È possibile essere felici?
Esperienza comune è quella di chiedere a persone diverse una definizione diretta e soggettiva della felicità. Il risultato sarebbe sconcertante perché troveremmo definizioni completamente diverse le une dalle altre. Si, è vero, potrebbero assomigliarsi per alcuni versi, ma per altri versi, invece, risulterebbero essere completamente differenti. Esistono molti studi sulla felicità e come questa si presenti a noi esseri umani. Questi studi rilevano la necessità di tre ingredienti fondamentali affinché la felicità possa in qualche modo prendere residenza nel nostro intimo. Questi tre fattori fondamentali sono: la genetica, gli eventi della vita e il modo con cui affrontiamo ciò che ci capita.
Per quanto riguarda l’aspetto genetico, se una scuola la vecchia scuola insiste col dire “su questo nulla c’è da fare”, la nuova scuola, quella che applica l’epigenetica, dice invece il contrario. Da qui si comprende come sia possibile andare oltre l’impostazione genetica e ottenere una variazione di questa sua influenza negativa.
Il secondo è più facile in quanto si rifà agli eventi della vita. Cosa c’è di importante in questo fattore? Perché è facile? È facile perché dimostra come non siano esattamente loro a determinare lo stato di felicità ma che sia invece ciò che noi pensiamo su di essi a determinare lo stato emotivo che percepiamo e viviamo di fronte a certi accadimenti.
Il terzo è il modo con il quale affrontiamo ciò che ci capita nella vita. E qui entra in gioco l’atteggiamento. L’atteggiamento è quello che ci consente di, una volta rimodulata interpretazione dei fenomeni, agire di conseguenza e, quindi, prendere decisioni che siano il più largamente possibile consapevoli. Questo comportamento determina uno stato di tranquillità e di serenità interiore che, se prolungata nel tempo, diviene ufficialmente uno stato di felicità.
È vero; esistono cose che sono fuori dal nostro controllo. Ma proprio perché sono fuori il nostro controllo possiamo essere noi a controllare ciò che esse producono. Il fatto o l’accadimento potrebbe essere fuori dal nostro controllo per alcuni versi, ma per altri, potremmo noi abbiamo il conto sulle nostre emozioni.
Un filosofo Romano liberato dalla schiavitù che ha fatto storia, un filosofo storpio per le bastonate ricevute dai suoi padroni dal nome di Epiteto su questo è stato preciso. Lui disse: “ci sono cose che dipendono da noi e cose che non dipendono da noi. Noi abbiamo potere su tutto ciò che dipende da noi”. E in più aggiunse: “non è ciò che ti capita a farti stare male. È ciò che tu pensi di esso che ti fa star male”. L’interpretazione insomma. Aprirci ad una igiene mentale con un atteggiamento aperto e sereno nei confronti della vita su cosa ci capita, permette di rimanere nel mondo della felicità.
Alla base della felicità vi è la condivisione reale, non social, con gli altri esseri umani. E vi è anche l’essere disposti a perdonare i torti subiti. Quando si è disposti a perdonare si diviene invulnerabili in quanto, nessuno più può farci del male. In questo modo la nostra serenità interiore rimane completamente stabile.