
Il rumore dei nostri passi, a volte, ci sveglia dall’illusione di non essere addormentati…
A volte succede che passeggiando su una spiaggia nascano come per magia delle idee, o dei semplici pensieri.
Tra i mille granelli di sabbia si nascondono pietre colorate, piccole conchiglie donate dal mare che profumano ancora di quelle essenze che nessuno può descrivere con esattezza e che si riconoscono solo se si sono già respirate.
Piccoli doni sono anche i contorti ramoscelli e le radici di Posidonia, sulle quali abitano ancora piccoli organismi che ci raccontano le loro storie e le loro vite passate sopra i fondali di quel mare che non smette mai di stupirci.
Il rumore dei passi che affondano nella sabbia esprime la regolarità del battito del cuore, le orme che resteranno solo il tempo di una prossima onda sono l’impermanenza che si manifesta in tutta la sua drammatica ineluttabilità.
Castelli di sabbia abbandonati ai capricci di una precedente mareggiata, come piccole sagome decapitate dal passaggio di un’onda più violenta, ci raccontano che anche i sogni dei bambini sono esposti alla inevitabile decisione della natura. Ogni cosa sembra destinata a finire.
Sogni, progetti, speranze e ambizioni vivono solo il tempo di un’onda o di qualche tempesta che nella stagione invernale manifesta tutta la sua incontenibile energia.
Nulla sembra essere eterno, tutto ci appare in totale mutazione, nulla è per sempre.
La vita di un sassolino è circondata dal mistero. Il suo viaggio, che ripercorre la storia dell’Universo, dura da più di 13 miliardi di anni, da quando i suoi atomi di erano appena formati all’interno di una stella.
Altre esplosioni, altre vite in altre stelle ancora più grandi fino a differenziarsi in atomi di Silicio di Calcio o di Carbonio, legati a loro volta all’ Ossigeno, in chissà quale punto di chissà quale Universo…
Poi il suo percorso attraverso formazioni rocciose, inabissate nei fondali marine, successivamente riemerse a costituire le attuali scogliere…
Quei frammenti di quelle antiche montagne, che ora calpestiamo senza farci caso, profumano di eternità.
Hanno partecipato come testimoni a infiniti eventi, visto animali che li hanno inghiottiti insieme ai succulenti sedimenti ricchi di sostanze organiche. Sono vissuti tra le radici di quelle stesse Posidonie che formano maestose praterie in grado di ospitare piccoli avannotti, cavallucci marini, anemoni e tane di polpi.
Nessuno potrà mai sapere quali percorsi di vita hanno fatto i piccoli granelli di sabbia che ora danno forma alle nostre impronte.
Il loro numero sembra essere infinito, la loro esistenza sembra essere eterna, più eterna di qualsiasi essere realmente vivente, più longeva di un pensiero che nasce distrattamente dall’osservazione di una piccola conchiglia che con la sua geometrica perfezione ci ricorda che la Natura porta sempre la firma della divinità, poiché Spirito e materia sono una cosa sola, indivisibile, imprescindibile e irriducibile.
La mente elabora nuove immagini, collegando i colori e le forme di altre pietre, per riconoscere nuove figure e nuovi disegni, nell’eterno susseguirsi di caleidoscopiche espressioni nate dalla nostra immaginazione.
Gli psicologi chiamano questo fenomeno “Pareidolia”, l’illusione subcosciente che tende a ricondurre a forme note oggetti o profili (naturali o artificiali) dalla forma casuale. È la tendenza istintiva e automatica a trovare strutture ordinate e forme familiari in immagini disordinate.
Tutti siamo affetti da Pareidolia, ovvero dalla necessità di riconoscere sempre qualcosa di noto, anche là dove solo il caso sembra responsabile di queste splendide illusioni.
Forse si tratta di un disturbo della percezione o forse è solo la necessità di leggere nella natura le forme che ci confortano con la loro impalpabile presenza.
Capita con le nuvole, con qualche profilo roccioso o guardando distrattamente un piccolo angolo di spiaggia con i suoi preziosi doni raccolti dalle onde di una precedente mareggiata…
Capita anche con i nostri pensieri, quelli nati nel corso di lunghe passeggiate sulle spiagge, quando nascono magicamente nuove idee e nuove ispirazioni, embrioni di teorie che potrebbero cambiare la nostra visione del mondo.
Così si scatenano quei terribili mutamenti dell’Anima che non si accontenta mai di rinunciare al profumo dell’infinito, unico autentico orizzonte che ci illudiamo di vedere, ma che non riusciamo mai a raggiungere.
La incredibile magia di questa foto finale in cui le orme sulla sabbia paiono pesci che corrono al mare Gli occhi rocciosi sotto l acqua del mare un sorriso di spuma e la lingua di sabbia….. eincredibile come con un’immagine tu abbia riassunto tutto l’articolo.
Grazie
Come sempre, parole capaci da creare idee ….che sua volta creano un cambiamento di paradigma….grazie
La spiaggia è un limite percorribile fra la terra e il mare, ma anche fra la dimensione naturale e la più profonda realtà psichica. E quelle liguri, con la loro incredibile varietà, con il loro scavarsi nella montagna, attraverso un raggiungimento non semplice nelle calette più segrete, accentuano questo processo e le sue dinamiche alchemiche.Bellissime riflessioni. Grazie Giancarlo!
Grazie a tutti Voi. Ma il
Merito è solo del mare e delle emozioni che ci regala continuamente…♥️
……le orme che resteranno solo il tempo di una prossima onda sono l’impermanenza che si manifesta in tutta la sua drammatica ineluttabilità……
Già proprio così Giancarlo……ma è un tempo che potrebbe essere eterno nel suo attimo sfuggente se soltanto (si fa x dire) la mente attraverso i suoi sensi non si facesse “prendere” dalla ricerca continua e divagante delle forme e delle assonanze pur meravigliose che la natura offre .
…..nulla è per sempre……
giustamente come tu dici…..
“Ma Tutto È in quel punto in quell’impronta”…..
Grazie carissimo
Applaudo il viandante!!!
Grazie 🤩
Dolce e delicato.A tratti poetico.E’ bello immergersi nell’anima che vitalizia l’incontro col creatore.Ed io mi abbandono.
Grazie Prof… gentilissimo 💥