
Un uomo con una forte motivazione personale e religiosa.
Tutti veniamo al mondo con un sogno da realizzare, chi più, chi meno imponente ma sicuramente in grado di far emergere da noi il nostro pieno potenziale: “scegliamo” un ambiente idoneo, due genitori che con i loro difetti ci insegnino a essere migliori di loro, compagni di avventura non necessariamente solidali, coniugi con i quali la convivenza non è sempre perfetta!
Più le persone che conosciamo e con le quali ci relazioniamo diventano oppositori e più sono utili nel farci riconoscere il nostro vero Io, quello che non ci appare dalla nascita e che emerge piano piano con maggiore o minore fatica.
Ci sono però casi particolari, quelli dei politici che pensano in grande e a volte credono in buona fede di aver scelto una vita di “servizio” nella quale esprimere al meglio le proprie doti intellettuali, fisiche e realizzative.
A questo proposito mi piace ricordare l’immagine della Conferenza di Jalta nel febbraio 1945: gli accordi nei confronti del mondo intero sono firmati da Wiston Churchill seduto alla destra di Franklin Delano Roosevelt, a sua volta alla destra di Stalin.
Trascrivo dal web:
· impegno a garantire elezioni democratiche nei Paesi liberati;
· l’annuncio di una conferenza che si sarebbe tenuta a San Francisco il 25 aprile 1945 in cui discutere l’istituzione delle Nazioni Unite (ONU);
· decisa la divisione della Germania in 4 zone di occupazione (controllate da USA, Inghilterra, Francia e URSS) e la sua completa smilitarizzazione; inoltre dovette cedere territori alla Polonia e all’URSS.
· fissate le riparazioni dovute dalla Germania agli Alleati, nella misura di 22 miliardi di dollari;
· l’Italia perse le colonie africane (Libia ed Etiopia); inoltre dovette cedere l’Istria e la Dalmazia (incluse le città di Fiume e Zara) alla Jugoslavia; Trieste venne considerata «città libera», cioè non fu assegnata né all’Italia né alla Jugoslavia e rimase sotto il controllo anglo-americano (Trieste tornò all’Italia il 26 ottobre 1954);
· in Polonia si sarebbe dovuto insediare un governo democratico provvisorio, che avrebbe dovuto condurre il paese a libere elezioni nel più breve tempo possibile;
· l’Urss promise d’intervenire contro il Giappone entro tre mesi dopo la capitolazione tedesca, dietro l’assicurazione che avrebbe ricevuto la metà meridionale dell’isola di Sachalin, le isole Curili e avrebbe visto riconosciuto il suo interesse nei porti cinesi di Port Arthur e Dalian;
· tutti i prigionieri di guerra sovietici sarebbero stati rimandati in URSS;
· Churchill rifiutò di cedere Hong-Kong alla Cina;
· la Corea fu divisa in due zone di influenza.
Non male come realizzazione di un sogno che deve avere avuto diverse tappe nell’esistenza di ognuno di loro!
Questi tre uomini provenivano da tre zone del mondo differenti, con tre sogni in quel momento coincidenti: Inghilterra, Stati Uniti e Russia.
Oggi sullo scacchiere mondiale troviamo nuovamente queste tre entità, rappresentate da tre personaggi diversi con sogni, ahimè, non così in comune…
Il Primo Ministro Keir Starmer è il rappresentante politico dei britannici; Donald Trump è il cowboy presidente americano e Vladimir Putin è a capo della Russia.
Altri tre uomini con sogni non proprio coincidenti, se non nel concetto di una grande nazione egemone sulle altre: la propria!
Contrariamente a quanto l’informazione continua a propinarci, il pericolo maggiore non arriva né dalla Russia e tanto meno dagli Stati Uniti.
A questo proposito è importante capire profondamente le parole pronunciate alla Conferenza sulla sicurezza a Monaco nel febbraio 2025 dal vice presidente americano JD Vance di cui è bene avere chiare le posizioni, non solo politiche.
Convertito al cattolicesimo nel 2019, ha scelto Sant’Agostino come suo santo patrono: non è quindi solo un politico, ma un uomo con una forte motivazione personale e religiosa che sta cercando di riproporre e ripristinare certi valori nel suo Paese, gli Stati Uniti, e capire se anche in Europa c’è la possibilità di un recupero di valori cristiani, nonché l’abbandono di comportamenti altamente distruttivi.
Un sogno in grande, ma potrebbe proprio essere in grado di realizzarlo!
La filosofia agostiniana, basata sulla dicotomia Bene e Male in cui il libero arbitrio ne è lo spartiacque, è una filosofia molto precisa che ci aiuta anche a chiarire il discorso che JD Vance ha tenuto in Germania: le parole con cui ha esordito sono state riferite alla fortuna di essere tra coloro che hanno ricevuto il potere politico dai rispettivi popoli, per poterlo usare saggiamente.
Ha proseguito riferendosi alla conferenza come luogo in cui discutere di sicurezza, sottolineando come normalmente si intendono minacce alla sicurezza quelle che provengono dall’esterno: si è detto molto preoccupato invece della situazione interna dell’Europa di cui il sintomo più grave è “il ritiro dell’Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali, valori in precedenza condivisi con gli Stati Uniti d’America”.
Non a caso ha citato l’intervento di un ex Commissario europeo andato in televisione recentemente, dichiarandosi felice che il governo rumeno abbia appena annullato un’intera elezione; e avvertendo che se le cose non fossero andate secondo i piani, la stessa cosa sarebbe potuto accadere anche in Germania.
In effetti tali dichiarazione a dir poco “sprezzanti” sono suonate anche alle nostre orecchie davvero infamanti, ma come sempre televisioni e giornaloni hanno minimizzato l’accaduto e poco alla volta il tutto è passato nel silenzio.
Il vicepresidente JD Vance ha poi fatto riferimento alla censura digitale e alla guerra in Ucraina, forme di violenza vera e propria spacciate come una difesa della democrazia: il fatto è che non dobbiamo solo parlare di valori democratici, dobbiamo viverli in prima persona, essere consapevoli del significato profondo.
Come è possibile parlare di democrazia senza avere ben chiaro il concetto di libertà?
Imporre l’innovazione o la creatività, così come costringere le persone a pensare, a sentire o a credere nel modo in cui vogliamo, non ha niente di democratico: sta alla base del rispetto tra esseri umani, sancito dalle varie costituzioni.
“Purtroppo, quando guardo all’Europa di oggi, a volte non è così chiaro cosa sia successo. Guardo a Bruxelles, dove i commissari dell’Unione Europea avvertono i cittadini che intendono chiudere i social media durante i periodi di disordini civili, nel momento in cui individuano quelli che hanno giudicato essere dei contenuti odiosi” ha proseguito, chiedendosi se fosse così precaria la base su cui poggiano le istituzioni da imporre restrizioni del genere.
L’ironia non è mancata quando ha ammesso che sotto l’amministrazione Biden anche negli Stati Uniti la lotta alla cosiddetta disinformazione abbia minacciato e interferito pesantemente sulle aziende che gestivano i social media… soprattutto quando qualcuno si permetteva di far circolare la voce che il Coronavirus avesse avuto origine nel laboratorio di Wuhan, informazione risultata in seguito esatta.
Nel suo lungo discorso JD Vance ha deprecato l’intervento del governo scozzese riferito alla religione, quando ha iniziato a distribuire lettere ai cittadini – le cui case si trovano all’interno delle cosiddette zone di accesso sicuro – avvertendoli che anche la preghiera privata all’interno delle proprie case può costituire un’infrazione della legge. Naturalmente, il governo ha esortato i lettori a segnalare qualsiasi concittadino sospettato di reato d’opinione. La delazione come arma di controllo è davvero un punto infimo!
D’altra parte se Ursula Von der Leyen, con un sorriso soddisfatto, ci annuncia che i valori dell’Europa sono quelli del Talmud, mettendo così al bando la cristianità in un concetto di Stato laico che nessuno le chiede, possiamo dire di essere arrivati al capolinea; perché il riferimento al testo sacro ebraico prevede che Gesù sia figlio di una non meglio identificata ragazza e di un soldato.
JD Vance ha toccato poi un punto nevralgico che ancora non si è esplicitato abbastanza chiaramente nel suo potenziale deflagrante: l’immigrazione fuori controllo.
“Nessun elettore in questo continente si è recato alle urne per aprire le porte a milioni di immigrati che entrano senza controlli” ha chiarito, sottolineando l’ovvio successo di quei partiti che in campagna elettorale sostenevano il controllo dell’emigrazione: d’altra parte la Brexit non è figlia di un simile indirizzo?
“Contrariamente a quanto si potrebbe sentire a Davos, i cittadini di tutte le nostre nazioni non si considerano animali educati o ingranaggi intercambiabili di un’economia globale, e non sorprende che non vogliano essere rimescolati o ignorati inesorabilmente dai loro leader” ha poi aggiunto, certo di aver colto nel segno la maggior parte dei partecipanti al convegno, non ipnotizzate dalle chiacchiere di Schwab e dei suoi deliranti adepti.
E se non tutti siamo d’accordo sulle migliori condizioni offerte agli stranieri nella destinazione delle case popolari o delle licenze per esercizi commerciali o per gli asili nido, la risposta ce la dà sempre il vicepresidente americano con “Tuttavia, penso che le persone che si preoccupino delle proprie case, dei propri sogni, della propria sicurezza e della propria capacità di provvedere a se stesse e ai loro figli, sono persone dotate di intelligenza” e aggiungerei di quella percezione dei propri diritti sanciti dalla costituzione.
Certo è che tutti sogniamo e durante tutto il nostro percorso vitale cerchiamo di avvicinarci il più possibile alla realizzazione del Sogno, quello per cui abbiamo scelto questa vita in questo periodo storico così conflittuale, spaventosamente tiranneggiati e continuamente obbligati a scegliere tra il Bene e il Male.
Ultimamente i sogni dei parlamentari europei sono molto confusi e soprattutto in netto contrasto con i nostri: sogniamo la pace, lo stop all’invio di armi in Ucraina per far terminare il genocidio di uomini sacrificati a uno scopo ben diverso da quello sbandierato; sogniamo un Medio Oriente pacificato, i bambini di Gaza liberi di giocare sulla loro terra senza essere massacrati; sogniamo le dimissioni di chi ci propone lo zainetto per la sopravvivenza di 96 ore, ridacchiando; ma il sogno più grande sarebbe di veder condannata per i reati – accertati e insabbiati dalla corte europea – chi intende rubare agli europei ottocento miliardi di euro per l’organizzazione di un ipotetico esercito europeo.
Sogni, non incubi!
Civico20News
Chicca Morone
Editorialista
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Vorrei che ci fossero tanti Vance che ci guidino , non sogni……
Ciao. Scrivi sempre cose interessanti. Brava
Senza sogni si rimane ancorati al qui e ora… con i sogni si vola ovunque! Grazie x la lettura…
Pacato e motivato l’editoriale che riscuote la mia personale condivisione.Armare la pace per fare guerra alla guerra……..Grazie
sono contraria a ogni forma di violenza ed essendo stata in Vietnam a contatto con la popolazione ho tratto la conclusione che, quando si eliminano le armi, anche i nemici possono condividere progetti comuni: non sono pochi gli americani che sono tornati in quella terra e hanno costruito il futuro di entrambi, lasciando la proprietà ai nativi e vivendo la loro vita come cittadini bene accolti. Un vero miracolo… non solo un sogno. Questa la mia esperienza, nel rispetto delle opinioni altrui… Grazie per la lettura!
Concordo sul fatto che la storia, il presente sono realtà in cui è costante lo scontro, ora stridente, ora meno brutale, tra Bene e Male. Il sogno aiuta a vivere, ma la relazione tra sogno e realtà è spesso tremendamente complessa, e i due poli, Bene e Male, intorno a cui ruota la vita non sono interpretabili in modo univoco, per cui le interpetazioni possono divergere e talvolta divergono realmente. Così per alcuni la difesa, anche europea, come per l’editorialista Moroni, è uno spreco di risorse, per altri, e includo anche me stesso, è un dovere legittimo. Il sogno non è, almeno quello ad occhi aperti, fuga dalla realtà, ma contemperamento tra principio del piacere, inteso in senso lato, e principio di realtà. Pertanto, concordo solo parzialmente con quanto affermato dall’editorialista Moroni.
Sono una fautrice della Pace, quella vera… pur avendo presente che non stiamo vivendo in un periodo bucolico e tanto meno che “l’età dell’oro” sia così prossima, anche oltre oceano.
Ho come l’impressione che il concetto di aumentare gli investimenti negli armamenti sia determinato più dal favorire i costruttori di armi che non per una difesa della popolazione, in condizioni disastrose a causa di politiche dissennate e volte al beneficio di pochi. Senza voler entrare nel merito dei “doveri” che sarebbero compito i governanti nei nostri confronti; primo fra tutti il rispetto della Costituzione, dove mi risulta l’articolo 11 “L’Italia ripudia la guerra… ”
Chicca Morone, sognatrice.