
In cammino verso la Verità
Ci sono incontri, per quanto fugaci possano sembrare, che ti cambiano la vita nell’attimo stesso in cui percepisci la loro presenza.
Incroci il loro sguardo, ascolti la loro voce, stringi la loro mano e non solo a livello inconscio sei già consapevole che qualcosa dentro di te si è mosso, a volte in negativo a volte in positivo; non si tratta di doti paranormali, si tratta solo di viversi meno superficialmente, perché il nostro essere è perfettamente in grado di interpretare i messaggi che dall’incontro possono scaturire, se si mette a tacere la mente che decodifica il tutto in base a una struttura stabilita dal legame con il vissuto nella realtà materiale.
Poi ci sono i libri, quelli cartacei, che – anche se sembrano appartenere a un’epoca preistorica, destinata a morte certa – sono il toccasana per chi ha capito il valore della comunicazione attraverso le parole scritte, non quelle che volano via attraverso lo schermo, anche se a volte queste ultime sono l’unico mezzo per raggiungere un pubblico altrimenti inarrivabile.
Inutile aprire il “Cahiers de doléances” sull’editoria e sulla lottizzazione di case editrici di quotidiani, settimanali, mensili o altre forme di comunicazione: è sotto gli occhi di tutti quanti pochi giornalisti esistano in grado di esprimere il proprio reale pensiero basandosi sulla realtà vissuta al di là delle linee guida del padrone.
Giulietto Chiesa, dalla lungimiranza profetica, è stato colpito da infarto nell’aprile 2020, momento stesso in cui aveva iniziato a metterci in guardia dalla manipolazione mediatica in atto: era un professionista serio che lavorava sul campo, come Ilaria Alpi e gli altri 99 uccisi nel 2023, di cui tre quarti solo a Gaza.
Che cosa spinge Giorgio Bianchi o altri coraggiosi fotoreporter e operatori dei media a rischiare la vita in zone di guerra o a insistere su argomenti contrari alla vulgata tradizionale?
L’amore per la verità, quella vissuta in prima persona e non raccontata da chi sceglie di assicurarsi “la pagnotta” piuttosto che raccontare quel che succede realmente in certe zone.
C’è però una ragione più profonda che ci vede artefici del nostro destino, responsabili delle nostre decisioni, soprattutto di quella precedente la nostra nascita sul pianeta terra.
Federico Faggin, l’uomo che sta cambiando la mia vita – come quella di molti altri che hanno voluto ascoltare le sue parole qui a Torino lo scorso giugno – ha dato una spiegazione scientifica e nello stesso tempo realistica per chi come me ha avuto molti episodi del tutto “irrazionali”.
“Siamo seity, che abitano temporaneamente i nostri corpi. Siamo esseri eterni, coscienti, non corpi deperibili. Siamo qui per apprendere aspetti cruciali di noi stessi interagendo gli uni con gli altri nell’universo fisico che noi stessi abbiamo creato proprio per questo scopo”
“Siamo un campo in uno stato puro che esiste in una realtà più vasta del mondo fisico che contiene il nostro corpo” in cui ci muoviamo materialmente: con buona pace di coloro che dicono che per essere reale qualsiasi fenomeno deve essere misurabile, alcuni di noi hanno la certezza esistere anche senza corpo perché in quella realtà che viviamo sappiamo di non essere soltanto legati alla materia e di non dipendere unicamente dalle nostre funzioni cerebrali o dal coordinamento dei nostri organi e dalla loro funzionalità.
Il corpo ci permette di percepire e operare in quella piccola porzione di realtà fatta di spazio e tempo, quella che noi presuntuosamente pensiamo essere unica, là dove la seity non può essere contenuta, in quanto è lei che esprime se stessa attraverso il corpo.
Ovviamente la nostra seity può essere conosciuta solo nella nostra interiorità, dove gli aspetti qualitativi delle nostre esperienze coscienti hanno una gamma di impronte completamente diverse le une dalle altre.
Ogni volta che abbiamo un’esperienza, questa si “stratifica” nella nostra coscienza – momentaneamente legata al corpo – e diventa la lezione per la quale la seity ha scelto di formare quel corpo in quella situazione e in quell’epoca: ecco dunque che si affaccia il concetto del libero arbitrio.
Per Federico Faggin noi siamo un Uno che vuole conoscere se stesso e trova attraverso questa esperienza il riconoscimento di una parte di sé, per giungere alla totalità nel momento in cui abbandona il corpo e ritorna nell’indistinto (ai nostri occhi) in una realtà immortale, infinita.
Il “Conosci te stesso” istoriato sul frontone del tempio di Delfi ha il suo significato ben chiaro che seguito da “Conoscerai gli Dei e l’Universo” ci rassicura sul fatto che forse i Greci erano un po’ più progrediti di noi, assorbiti come siamo dalle idiozie di chi asserisce apoditticamente che con un microchip sottocutaneo diventeremo onniscienti.
Perché la nostra evoluzione non è sul piano materiale.
Quando ascoltiamo le parole di Klaus Schwab dovremmo sentire campanellini di allarme diventare l’unico frastuono delle cinque campane della Torre dell’Orologio di Londra, nel momento stesso in cui afferma che la quarta rivoluzione industriale non è solo una tecnologia.
Per questa mente illuminata l’essenza della forza di tale innovazione si trova nella realizzazione della loro ricerca sul cervello, sulla scienza della vita, cioè una “fusione del mondo fisico, digitale e biologico”
E con un’incredibile arroganza continua “Se guardi le prime tre rivoluzioni ci hanno reso più produttivi, ci hanno aiutato a comunicare più velocemente e con più persone, nei nostri modelli di consumo e così via. Ma la quarta rivoluzione industriale ci sta cambiando non solo in quello che stiamo facendo, ma stiamo cambiando in chi siamo”.
E per cambiarci cosa avrebbero intenzione di farci digerire? Che la realizzazione dell’Agenda 2030 – in cui non avremo nulla ma saremo felici – con il corollario di mostrificazione della Natura tra 5G e pannelli fotovoltaici, possa essere attuata tra esseri non decerebrati?
Sarebbe interessante capire come contano di farci raggiungere i loro obbiettivi con assiomi deliranti circa:
– La necessità di ridurre la popolazione mondiale in quanto siamo troppi e il pianeta è progettato per tre miliardi e mezzo di abitanti (Roberto Cingolani, forse direttamente in contatto con Dio https://www.youtube.com/watch?v=bjahp8zuv0s)
– Chiuderci in casa diffondendo il terrore e chiamando una semplice influenza, curabilissima con i medicinali a disposizione (quando non fatti sparire dal commercio), “pandemia” e imponendo diktat al cui paragone i sacrifici umani aztechi erano minuetti.
– Diffondere false teorie sulla situazione climatica, quando professionisti della competenza ed esperienza del professor Franco Prodi, intervistato su La Sette, dopo aver sciorinato le sue competenze a livello mondiale sulla meteorologia (https://www.youtube.com/watch?v=Nwe2q-_BNys) zittisce il solito allineato Valerio Rossi Albertini con il giusto “Io parlo solo con chi ha le mie credenziali, chi non le ha deve tacere”.
– Provocare calamità climatiche con scie chimiche anche se si cerca di dare spiegazioni surreali, colpevolizzando una ipotetica condensazione che al di sotto di una certa quota è impensabile, ma tacciando di complottismo chi dà prove certe mostrando video e variazioni sulla materia in presenza di elementi tossici “caduti” dal cielo.
– Portare al parossismo gli esperimenti di geoingegneria per donarci la benefica “sabbia del Sahara” che analizzata risulta tutt’altro.
– Offuscare la luce del sole in modo che il nostro sistema endocrino non riceva più sufficienti stimoli per produrre melatonina e serotonina attraverso la ghiandola pituitaria posta proprio dietro agli occhi, con effetti deleteri su sonno/veglia nonché sul sistema nervoso e altre problematiche legate al sistema ormonale.
– Immettere sul mercato altri sieri magici che possano sperimentare (testuali ammissioni delle case farmaceutiche dei test non avvenuti sulle donne in gravidanza) la sopravvivenza di noi esseri comuni.
– Proibire l’uso di alcuni veicoli per le emissioni di CO2 quando a Davos l’autista di Schwab confessa candidamente di essere obbligato a tenere il motore della auto sempre acceso per avere l’abitacolo caldo in ogni momento.
E infine, vogliamo parlare dei jet privati con cui i partecipanti al Word Economic Forum sono giunti e che in una sola settimana hanno causato emissioni pari a quelle di 350 mila automobili nello stesso periodo di tempo?
Con queste linee guida e molte altre oramai alla conoscenza di tutti è difficile credere nella buona fede di personaggi del genere…
Inoltre sono rimasta sorpresa alla conoscenza del nuovo gruppo che si è formato nel Parlamento Europeo: “Patrioti per l’Europa” che racchiude personaggi sulla visione e intento uniforme dei quale un sopracciglio alzato è doveroso: il generale Roberto Vannacci il cui libro, realizzato con ogni probabilità dall’IA (che sicuramente è Artificiale, ma non definibile Intelligenza) ha suscitato il giusto polverone mediatico, mirato alla sua candidatura al Parlamento Europeo; il nominato presidente Jordan Bardella, colpevole – secondo alcuni analisti politici – del crollo nel secondo turno del Rassemblement National con i suoi discorsi antipalestinesi.
Inoltre l’ungherese Kinga Gal (vice presidente del gruppo) che ha messo la ciliegina sulla torta di panna con “Il nostro gruppo lavorerà per preservare le radici giudaiche cristiane dell’Europa…” nel caso non conoscessimo le radici askenazite dei vari Rockfeller (burattinaio di Emmanuel Macron attraverso Jacques Attalì); di Bill Gates, di George Soros, di Michael Bloomberg, dello stesso Klaus Schwab, tutti ugualmente prodighi nel donare milioni di dollari per “finanziare attività legate al Covid-19”.
Non resta che ascoltare le parole di Federico Faggin quando ci spiega che è questa la realtà composta dalle nostre seity per sperimentarci e progredire nella nostra evoluzione, componendoci in gerarchie sempre più complicate dove, come in un’enorme scatola cinese, unità sempre più piccole danno vita a sistemi progressivamente sempre più grandi.
Credo che il gruppo di seity partecipante qui e ora a questo progetto di vita debba essere stato molto presuntuoso nello scegliere queste condizioni nella materia, credendo di potersi contrapporre a un marasma del genere: ma forse dobbiamo solamente assistere allo spettacolo, riconoscendo la nostra diversità da quanto accade intorno, ricollegandoci il più possibile a quella Entità che ci racchiude nell’Uno… possibilmente senza Giudizio.
Civico20News
Chicca Morone
Editorialista
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