Quello di ieri quello di oggi e quello di domani
Su come si costituì la vita sul pianeta terra, le ipotesi sono molte, il dibattito verte tra quelle formulate dai creazionisti e quelle degli evoluzionisti, credo ci siano teorie che potrebbero mediare o superarle entrambe, non mi avventurerò su questo tema perché prima si dovrebbe esaminare la formazione del nostro pianeta nel contesto cosmico, ritenendo l’infinitamente piccolo non solo compatibile con l’infinitamente grande, ma parte univoca dello stesso.
Il mondo di ieri
Ai primordi dell’evoluzione le formazioni più evolute che vivevano sulla terra racchiudevano parti dei regni inferiori, situazione che potrebbe indicare continuità evolutiva.
Dopo centinaia di milioni di anni gli antropoidi divennero le entità più progredite finché in loro o da loro si sviluppò un ulteriore mutazione, che non possiamo escludere sia avvenuta con l’intervento esterno di entità che si sono reincarnate sulla terra provenendo da corpi celesti diversi, o con l’azione di principi evolutivi più avanzati che hanno insufflato in noi le loro prerogative.
Le nuove creature a differenza degli antropoidi erano in grado di trasformare le esperienze in progresso, conservando ed elaborando la memoria, di fatto sono stati i nostri progenitori.
Esaminiamo le differenze e le prerogative.
Provavano emozioni nuove e diverse, quando scoprivano nuovi territori sentivano un sentimento che coinvolgeva e turbava tutto il loro essere, l’alba e la luce davano fiducia e operosità, la notte il buio ed i loro rumori incutevano incertezza e paura, sensazioni forti si alternavano a sicurezza e sconforto, gli avvenimenti che producevano quei turbamenti li emozionava e sconvolgeva nello stesso tempo, e non erano altro che il prodromo dell’amore, non quello ormonale perché non avevano ancora assaporato il simbolismo della mela, si trattava di amore spirituale, quello cosmico verso l’entità da cui derivavano o dal Dio delle religioni, spiegazione prioritaria basata sull’ antropomorfismo, perché più semplice da capire, trasmettere e maggiormente manipolabile a misura e convenienza degli officianti sacerdoti.
Il diverso e il nuovo potevano essere un pericolo od un’opportunità, le sensazioni producevano sentimenti, i sentimenti erano supportati dai sensi che iniziavano a raffinarsi e qualificarsi.
Immaginiamo l’emozione prodotta dalla straordinarietà della natura, un’estasi, un delirio dei sensi, un po’ come ancora raramente capita ad alcuni di fronte a straordinari paesaggi naturali o artistici, sensazione conosciuta come sindrome di Stendhal o di Firenze.
L’estraneo era temuto e spaventava, ma quando improvvisamente in una situazione di pericolo anziché scappare tendeva la mano in aiuto fece scoprire un sentimento nuovo, l’amicizia, poi venne la solidarietà e la collaborazione, si attivarono sinergie tali da aumentare enormemente i risultati, riducendo i rischi.
L’homo habilis iniziò a colonizzare il suo ambiente, i rifugi sicuri, l’alimentazione supportata dalle riserve accumulate, svilupparono e fortificarono in lui nuovi comportamenti, gli ormoni iniziarono a competere con la sua natura spontanea che era di derivazione spirituale, con quella materiale che portò successo e straordinario progresso nella sua vita sulla terra, spesso a scapito della componente spirituale che poco serviva nell’alimentarsi, nel competere e primeggiare, spostando l’amore verso la carnalità, la natura da matrigna diventò fornitrice e non si esitò a sfruttala.
L’aspetto spirituale in alcuni si evidenziò nelle arti figurative, in quelle musicali o in quelle ingegneristiche, in altri, in introspezione sviluppando qualità e sensibilità particolari, uno straordinario viaggio endogeno dove la meditazione accendeva sensibilità sconosciute.
Il tempo che da sempre aveva prodotto sviluppo e progresso divenne tiranno, imponendoci ritmi tali da frenare non solo la meditazione, ma anche la riflessione, il ripasso mentale e la revisione accurata degli eventi.
Il mondo di oggi
Prima, l’avvento della società industriale che aumentò l’occupazione creando nuovi stati sociali, poi quella post industriale che produsse tecnologia digitale inimmaginabile, internet, cellulari, materiali come il silicio che trasformò il meccanografico in moderni computer la cui velocità consentiva operazioni complesse tali da trasferire le scienze direttamente nel futuro, in precedenza appannaggio di veggenti o visionari.
L’innovazione più importante e futuristica di questa nuova frontiera è certamente la fisica moderna, in particolare la quantistica che ha introdotto nuovi scenari, lo spazio tempo, l’infinitamente piccolo e l’origine di tutto, e sono solo i primi passi, forse procedendo potremo finalmente rispondere al “chi siamo noi “.
In mezzo a questi straordinari e suggestivi progressi, il simulacro della nemesi ha attivato il meccanismo dell’autodistruzione, i grandi progressi della medicina non solo hanno curato moltissime affezioni migliorando la salute dell’uomo, allungando la durata della vita, ma hanno aumentato il rapporto demografico a tal punto, che il massivo consumo del territorio ha fatto ammalare il pianeta tale da renderlo meno abitabile, ed è solo l’inizio, la degenerazione oltre ad essere progressiva sarà geometrica, negli anni sessanta la fondazione Agnelli postulò l’ipotesi di un alga che iniziava a infestare il lago di Ginevra, consiglierei di rileggere quell’ipotesi, oggi potrebbe essere molto attuale.
L’immediatezza della comunicazione e dell’informazione sono state talmente brusche e veloci da non venire ben metabolizzate, per cui abbiamo un’umanità confusa e sempre pronta a seguire la notizia, confondendo il reale con il fittizio, senza contare i manipolatori che forti di questa condizione hanno iniziato la guida del gregge, obliando la persona, pronti a sacrificarla alle loro priorità ed interessi, situazione da sempre esistente, solo che prima era attuata con la forza, oggi con il mezzo subliminale dell’informazione massimizzata.
Chi a volte ha seguito certi miei ragionamenti sa che tutto ciò che esiste vibra, dai quark alle stelle, le vibrazioni sono onde, alcune quelle sonore le onde radio, sono state studiate e catturate con risultati sorprendenti e di grande utilità, anche i pensieri sono vibrazioni al momento sono ancora considerati fenomeni individuali ed esclusivamente personali, non è così, le loro vibrazioni costituiscono onde che non siamo ancora in grado di valutare, catturare e misurare la consistenza, ma che complessivamente influiscono sul pianeta attraverso i nostri umori collettivi, come una nube capace di interagire, danneggiare e modificare le atmosfere e il pianeta.
I terremoti producono vibrazioni ancor prima che vengano avvertite dalle apparecchiature preposte ad individuarle, gli animali le sentono in anticipo, il ricordo ancestrale è ancora presente nel loro istinto, il nostro istinto è ormai sopito, ma la premonizione di altri rischi sta sviluppandosi in noi, generando insoddisfazione, panico e irritazione ai quali rispondiamo ancora individualmente ma in crescendo, il cui risultato sono violenze efferate anche contro i consanguinei, nessuna remora o rimorso nel delinquere, la frammentazione infinitesimale della protesta, contestare ogni cosa senza una visione complessiva.
I sociologi spiegherebbero tutto logicamente, i femminicidi determinati dal patriarcato e dalla nuova condizione di indipendenza della donna, ed è vero, le proteste mini corporative, dipese dall’immediatezza delle comunicazioni alla portata di tutti attraverso Internet e WhatsApp, la violenza efferata e per futili motivi dovuta alla diffusione massiva delle droghe ed alla mancanza di metodologie educative, inesistenti nella scuola pedagogicamente e correzionalmente, educazione familiare proporzionata alla sempre meno presenza della famiglia nella società. Tutte situazioni vere ed ineccepibili che trascurano il catalizzatore che accende iniziative e reazioni, quella nube vibrazionale fatta dalla moltitudine di pensieri di insicurezza, paura, diffidenza generalizzata che sta incendiando la società e l’intero mondo e che chiamerò Phrenosfera.
Il mondo di domani
Un domani, potrebbe non più esserci se gli egoismi e gli interessi individuali non si placheranno, due umanità ora si contrappongono, quella maggioritaria ricca e lobbistica dominata dalla sua componente materiale che pensa ed agisce solo per il contingente, asservita al denaro ed ai suoi prodotti, che rifugge il dolore infiggendolo agli altri. L’altra umanità, debole e minoritaria composta principalmente da buonisti, ecologisti, banderuole del dissenso, di fatto asservite senza saperlo ai materialisti, poi ci sono gli utopisti, i visionari, i trascendentali, i mistici, gli esoterici, tutti quanti, senza una guida comune affogano nelle loro peculiarità individuali, ci vorrebbe una guida comune un nuovo salvatore per orientarli.
Altra ipotesi per il futuro, interventi mirati sui DNA forse già iniziati, non si sa quanto involontariamente con alcuni vaccini che oltre i benefici, potrebbero mutare le caratteristiche degli animali, genere umano compreso, le cui conseguenze non sono valutabili, e solo una campionatura in grande scala come è la vaccinazione potrà documentare, che sia già iniziata?.
Dovremo ipotizzare due domani, quello del tempo contingente che riguarderà le prossime generazioni e quello remoto, nel primo ci sarà un settore dell’intelligenza artificiale preposto alle valutazioni d’impatto di ogni novità e comportamento sull’infinitamente piccolo sul pianeta e i suoi abitanti, si conoscerà e misurerà l’impatto emozionale degli stessi e quali eventuali riverberi sull’infinitamente grande.
Nel secondo, il remoto, non saremo più educati a ragionare sul principio di causa ed effetto, il futuro evolutivo non risponderà a questa tematica sarà più assimilabile al principio d’indeterminazione di Heisenberg, anche se nel tempo verrà affinato e poi modificato.
Diventeremo creatori non più con la carne, ma con le vibrazioni, non saremo più materia ma energia, conosceremo la funzione delle particelle oltre l’aspetto fisico, non proveremo più dolore e paura, ci nutriremo di consapevolezza e l’amore sarà il convincimento di essere parte del tutto.
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