Il cammino verso l’approvazione della finanziaria è ancora lungo
Il Governo ha incontrato i sindacati per discutere le misure previste nella prossima legge finanziaria; una legge, èbene ricordare, su cui incombono i limiti dovuti alla procedura di infrazione per eccesso di deficit imposta dalla commissione UE.
“Abbiamo concentrato le risorse su alcune priorità fondamentali” tenendo “i conti in ordine e concentrandoci su una prospettiva di crescita” pur “nel contesto internazionale tutt’altro che facile”: così la premier ai sindacati secondo quanto riposta l’agenzia di stampa Ansa. “Un cambio di passo rispetto all’approccio che troppe volte abbiamo visto in passato, quando si è preferito adottare misure più utili a raccogliere consenso nell’immediato che a gettare le basi per una crescita duratura, scaricando il costo di quelle misure su chi sarebbe venuto dopo.
Come noi, che raccogliamo la grave eredità di debiti che gravano come un macigno sui conti pubblici”.
“In materia di imposte viene reso strutturale il passaggio da quattro a tre aliquote Irpef, con l’accorpamento dei primi due scaglioni di reddito – ha detto la premier ai sindacati -. È chiaramente intenzione del governo intervenire anche sullo scaglione di reddito successivo, ma questo dipenderà ovviamente dalle risorse che avremo a disposizione e che arriveranno anche alla chiusura del concordato preventivo”.
A rappresentare l’esecutivo anche il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, il ministro della Salute Orazio Schillaci, il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.
Per i sindacati hanno partecipato i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Usb, Cida, Cisal, Confedir, Confintesa, Confsal, Ciu e Cse.
“Per quello che ci riguarda c’è bisogno di un cambiamento radicale di questa manovra e c’è bisogno di andare a prendere i soldi dove sono. Queste sono le nostre richieste”, ha detto Landini, segretario generale della Cgil all’arrivo a Palazzo Chigi. “Vediamo per quale ragione ci hanno convocato ora. Ce lo debbono spiegare loro, visto che non era mai successo che un governo presentasse in Parlamento una manovra già decisa, già fatta, senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali”, aggiunge il leader CGIL.
“Il tema per noi è il salario – ha detto il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri -. Negli ultimi anni chi vive di salari e di pensioni ha avuto la perdita di potere d’acquisto più forte. Nessuno mette in dubbio che il governo abbia consolidato strutturalmente il cuneo fiscale, ed è un risultato che io rivendico, ma è per cinque anni e, comunque, nella busta paga di gennaio non entrerà un euro in più”. “Per recuperare il potere d’acquisto – ha aggiunto – si potevano detassare gli aumenti contrattuali, ma si poteva lavorare anche sulla contrattazione di secondo livello, incentivandola e detassandola. Sono misure pratiche, che non hanno nulla di fondamentalista”.
“Ora si tratta di difendere i risultati ottenuti nell’iter parlamentare e di migliorare, dentro e oltre il perimetro della legge di Bilancio, gli elementi di criticità”, ha affermato il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra chiedendo di “intervenire con specifici emendamenti per incrementare le pensioni minime, fermare la riduzione strutturale degli organici nella scuola e il blocco parziale del turnover nelle amministrazioni pubbliche, l’università e la ricerca”.
“Vanno elevate le risorse per il supporto della non autosufficienza, cancellate le drastiche riduzioni del fondo per l’automotive, ridotta la tassazione fiscale sul ceto medio”, ha aggiunto Sbarra. La manovra, per il segretario CISL, va considerata “il punto di partenza di un cammino che porti a un accordo tra parti sociali e istituzioni capace di sostenere il rilancio economico e la coesione”. “Dobbiamo muoverci con coerenza e senza demagogie – ha concluso – su un progetto-Paese fondato sulla responsabilità, per un’Italia più unita, forte e giusta, pronta ad affrontare le grandi sfide del cambiamento”.
Il cammino verso l’approvazione della finanziaria è ancora lungo e sul fronte sindacale le posizioni sono diverse; le prossime settimane ci diranno quali richieste verranno accolte dal governo.
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