Un viaggio tra i paradossi e i modi di dire popolari, metafore culinarie senza tempo e senza età
«E’ nato prima l’uovo o la gallina?» È una frase comune che ripropone un dilemma storico tutt’altro che banale. Una metafora che attinge ai misteri dell’origine della vita, spesso chiamata in causa per sottolineare antitesi di non facile soluzione. Un dubbio che non ha impedito di apprezzare entrambi i protagonisti di tante, ghiotte ricette della cucina, sia ricercata che popolare.
Il quesito però sembrava rimanere irrisolto, ma una recente ricerca scientifica pare aver messo ordine anche in questo annoso sofisma che si interrogava dal tempo dei tempi, sempre in modo cervellotico e attorcigliato.
Aristotele, infatti, sosteneva che un uovo è “potenzialmente” una gallina e una gallina è un uovo già sviluppato, è un atto compiuto e finito. Dato che secondo Aristotele l’atto (la gallina) è superiore a ciò che è soltanto in potenza (l’uovo) allora è logico che sia nata prima la gallina. Problema risolto? Pare di no.
Ci sono voluti 24 secoli, ma la scoperta di un’équipe dell’Università di Ginevra, capeggiata dal biologo Omaya Dudin e pubblicata sulla rivista Nature, sembra aver smentito la logica di Aristotele, destinando all’uovo la primogenitura.
L’annoso problema sembra essere stato risolto grazie a un primordiale organismo unicellulare sbarcato sulla Terra oltre un miliardo di anni fa. Un organismo “in atto” che, nel codice genetico, conteneva già i codici per la genesi di un sistema vivente molto simile ai primi stadi del feto.
Dunque, l’organismo unicellulare è “nato” miliardi di anni prima degli animali, ancora lontani dal loro divenire. Una sequenza razionale, sulla quale anche il buon Aristotele non ci troverebbe niente da ridire.
L’organismo primordiale in questione è stato scoperto nel 2017 all’interno di sedimenti marini delle Hawaii e ha un nome. All’anagrafe è: Chromosphaera perkinsii, considerato una preziosa new entry per svelare i procedimenti che hanno consentito il passaggio da organismi unicellulari a quelli pluricellulari, dando origine all’evoluzione di tutte le forme di vita sulla Terra.
Gli scienziati che hanno analizzato Chromosphaera perkinsii hanno scoperto che, al massimo della sua evoluzione, la cellula si scinde e si duplica, dando il via a una colonia pluricellulare simile ai primi stadi degli embrioni animali e alla base di quello che sarà lo sviluppo genetico delle varie specie viventi, pennuti compresi.
La notizia ha fatto scalpore nella prima decade di novembre 2024, per poi svanire in un dimenticato dato di fatto. Però, indugiando a ragionare sulla perdita di un millenario modo di dire, d’ora in poi, risolto il dilemma “uovo & gallina”, come si potrà formulare un’allegoria sulle illogicità che si ripropongono senza apparente, ragionevole risposta?
È una grave perdita per un aut aut che va aggiornato anche sulle enciclopedie, tramandato fino a noi dal grammatico romano del IV secolo, Ambrogio Teodisio Macarobio, nella sua opera Saturnalia, dove intuiva: «si presume che l’uovo sia stato creato prima dalla natura, poiché imperfetto e informe, e solo in tappe successive la natura ha prodotto l’essere perfetto (l’uccello), dopo un progressivo effetto di maturazione».
Una deduzione poco rigorosa, ma tutto sommato piuttosto logica, seppur mai confermata dalla scienza. Ora non più.
A questo punto, archiviato il dilemma: «è nato prima l’uovo o la gallina?» Non ci rimane che il ben meno saporito paradosso: «è zuppa o pan bagnato?», Anch’esso di uso popolare, pare d’origine gotica per il termine “suppa”.
Ora però, razzolando tra i modi di dire, sia concesso chiamare in causa: «in vino veritas», così da servire certi motti in tavola dove, piluccando dalle uova alla zuppa annegata in un buon brodo di gallina, quindi in un pollo arrosto, non mancando né pane né vino, ogni dilemma potrà essere risolto.
Una tradizione che si può concludere con il “paradosso di Voltaire” a proposito del caffè… Una elucubrazione che si ripropone con il “paradosso francese”, secondo il quale, pare che i francesi vivano più dei tedeschi, nonostante facciano maggior uso a tavola di salse, alcol e grassi…
Dunque, dubbi risolti oppure no, e detti popolare a parte, l’importante è che nelle prossime abbuffate festive, non manchino gli ingredienti basilari. Ultimo dilemma: pandoro o panettone?
Scusate, ma chi ha covato l’uovo primordiale? Chiedo per un amico
Caro Carlo, non volermene.
I commenti dovrebbero essere positivi, dunque DOVREI, ma non posso,
astenermi dal parlare delle insopportabili sofferenze delle galline ovaiole, anche di quelle tanto citate nelle liste degli ingredienti di biscotti, merendine, pasta e altri manufatti, cioè “allevate a terra”, che vale dire in capannoni senza spazio, per ognuna circa quello di un foglio per stampante. Ciò provoca nei loro organismi dismorfismi e malattie anche da contagio, e comportamenti anomali dovuti allo stress pazzesco di quei poveri cervelli “di gallina”, che le inducono a beccarsi reciprocamente fino anche alla morte.
Per non citare le altre sventurate categorie di galline inventate da esseri umani non solo insensibili ma veramente molto molto crudeli , p.es quelle allevate in gabbia, una condizione terribile, impilate le une sulle altre…pensate a quelle sotto, costrette a vivere quella povera breve vita nella merda delle vicine di sopra…
E veniamo alle uova: si potrebbe pensare ” che male c’è nel mangiare uova, soprattutto se non gallate”? (Cioè non fecondate dal gallo?)
Ma le galline vengono incentivate con apposite terapie ormonali, con luci sempre accese per simulare il giorno, con calore costante per simulare la primavera/estate, a produrre molte più uova di quanto la natura vorrebbe… con il risultato di farle morire molto precocemente per osteoporosi da carenza di calcio dopo inenarrabili sofferenze. Per non parlare dei pulcini maschi, che nascono per essere uccisi nel giro di pochi minuti, stritolati su nastri scorrevoli o triturati nel mangime per le loro “mamme”.
Più” fortunate” le femmine, se destinate a produrre uova come sopra descritto, e i maschi destinati a essere ammazzati dopo poche settimane di ingrasso…per lo più immobilizzati per tutto il tempo, perché il processo sia più veloce. Non perdiamo tempo, ti devo strangolare al più presto!
Chiedo scusa, anch’io fino ad anni fa mangiavo uova, essendo e volendo essere inconsapevole.E mi piacevano quelle frittatine…Poi ,quando la realtà mi ha aggredita senza darmi più scampo, ho dovuto cedere. Le frittatine di ceci che mangio ora sono buonissime e mi fanno sentire un po’ meglio.
La domanda che ora ci dovremmo porre è proprio: “è morto prima l’uovo, il pulcino o la gallina”?
è solo un articolo di alleggerimento in questo momento storico segnato da tante tensioni internazionali, in fondo risolvere un problema millenario e smentire anche Aristotele ci può stare. Per la cronaca: anch’io ho limitato al minimo certi consumi di origine animale… La Gorgonzola però…
Grazie Carlo, d’ora in avanti sarà tutto in discesa!
Ora è tutto chiarissimo
???????????
Ottimo pezzo Carlo!Quanto amo le galline!Se avessi una casetta con un po’ di terreno ne terrei qualcuna libera di razzolare e di farmi le uova e non le mangerei di sicuro(le galline).Dilemma…senza uovo la gallina non c’è.Dilemma natalizio, panettone tutta la vita,pieno di canditi ed uvetta
Finalmente abbiamo trovato la soluzione, ma adesso devi risolverne altri, tipo: “perchè più si dorme più si è stanchi?”
sono entrato in un ginepraio, adesso mi tocca: chi la fa l’aspetti, in bocca al lupo, non fare i conti senza l’oste, chi si è visto si è visto e altri 27 modi di dire d’uso comune
Mi interessa molto … “IN BOCCA AL LUPO” …