Finita la vacante estate calda, la fredda stagione politica ricomincia piena di intricati nodi-gordiani governativi che all’alba verranno al pettinino melonico-giorgettiano (con complottanti fantasmi)
Dopo che la vacante estate ferragostana, torrida e afosa, ci ha sollazzati colle allegre villette – o alloggetti, o casette, o giardinetti – “degli orrori”, sorvolati dagli avvoltoi rapaci del cinico circo mediatico, lì a curiosare morbosamente sui poveri resti dissepolti e sui referti autoptici delle disgraziate vittime di inspiegabili stragi familiari, perpetrate da tranquilli insospettabili genitori o figlioli in quieti quartieri suburbani e amene località provinciali, a Paderno, Traversetolo e dintorni, lungo una “scia consanguinea” cruenta che non accenna a fermarsi, ecco che nelle auliche sale e nei perduti corridoi marmorei del monumentale palazzo che fu dei principi Chigi, stroz…, ehm, finanzieri senesi alla corte pontificia (poi papi e porporati essi stessi), sembra s’aggirino nottetempo agghiaccianti fantasmi europei – di marxiana memoria – e fraternamente italici, che ne minacciano la piena serenità all’alba della fredda stagione governativa del Belpaesello dello Stivaletto: in tale surriscaldato clima tragicomico macbetiano, la shakespeariana ombra di Banco (la BCE?) e spaventosi spettri ibseniani han turbato il sonno e la veglia della fascinosa capitana sulla tolda di comando della prua della ardimentosa Nazione peninsulare, in guardinga navigazione nel periglioso mare-monstrum dell’agitatissimo “Globo terracqueo”, tra tentacolari piovre economiche e feroci ursule bionde-tinte, tanto da far smarrire il filo-logico anche alla sorellina Arianna, presunto bersaglio di labirintici oscuri complotti (o complottismi?), orditi dalle solite toghe rosse, minotauri implacabili; forse per evitare indiscreti “origliamenti”, sarebbero addirittura stati rimossi dal piano-nobile degli uffici della Presidenza del Consiglio – ingombro di vari parentadi collaterali, congiunti, ex-compagni camerateschi e amichetti ministeriali – gli agenti addetti alla sicurezza interna (giacché quis custodiet ipsos custodes?).
Potrebbe però trattarsi di armeggiamenti di distrazione-di-massa, dacché intricati nodi-gordiani gestionali vengono al pettinino melonico di Giorgina e Giorgetti (senza diminutivi), che sono in procinto di costringere noi popolino bovino vaccinato ad ingoiare il rospaccio d’una risicata manovra-di-bilancio, rigidamente vincolata dai ferrei paletti dell’arcigno Patto di Stabilità appena rinnovato con l’UE: grandi sacrifici per ripianare il gigantesco Debito Pubblico, ossia scarso spazio per regalie elettorali e pelose elemosine natalizie.
Incidentalmente, tralasciando i fantocci, si son dissacrati i santini: magari in virtù dell’assonanza dei cognomi, hanno rapidamente sostituito al “bocciato” adultero piagnucolante Sangiuliano il Giuli fedelissimo; e alla Santanché? che o chi?… Quandomai?!
Ma, riguardo a furti, delitti e derelitti, l’indiscussa eroina (in entrambi i sensi) del mese risulta la pacata madama borghese benpensante viareggina che col suv ha meticolosamente spiaccicato (ops!) sul marciapiedi un vil borseggiatore magrebino ed è subito civilmente tornata al ristorante a rendere l’ombrello che le avevano prestato. Flemma brutale.
Dall’ipocrisia buonista al cattivismo schietto?
Incubo di una mattina d’inizio autunno.
Con Hamas, Hezbollah e Netanyahu che vivacizzano mortalmente il fronte bellico levantino e lo zarino Ras-Putin che continua simpaticamente ad augurarci felici festività al tepore termonucleare, ci avviciniamo all’“inverno del nostro scontento”.
Sì, all’inferno!
Intenso e delicato commento all’autunno e all’inverno dello.scontrnto che rimane dentro di noi, senza saper chiedere ai “poteri forti” di cambiare musica, non solo i suonatori