Un enorme buco-nero, smorto, insensato, nell’universo, in noi, nell’urna…
Un nuovo gigantesco buco-nero è stato scoperto al centro della Galassia. Deve aver inghiottito e mangiato ogni buonsenso e raziocinio universale…
Ci saremo mica bevuti il cervello (elettronico o biologico)?!?
Divagando sul tempo(rale): nel 2023 il s-u-o/l-o della pianura padana era s-p-a-c/c-a-t-o da una siccità biblica; quest’anno, invece, non pare pervenuta primavera, sostituita dalla lunga stagione delle piogge – peggio dei monsoni alluvionali asiatici –, con fenomeni atmosferici persistenti, spesso repentini ed estremi, concentrati e devastanti, violente grandinate a secchiate di ghiaccio, da riempire chilometri di bicchieri da cocktail per gli irrinunciabili aperitivi ambrosiani. Eppure molti ancora negano il cambiamento climatico nel Pianetucolo azzurrognolo ingrigito e nell’imbruttito Belpaesello dello Stivaletto nostro, sicché restiamo abboccati alla pistola del distributore di squisito succo di dinosauro, che i mirabili emiri arabi ci vendono a caro prezzo (con, sul bordo, l’aggiunta d’un pizzico di salatissime accise, accidenti!).
Ma presto arriverà il morso della canicola col solleone ruggente, ribollente ed afosissimo.
Nella caliente America Latina, il Venezuela di Maduro invade la Guyana, per papparsi l’Essequibo, rivendicata regione equatoriale ricca di petrolio (guarda caso!), e lo scapigliato Kim Jong-un, quando non lancia in dono fioriti mazzi di razzi balistici, spedisce sulle teste degli amati vicini Sudcoreani centinaia di palloncini farciti di spazzatura (spazzatura, avete letto bene), mentre lo zelante zarino Ras-Putin, col sublime lacchè Medvedev (non il tennista), minaccia di riscaldarci tramite termonucleare – cioè bombatomica – nel prossimo inverno (o inferno), ove la NATO continui ad ostacolare (per quanto stancamente) la perdurante e premurosa “operazione militare speciale” russa di sacrosanta distruzione integrale dei fratellini ucraini, e il mite Netanyahu seguita a “fare il gioco” (sporchissimo) di Hamas, massacrando meticolosamente migliaia di civili palestinesi, bambinelli compresi, a Gaza e Rafah, onta indelebile di disumanità che macchia Israele, a futura infamia storica sempiterna, e rinfocola l’antisemitismo globale, mai estinto. Troppo hanno imparato le vittime dai carnefici? Si offende fatalmente la vulnerabile inviolabile epifania del Volto (sconvolto) dell’Altro, che “resiste all’annientamento”, per esprimerci con i termini filosofici di Lévinas (Totalité et Infini, 1961). Rimane un tragico mistero (secondo Gabriel Marcel). Adesso speriamo almeno in una tregua.
Il prevalere dei despoti fascinosi con-duce alla guerra.
Di tirannide in tirannide, in merito a labili libertà conculcate, tornando nell’italica Penisoletta e ridimensionando le proporzioni, si consideri poi come, ad esempio, per qualunque banale acquisto, dal negoziante rionale al megashop online, ci tocchi identificarci e registrarci all’immancabile app, magari elargendo gratuitamente – noi – i delicati dati personali biosomatici che ci apparterrebbero: se ci pensate, una società (social ovvero asociale, irretita dal web) in cui bisogna sempre essere riconoscibili e controllabili non vi sembra somigli ad un orwelliano stato-di-polizia piuttosto che alla sedicente “democrazia”? (Surveiller et punir scriveva teoricamente Foucault nel 1975, quel che il celeste Imperatore mandarino Xi – insieme a numerosi suoi imitatori nel mondo – sta praticando oggi.) La carcerazione collettiva all’aperto. Un distopico incubo realizzato.
Tacitati gli hotspot e spot propagandistici, rispettiamo ovviamente l’obbligatorio silenzio dell’urna (per cui gioisce poco “sol chi non lascia eredità d’affetti”, citando il sepolcrale Foscolo) ed evitiamo indicazioni di sorta: si noti, però, l’usuale scarsa affluenza per le consultazioni 2024 dello stra-Vecchio in-Continente (la gente è strana – cantava Mia Martini –, muta opinione repentinamente, dal momento che alcuni leader candidati, loro stessi medesimi, han già affermato che, qualora eletti, non si scomoderanno ad andare ad occupare gli scranni del Parlamento di Strasburgo; forse perché non riescono a stac/carsi dalle confortevoli poltrone romane, o temono addirittura di perderle?!…). Nessun commento.
Lì, nella smorta zona demenziale, in bilico tra chiara disillusione e oscuro pessimismo cosmico leopardiano, o ci asteniamo (rievocando l’esortazione “marinara” del compianto Craxi) o ci rechiamo al voto. Vuoto.
Sottovuoto spento.