Avvantaggiati solo i giganti del web
Si avvicina il black Friday e non mancano studi sulla distorsione del mercato che iniziative come questa portano a danno dei piccoli esercizi commerciali.
I commercianti di Confesercenti hanno commissionato un’analisi al proposito e i risultati parlano di una chiara penalizzazione del commercio di prossimità.
Ad avvantaggiarsi sono le multinazionali del web che spesso non pagano tasse nel nostro paese.
Il Black Friday “rischia di prosciugare il Natale dei negozi”. Il “venerdì nero” con i suoi sconti e le sue promozioni è tradizione importata dal Nord America che si è ormai consolidata anche in Italia. E molti consumatori aspettano questo periodo dell’anno per comprare i regali di Natale.
È quanto si apprende dal portale help consumatori che riporta fonti di stampa e di categoria.
Un terzo quasi dei doni da mettere sotto l’albero verrà acquistato in questo periodo, ma a fare la parte del leone è il commercio online e le grandi piattaforme: sei acquisti su 10 saranno infatti sul web.
Il quadro che emerge dai dati diffusi da Confesercenti, ieri in assemblea, si accompagna al rallentamento della spesa delle famiglie (nel 2024, stima l’associazione, sono spariti 3,2 miliardi di euro di consumo) e alle difficoltà del commercio di vicinato. Tra il 2014 ed il 2024, afferma Confesercenti, “sono scomparse dalle vie e dalle piazze italiane oltre 140mila imprese del commercio al dettaglio in sede fissa, di cui quasi 46.500 attività di vicinato “di base”, dai negozi alimentari alle edicole, dai bar ai distributori carburanti”.
In questo contesto «ci sono enormi distorsioni nella concorrenza tra giganti del web e imprese di vicinato», evidenzia la presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise, che nella sua relazione all’assemblea annuale ha annunciato: «Abbiamo presentato un esposto all’Autorità garante delle concorrenza e dei mercati, attendiamo una risposta».
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