Di Alessandro Mella
Ci sono simboli del passato che si trasmettono nel tempo, che non scompaiono, che si tramandano e che vivono oltre i secoli ed oltre la storia.
A volte oggetti, a volte ricordi, a volte suoni, a volte profumi! Ed è il caso di un prodotto che davvero ha attraversato la storia d’Italia con la sua fragranza che, ancora oggi, ci racconta le pagine gloriose del nostro Risorgimento e dell’Ottocento romantico ed avventuroso.
Tutto iniziò negli anni ’50 dell’Ottocento in un periodo di grandi cambiamenti politici e sociali. Il Regno di Sardegna da pochi anni aveva subito la dolorosa sconfitta della “brumal Novara” ed al trono sardo era sceso il giovane Vittorio Emanuele II dopo il generoso sacrificio di Re Carlo Alberto.
Nella capitale, Torino, trovavano rifugio esuli da ogni angolo d’Italia e si pensava al futuro, al riscatto, alla cacciata degli stranieri dalla penisola. Da lì a poco i soldati piemontesi avrebbero preso la via, tortuosa e difficile, della Crimea alla ricerca di un posto tra le nazioni che contano per poter portare, finalmente, la voce dell’Italia all’orecchio, sordo e cinico, delle grandi potenze.
Nel 1853 il distillatore genovese Stefano Frecceri creò un’acqua di colonia di rarissima qualità, dal profumo incantevole, un qualcosa che ritenne di tale valore da offrirla al Re Vittorio Emanuele che ne fece subito il suo prediletto prodotto per la cura personale. In breve quel profumo inebriante divenne di gran moda presso la Real Casa di Savoia e la sua diffusione iniziò ad andare oltre troni e corone per appassionare politici, ricchi borghesi, nobili e notabili.
Ne fecero largo uso, ad esempio, Camillo Cavour e il suo fido Costantino Nigra per consolidare la propria immagine pubblica e politica. Chissà quante volte la Bianca Ronzani ne colse l’aroma sull’amato Camillo? E quante delle donne che subirono il fascino discreto del Nigra furono colpite da quel profumo delicato?
Ma l’Acqua di Genova non dispiaceva nemmeno alle signore e la celeberrima Contessa di Castiglione prese a cospargersene il corpo statuario ad ogni incontro con il suo più celebre amante. Fu proprio tramite lei che l’Imperatore Napoleone III ne divenne a sua volta un estimatore e consumatore prestigioso. Ed è curioso immaginare come questo magnifico frutto della genialità italiana possa aver tanto contribuito a condizionare i destini del nostro paese. Vi immaginate la Castiglione che, con passo sensuale, sfiorava un Imperatore affascinato dalla sensualità di quella sua peccaminosa tentazione?
Per non parlare della Rosa Vercellana, la bela Rosin, che fumava il sigaro toscano mentre il sovrano Vittorio Emanuele profumava, invece, della sua colonia preferita comodamente seduto alla poltrona degli appartamenti de “La Mandria”.
Nell’ottocento il miglior mezzo per farsi pubblicità, oltre alla stampa del tempo, erano le esposizioni nazionali ed internazionali. Grandi eventi antenati dei moderni expo presso i quali i commercianti e le imprese potevano ambire a ricevere qualificanti premi e menzioni. L’Acqua di Genova si guadagnò ben ventiquattro medaglie d’oro:
«Londra 1862 – Parigi 1878 Vienna 1873 – Australia 1879 – Bari 1892 – Firenze 1861 – Genova 1855, 1858, 1864, 1879, 1884, 1892, 1914 – Lione 1880 – Nizza 1872 – Melbourne 1888 – Milano 1881, 1891 – Napoli 1873 – Palermo 1891 – Perugia 1898 – Tolone 1898 – Torino 1884, 1894. Oltre a queste anche il “Diploma d’Onore”, il titolo di “Gioiello Reale” e nel 1974 la Targa d’Oro “Città di New York”».
Oggi questo formidabile prodotto contraddistingue ancora le persone alla ricerca di una certa raffinatezza, di un tocco di gusto associato ad un importante retaggio storico.
Una spruzzata permette di tornare indietro nel tempo, negli anni lontani dei gentiluomini e delle dame sensuali ed ammalianti, come in un sogno ad occhi aperti.
Si tratta di un profumo di facile reperibilità, non si fatica a trovarlo nelle migliori profumerie e negozi di alta levatura. Personalmente mi sento di raccomandare un suo distributore celebre quale la Gioielleria Ballarino di Cavour (TO) ove ognuno può ritrovare un tempio di memoria, arte orafa e storia il tutto condito da grande professionalità e non comune cortesia.
L’Acqua di Genova è, quindi, molto più di un prezioso complemento per la cura di se stessi. Si tratta di un vero pezzo di storia nazionale ed europea da gustare ed amare oggi come allora.
Alessandro Mella
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