
… e che il rodeo abbia inizio!
L’insediamento di Donal Trump, il nuovo presidente degli Stati Uniti ha portato, come prevedibile, non poche novità a livello globale, disinnescando quello che era in via di realizzazione, cioè la famosa Agenda 2030 celebrata dal Word Economic Forum.
Che l’annuale meeting a Davos sia andato quasi deserto, essendo i due eventi in concomitanza, è ovvio: l’attività principale di noi umani si traduce nel “salto sul carro del vincitore”.
Vincitore sicuramente per gli americani che lo hanno votato, perché un risultato popolare così imponente è davvero difficile da raggiungere: forse però dovremmo considerare il successo più da un punto di vista di insuccesso della parte opposta.
Forse le politiche democratiche della precedente amministrazione non erano sembrate a 76.903.782 milioni di cittadini così vicine ai loro desiderata, dimostrando quanto a volte il potere si arroghi il diritto di legiferare senza considerare le effettive esigenze di chi lo ha votato, tanto meno le promesse pre-elettorali.
“La realtà prima a poi presenta il conto” suggerisce la dottoressa Martina Pastorelli.
L’imposizione di politiche green che sono sfociate nei risultati fantastici come gli incendi di Los Angeles, dove una serie di “manchevolezze” hanno raso al suolo chilometri quadrati di abitazioni in nome della salvaguardia del verde; dell’inclusività con cui sono stati assunti pompieri non all’altezza di una situazione così disastrosa; l’affido a privati della manutenzione della rete elettrica, interessati più al profitto che alla cura effettiva; oltre al fatto che gran parte del materiale necessario per domare l’incendio si trovi tutt’ora in Ucraina, dopo essere stato lì inviato all’inizio della guerra; e di molte altre disposizioni come la decurtazione di 49 milioni di dollari per gli investimenti dedicati alla sicurezza della città che hanno pesato più del piombo.
L’immigrazione fuori controllo (per ora sono stati rimpatriati i clandestini che avevano commesso reati con le loro famiglie) ha spinto gli stessi cittadini stranieri ormai integrati a votare un Trump che prometteva maggiore sicurezza sul loro territorio.
Non c’era bisogno di essere cattolici per provare orrore di fronte alla proposta di legge di Kamala Harris che prevedeva il diritto da parte di una donna di “abortire” al nono mese di gravidanza… e a questo proposito tutto quello che è emerso sulla violenza nei confronti dei bambini perpetrata dai vari testimonial dem provenienti da Hollywood non fa che convalidare la decisione della maggior parte della popolazione nel voler porre fine a tale situazione.
Grande scalpore ha suscitato l’uscita dall’OMS da parte dell’amministrazione repubblicana… finché non sono emersi alcuni dati a dir poco inquietanti.
Un terzo del bilancio dell’organizzazione (1 miliardo di dollari) va nello stipendio medio (circa 150.000 euro esentasse) dei dipendenti, i quali sono anche esenti da qualsiasi tipo di giurisdizione, hanno cioè l’immunità totale.
Il direttore di tale organizzazione Tedros Adhanom Ghebreyesus arriva dall’Etiopia, ed è strettamente legato a Bill Gates, il maggiore azionista che è presumibile – e come ha dimostrato ampiamente – continuerà a fare i propri interessi attraverso l’ottanta per cento dei progetti che l’organizzazione ha per i prossimi anni, non coincidenti con quelli della maggior parte della popolazione.
È che la decisione di Trump di far rifiorire l’economia statunitense prevede tagli netti nei confronti di quelle società i cui bilanci mostrano quanto i vari “filantropi” abbiano guadagnato con le loro quote e quanto l’impoverimento dei molti vada di pari passo con l’arricchimento dei pochi.
Smontare il progressismo democratico pezzo per pezzo non è però indenne dalla mutazione in condizioni per lo meno poco idilliache anche per l’Europa, a cui il tycoon promette dazi e anche qualche proposta agghiacciante se non siamo più che attenti, se non abbiamo introiettato bene la lezione della pandemia.
Biden come ultimo atto ha graziato, dopo la propria famiglia e case farmaceutiche varie, quell’Antony Fauci, fautore in primo piano della corsa alla vaccinazione contro la Covid, inoculazione imposta e di cui era al corrente essere inutile, anzi, provocatrice di effetti avversi, come da lui stesso ammesso.
Tutti questi signori hanno avuto bisogno della “grazia presidenziale” per non incorrere in processi penali: che significa?
Hanno violato la Legge? In che modo?
E in Europa anche qualche personaggio nostrano ha perpetrato gli stessi crimini?
Pensavano proprio di poterci manipolare, di gestire la realtà – sicuramente plasmabile entro un certo limite – in relazione a quanto i singoli individui non si fossero accorti della lesività di certe imposizioni?
È per questo che oggi noi dobbiamo essere all’erta e non incorrere nello stesso errore di fidarci ciecamente di quello che giornaloni, televisioni e scienziati prezzolati cerchino ancora di farci credere.
L’Unione Europea è l’unico ordinamento sulla faccia della terra per cui, se una cosa non funziona, si dice che ce ne vuole di più.
Questo è accaduto sia durante la pandemia sia in altre crisi economiche: qualcuno osa dire che ci vuole più Europa, senza spiegarci bene cosa si intenda per Europa che non siano i diktat demenziali di una commissione al cui vertice sta una persona contestata clamorosamente da numerosi parlamentari.
L’insistere della Von der Leyen nel voler aumentare la lotta alla cosiddetta “disinformazione” dopo le ammissioni di Zuckerberg, oltre a imporre di mandare armi a Kiev quando è ormai chiaro che la Russia di Putin ha stravinto e che alle trattative di pace ormai quasi certe con Trump non sono graditi né Zelenzky né rappresentanti europei, mi sembra per lo meno imbarazzante.
Ci si augura che il nostro governo prenda atto della situazione e non pensi davvero di continuare a sovvenzionare la carneficina (perché oramai è solo tale) che si sta attuando in Ucraina, ubbidendo chiaramente solo alla lobby dei fabbricanti di armi: le percentuali di italiani contrari alla guerra già a febbraio 2022 superavano di gran lunga la metà.
Spero inoltre che le manie di grandezza di Trump siano state ridimensionate nei confronti della “colonizzazione” forzata in Groenlandia: non essendo riuscito a comprare l’isola dalla Danimarca (cosa che invece il presidente democratico Thomas Woodrow Wilson aveva ottenuto per le Isole Vergini nel 1917) è probabile che stia manovrando affinché lo stato insulare chieda l’autonomia da cui, in seguito, potrebbe sorgere l’irrefrenabile desiderio di diventare la cinquantunesima stella sulla bandiera americana.
Così era successo con il Texas quando nel 1836 si era staccato dal Messico.
Dove invece la situazione è inquietante proprio adesso è quella in Palestina: il progetto sarebbe di organizzare un enorme trasferimento forzato di persone, una deportazione di 1,5 milioni di gazawi, che dovrebbero abbandonare le loro case e le loro terre per diventare rifugiati in Egitto e Giordania.
Un progetto di “deportazione” negli stati confinanti in attesa di poter “ripulire” e ricostruire la striscia di Gaza, dopo aver ridotto completamente in cenere quel poco che ne è rimasto: il poter favorire la nascita di un’area fantastica con prospettive lungimiranti è qualcosa di terrificante, perché sarebbe un vero e proprio atto di pulizia etnica che agli occhi del diritto internazionale costituisce un crimine contro l’umanità.
Significherebbe inoltre rinunciare di fatto alla creazione di uno stato palestinese accanto a quello israeliano, cosa che sembra evidente dalla presenza prevista per il 4 febbraio a Washington del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
È di questi giorni la celebrazione del giorno della memoria in ricordo dell’Olocausto perpetrato dal nazismo: mi chiedo quando verrà dedicato alle vittime di questa ultima barbarie un giorno, forse primaverile in cui potremo vedere i bambini palestinesi giocare nell’erba del loro giardino e non infreddoliti vicino alle tende, orfani, affamati e scalzi, però “vaccinati” contro la poliomielite dall’ineffabile OMS.
Un bel giorno per ricordare anche le vittime di Pol Pot che nel 1976 ha dimezzato la popolazione cambogiana; rivolgere un pensiero agli “ospiti” dei gulag di sovietica memoria; o agli Armeni, agli Incas, ai Pellirossa… insomma a tutti quelli che abbiamo massacrato per impossessarci delle loro terre e delle loro ricchezze, senza imparare mai nulla!
Confesso però che raffrontando le immagini di Gaza, rasa al suolo dalle bombe israeliane, e di Los Angeles, arsa da un fuoco molto sospetto, ho pensato che la legge di causa-effetto è molto più rapida di quanto potessimo immaginare.
Civico20News
Chicca Morone
Editorialista
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Tutto abbastanza perfetto….
“abbastanza”… capisco “perfettamente”!
Analisi esauriente e completa
Grazie Chicca
grazie!
Analisi molto condivisibile e articolata! 👍👍👍👍👍👍👍👍❤️❤️❤️❤️❤️❤️
Grazie!
Chi ci salverà da tutto il male che colpisce interrottamente l, umanità? Forse deve cambiare ognuno di noi ogni giorno. Grazie comunque.
Stiamo cambiando, piano piano ma con determinazione nel non volerci più far manipolare da pochi “terroristi della mente”… grazie per la condivisione!