
Quasi il doppio di quelle francesi
Intervento a tutto campo di Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, sui temi economici; ma è l’impennata dei costi energetici il tema più urgente.
Ci sono i numeri a dimostrare quanto l’energia pesi sui conti delle imprese italiane:
«In base ai dati del 2024 l’Italia sta pagando l’87% in più rispetto alla Francia, il 72% in più rispetto alla Spagna e il 38% in più rispetto alla Germania».
Lo denuncia il presidente di Confindustria, al convegno di QN dedicato ai temi dell’Energia e della sostenibilità, intervistato dalla direttrice Agnese Pini. (…) Si parla di energia solo quando diventa un problema, senza avere una politica industriale ed energetica europea», ha detto il presidente degli industriali.
A Ravenna, luogo del convegno, arriverà un secondo rigassificatore:
«abbiamo fatto la proposta che venga dedicato alle aziende gasivore», ha detto Orsini, citando ceramica, carta e vetro, e aggiungendo che «il mix energetico è fondamentale».
Dalla sua nomina a presidente di Confindustria, ha ricordato Orsini, ha sostenuto la necessità di rilanciare il nucleare sicuro di ultima generazione; ieri ha ribadito la disponibilità di installare i micro reattori all’interno delle imprese o delle comunità energetiche.
Ma, ha aggiunto, anche se si partisse ora il nucleare non ci sarebbe prima di circa otto anni. Nel frattempo occorre agire, con urgenza:
«I costi dell’energia pesano su imprese e famiglie. Serve da subito suddividere il costo generato da fonti fossili dalle rinnovabili, questo aiuterebbe moltissimo le nostre imprese ad essere competitive».
“Inoltre per potenziare le rinnovabili occorrono i territori disponibili”
si legge su Il Sole 24 Ore.
“(…) «la prima produzione europea sono gli autoveicoli e la stiamo ammazzando. Le sanzioni devono essere tolte, sono una pazzia, e va rimodulato lo stop nel 2035 al motore endotermico. Non sono contro l’auto elettrica, ma non si cambia una tecnologia per norma».
È la burocrazia e il suo peso sulle imprese, ha sottolineato Orsini, il principale problema europeo: negli ultimi cinque anni la Ue ha prodotto 13.500 norme, gli Usa 3mila.
«Il tema dei dazi per noi è importantissimo, esportiamo 626 miliardi, puntiamo a 700 nel 2025, siamo il quarto paese esportatore al mondo. La guerra dei dazi non ci fa bene. Dobbiamo negoziare con gli Usa, è giusto che sia l’Europa in modo compatto a negoziare, il nostro presidente del Consiglio può agevolare un dialogo Ue-Usa»
ha detto il presidente di Confindustria che ieri pomeriggio ha avuto un incontro con Giorgia Meloni, aggiungendo che si può negoziare con acquisti sui settori del gas e della difesa.
Rispondendo ad una domanda sugli effetti della fine della guerra in Ucraina, Orsini ha sottolineato l’importanza di salvare vite umane, per poi aggiungere che
“energia e ricostruzione saranno temi in discussione, con effetti positivi per la competitività delle imprese italiane”
come continua il Sole 24 Ore.
Il tempo dirà se gli appelli del mondo industriale saranno ascoltati.
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