
Un percorso mistico nella storia dell’uomo e i puntuali misteri del cosmo
Sabato 21 dicembre 2024 alle ore 10:21 le traiettorie celesti del nostro sistema solare hanno rinnovato l’appuntamento con il solstizio d’inverno. È l’appuntamento astronomico (e gastronomico), con la stagione invernale che inizia in quell’istante, quando sopraggiunge un fenomeno cosmico apparente (quello del Sole più basso all’orizzonte).
Solstizio infatti, significa “Sole fermo” (dal latino sol-sistere), un effetto ottico generato dall’impressione che la discesa del Sole rispetto all’equatore celeste (quasi radente in quei giorni di poca luce solare), rallenti fino al fermarsi. Dunque, anche se non si percepisce, le ore di luce stanno già allungando la durata del dì (periodo di ore soleggiato) rispetto a quelle della notte (ore di oscurità), mentre il giorno conta sempre ventiquattr’ore.
Il solstizio infatti, è l’attimo in cui il Sole raggiunge il punto estremo di declinazione, durante il suo moto lungo l’eclittica (il percorso che la Terra compie in un anno rispetto alla sua stella) È un moto “apparente” perché, sebbene sia la Terra a girare intorno al Sole, l’impressione è che, a spostarsi nel cielo sia il Sole e non viceversa.
La prima intuizione che fosse la terra a girare attorno al sole e non viceversa, risale a Samo, astronomo greco, nel IIº a.C. Una teoria poi abbandonata solo 100 anni dopo, a favore di quella tolemaica che metteva di nuovo la Terra al centro.
Per ripristinare l’ordine del dilemma, si sarebbe dovuto attendere il 1473, quando un altro astronomo, Nicolò Copernico dimostrò che il sole era al centro e i pianeti girano attorno, così come rimasto fino ai nostri tempi in aria di conquista dello spazio “ultima frontiera”.
L’interesse ai movimenti celesti però, risale a civiltà remote che, in ogni parte del globo, grazie a ingegnosi metodi d’osservazione, hanno sempre studiato le traiettorie della Terra tra gli astri, prestando attenzione ai solstizi d’inverno e d’estate, sia agli equinozi di primavera e d’autunno, dedicando loro riti propiziatori, cerimonie e festeggiamenti così come è usanza tramandata fino adesso.
Per i popoli celtici, al solstizio d’inverno corrispondeva la festa di Yule, durante la quale si banchettava intorno al fuoco e si riveriva l’abete, sempreverde simbolo di forza e di resistenza alle intemperie, e se ne adornava il più maestoso nei pressi del villaggio. Tradizione giunta fino a noi sotto forma di albero natalizio.
Dopo il solstizio, i banchetti col sacrificio di alcuni animali (capretto, pecora, maiale) permettevano di acquisire calorie nel periodo freddo, ma solo dopo che, ancora una volta il sole aveva ripreso ad allungare la luce del giorno e quindi, entro pochi mesi si sarebbe potuto tornare a seminare e raccogliere frutti.
Il 25 dicembre in India si decoravano le case con ghirlande. La nascita del Buddha era fatta risalire in quel giorno, quando lo “spirito Santo” discese sulla sua madre Maya. In Egitto, il 25 dicembre si festeggiavano Horus, dio della luce, e Osiride, dio dei morti. I greci celebravano Ercole, i romani Bacco, dio del vino e della vendemmia.
Per i romani il solstizio d’inverno era l’occasione per far baldoria. In quel periodo gli schiavi usufruivano di “licenza” dal 17 al 28 dicembre (le vacanze di fine anno giunte fino ad oggi), assumendo quasi gli stessi diritti dei Patrizi. Opportunità per orge, banchetti e sacrifici, durante i quali si scambiavano anche doni di modesto, ma simbolico valore. Le feste erano dedicate a Saturno, dio dell’agricoltura e avevano un significato di rinascita e nuova luce.
Riferimenti che coincidono con lo stesso tempo e il medesimo messaggio del Natale Cristiano, la nascita di Gesù, inteso come avvento di una nuova era di salvezza. L’abitudine a scambiarsi dei regali il giorno di Natale si riallaccia alla festività cristiana e il prolungarsi fino al 6 gennaio è il giorno in cui il Bambin Gesù si “manifesta” (in greco Epiphaneia, da cui Epifania) ai re Magi portatori di doni, e agli stessi pastori giunti a omaggiare la nascita del Gesù bambino. La Befana è una burlesca figura della tradizione italiana, forse eredità di propiziatori riti pagani poi ereditati dai Romani.
La figura di Babbo Natale nella cultura cristiana è legata a San Nicola di Myra (città dell’impero bizantino), protettore dei bambini. Per le tradizioni germaniche, Odino, durante il solstizio invernale partiva per una grande battuta di caccia. La notte, i bambini lasciavano gli stivali fuori delle porte, con dentro ortaggi per il suo cavallo. Nottetempo, Odino li avrebbe sostituiti con regali e dolciumi. Babbo Natale è infine sbarcato nel Nuovo Mondo nel XVII secolo, presso le colonie olandesi di New Amsterdam, poi New York, come San Nicola che, tradotto in olandese è Sinterklass, da cui il Santa Klaus americano, che a sua volta si è diffuso su tutto il pianeta.
Il presepe è attribuito a San Francesco d’Assisi che, dopo un pellegrinaggio a Betlemme nel Natale del 1222, avendo assistito alle rievocazioni della nascita di Gesù, l’anno seguente allestì il primo presepe vivente a Greccio, un paese dell’Umbria.
Anche il brindisi di Capodanno, risale a questo periodo dell’anno, poiché è allora che la fermentazione del vino e della birra raggiunge il suo apice. Un’altra buona scusa per far baldoria già per i nostri antenati che brindavano tra le mura del calore domestico… Quindi: buon appetito e cin cin!
Tanti cari Auguri a tutti voi della redazione, che ci avete arricchito di notizie tutto l’anno e continuate a farlo anche nelle festività. Il mio vuole essere un augurio da Miss Italia di una volta, quello di avere una pace in tutti i paesi belligeranti e fermare al più presto la carneficina di giovani uomini.
mai un commento più gradito, restituisce un senso a un lavoro di opinione, di ricerca, di investigazione e di approfondimento sospinto solo dal senso di appartenenza e dalla ricerca delle verità. Da parte della redazione tutta, ricambio gli auguri al lettore e tutte le persone a lui vicine
Auguri a Carlo e tutto lo staff
Grazie dei numerosi articoli spronanti a riflessioni profonde e leggere
Riflessione ;
Io sono indipendentemente da Natale.
Natale è perché io sono .
Buon Natale
altro commento estremamente gradito, a nome di tutto lo staff di Civico 20, grazie e molta serenità
Interessante sapere tutte le origini delle festività più sentite!! Grazie Carlo
Cin cin
Caro carlin hai fatto una disquisizione, io appassionato astrofilo, veramente dettagliata sull avvenuto solstizio di pochi giorni fa
Auguroni a te e tutto lo staff e…
Grazieeee
un particolare ringraziamento a Flavio, esperto fotografo delle stelle e poeta della vita. Grazie mille per gli auguri a nome di tutto lo staff