco prodotto da una nota Multinazionale.
Così come “non si spiegano” le decine di nuovi laboratori di biotecnologia, ad oggi 69 nel mondo, dove vengono studiati e prodotti virus altamente letali. Dobbiamo preparaci ad una eventuale difesa o si stanno progettando delle armi biologiche?
Se aumentano i laboratori, e se aumentano soprattutto in paesi instabili, il rischio – di per sé mai pari a zero – cresce.
Se il pericolo di una pandemia suggerisce la necessità di ricerche sul campo, dovrebbe, parimenti, indurci anche a potenziare le misure di sicurezza.
Rimando il Lettore ad un possibile approfondimento:
https://www.wired.it/article/laboratori-virus-pericolosi-mondo-global-biolabs-report-2023-dati/
- Non ultimo, ma sicuramente molto attuale, è il problema dell’uso che se ne può fare della Intelligenza Artificiale.
Chi vorrà utilizzarla in modo criminale, potrà, ad esempio, estrapolare da una intervista qualche minuto di ripresa, elaborando dovutamente il dialogo, per far pronunciare alla persona intervistata qualsiasi cosa, imitando anche il movimento delle labbra e replicando perfettamente il timbro della voce. Il criminale potrà introdurre in rete una falsa immagine perfetta e assolutamente indistinguibile dall’originale… che esprimerà contenuti completamente contraffatti.
Si pensi all’uso che se ne potrebbe trarre per distruggere l’immagine di personaggi pubblici o politici, scomodi per alcuni.
Tornando all’argomento del tema scelto per questo editoriale, diventa evidente osservare che l’uomo finisce sempre per scegliere, per le proprie scoperte, l’applicazione che risulta più conveniente da un punto di vista speculativo o militare.
Questo perché?
Il motivo è molto semplice. Manca una visione del mondo avanzata e di natura olistica.
I mercati delle realtà industriali ed economiche esigono che si operi in una realtà altamente concorrenziale, dove l’unico dio da venerare sia il fatturato e la sua smisurata crescita.
La competizione deve prevalere sulla cooperazione.
Anzi la competizione non dovrà rispettare alcuna regola che possa fermare la crescita o il successo. Il risultato e l’obbiettivo saranno le uniche evidenze che dovranno essere rispettate. Il prezzo da pagare in termini di danneggiamento per la concorrenza o l’ambiente sarà solo una serie di inevitabili “danni collaterali”, assolutamente marginali e irrilevanti.
Sembrano parole buttate al vento o deliri di menti deboli, allagate da idee utopistiche atte a fermare il Progresso nella propria inarrestabile ascesa?
Per molte persone sicuramente si!
Ma potrebbero anche essere nuove ipotesi di lavoro che prendono in seria considerazione nuove teorie e nuove visioni della realtà.
Nella rappresentazione dell’Universo olistico si osserva che non esiste un limite definito tra individui ed ambiente. I nostri corpi fisici, immersi nella materia del mondo, comunicano tra loro, scambiando idee e simboli complessi, come parole e concetti, mentre i corrispettivi biologici dei vari individui condividono con quello stesso ambiente le molecole necessarie alla respirazione e alla sussistenza alimentare, regalando prodotti di rifiuto di varia natura.
Secondo il modello Olistico, che viene proposto da numerosi autori, la separazione tra gli individui è solo un artificio della nostra mente, non ha nulla di scientifico o di vero.
Come alcuni noti esempi ci suggeriscono, le increspature del mare danno origine alle onde, ma non vi è divisione tra le onde e il mare, solo l’illusione della mente che le prime siano entità separate.
Dovremmo prendere consapevolezza dell’appartenenza al Tutto, o all’Uno, senza voler necessariamente identificare l’Uno con una determinata Entità religiosa, ma considerando piuttosto che le varie religioni tradizionali sono i dialetti attraverso i quali ogni popolazione prende coscienza del proprio dio. Quindi espandere la propria consapevolezza, limitando i danni che potremmo creare agli altri e all’’ambiente.
Nei propri scritti, Federico Faggin, riporta una frase di Jorge Alvarez Camacho: “ll successo non si ottiene calpestando gli altri. E’ nel mutuo aiuto che risiede il segreto”.
Con queste parole si evidenzia, in altri passaggi, che dovremmo trasformare l’atteggiamento competitivo in autentica collaborazione, sotto intendendo che noi siamo gli altri, e viceversa…
I tempi non sembrano ancora maturi per poter accettare una simile visione del mondo, ma il fatto che se ne stia parlando e che certe idee siano diffuse in diversi ambienti, rappresenta un inizio importante per un processo di cambiamento che potrebbe significare un salto quantico di consapevolezza per l’intera umanità.
Civico20News
Giancarlo Guerreri
Editorialista
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Grazie Giancarlo.Una pregevole sintesi.
Argomento molto interessante. Sicuramente da approfondire, ma già preoccupante così
Grazie Gian, sempre in punta di penna…😉
Grazie Gian, sempre in punta di penna! 😉
Come sempre in punta di penna.Grazie Gian !
Ciao Gian ho letto con il consueto interesse il tuo scritto. Mi spaventa alquanto l’ IA la cui conoscenza e’ in divenire. Bisognerebbe rivedere il.film ODISSEA NELLO SPAZIO per renderci conto di quanto ci puo’ succedere. Quale puo’ essere il destino dell’ umanità?
Alberto