
Ora servono i fatti
Per il presidente di Confindustria Orsini le imprese italiane hanno fretta; fretta di chiudere la partita della legge di bilancio per concentrarsi su un percorso che definisca la politica industriale dei prossimi anni
La manovra “la si chiuda in fretta, confidiamo che le cose rimangono come le abbiamo lette ieri con un’Ires dal 24 al 20%, seppur con dei distinguo, e poi si definisce un piano triennale per l’ industria italiana. Questa è l’urgenza”. Lo afferma il presidente Orsini, in una intervista rilasciata al Corriere della Sera.
Un piano triennale “prima di tutto per individuare i settori su cui puntare con nuovi investimenti e quelli che invece devono essere accompagnati a una riconversione. Tre anni – dice – per recuperare competitività sulla logistica, sul costo dell’energia”.
Si, perché nel frattempo la produzione industriale italiana continua a cadere. “Non siamo di fronte a una crisi congiunturale qualunque, in ballo c’è la sopravvivenza di interi comparti. Non solo l’auto. La chiave è mettere gli investimenti pubblici e privati al centro. È chiaro – prosegue il numero uno di Confindustria – che con un debito pubblico di 3.000 miliardi e tassi che scendono lentamente noi come l’Italia possiamo fare ben poco Serve un Next generation Eu per rilanciare l’industria”.
“Dal 7 gennaio saremo più tempo a Bruxelles che a Roma. Abbiamo buoni segnali di apertura e di dialogo. Ora servono i fatti. Se i fatti non arrivassero siamo pronti anche ad azioni simboliche. Anche ad andare davanti al parlamento europeo con tutti i nostri imprenditori – avverte – se necessario. Non solo italiani. Da mesi stiamo costruendo un’azione coordinata con le associazioni di industriali di Francia, Germania, Spagna, Portogallo ed è necessario che siano con noi anche Polonia e Repubblica ceca che presto incontreremo”.
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