
Che cosa rimane in noi dopo aver vissuto questo periodo storico in cui la sospensione da qualsiasi logica ha imperato a livello nazionale?
Verità negate, sopraffazione in base a criteri del tutto opinabili, distruzione di ogni valore su cui è fondata la nostra storia, attacco alla Costituzione e follia a 360°.
Le immagini dell’ex ministro Speranza che dichiara il protocollo “Tachipirina e vigile attesa” essere un’invenzione dei no-vax, sono equiparabili solo a quelle del presidente del consiglio Draghi che, pur sapendolo, insiste sulla sicurezza del vaccino come unica soluzione per non morire o peggio ancora far morire gli altri contagiandoli.
Ci sono immagini stampate nel nostro cervello – o almeno nel cervello di quelli che non se lo sono bevuto sorseggiando “bevande” provenienti di Bruxelles – che, spero, restino indelebili quando cercheranno nuovamente di trascinarci in qualche esperienza comune, come un gregge belante e terrorizzato dai terribili pericoli ventilati dai media prezzolati da USAID.
Ecco che un breve testo del giurista Mario Marchisio fa il punto della situazione, non senza quel moto di insofferenza tipico delle persone che hanno assistito allo scempio, hanno cercato di contrapporsi con logica e determinazione e hanno ricevuto in cambio sarcasmo, quando non offese. C.M.
Sarebbe un grave errore interpretare gli eventi del biennio infernale 2020-2021 come fatti ascrivibili a una determinata corrente politica.
Certo, allora il governo italiano era di sinistra, ma tale governo ebbe il pieno appoggio da parte della cosiddetta opposizione, che nel nostro paese – come in gran parte dell’Europa continentale – fa da molti anni rima con sottomissione.
Sottomissione bipartisan al sultanato di Bruxelles…
Ciò che è avvenuto nel 2020 e nel 2021 è un tipico esempio di come si possa sospendere e con estrema facilità annientare ogni garanzia costituzionale, semplicemente facendo ricorso al concetto di «stato d’eccezione», che nella fattispecie fu chiamato «stato d’emergenza» (più adatto a orecchie non avvezze alla terminologia giuridica tradizionale).
Non occorre comunque leggere le opere di Carl Schmitt per rendersi conto che questo procedimento rappresenta sempre un salto nel buio foriero di pessime sorprese, perché in realtà qualsiasi governo può decretare uno stato d’emergenza e quindi abolire le garanzie costituzionali.
Formalmente, occorrerebbe che entro un certo numero di mesi si rientrasse nella norma, ma guarda caso lo «stato d’emergenza» fu reiterato.
Chi o che cosa poteva impedire di reiterarlo all’infinito?
La sospensione delle garanzie costituzionali andrebbe decretata soltanto ove sia in atto un colpo di Stato, sospendendole appunto per colpire rapidamente coloro che ne sono responsabili.
Ma quando, mi domando, un problema sanitario ha mai portato a cancellare i diritti costituzionali? Non ha senso ipotizzare un TSO collettivo.
Eppure, avvenne proprio questo.
Andiamo per ordine. Va anzitutto inquadrato l’aspetto giuridico della questione, o meglio antigiuridico, con lo smagliante abuso del concetto di emergenza/accezione (pericoloso già di per sé) che ha introdotto una situazione dittatoriale di fatto.
In secondo luogo, si è innestato su di essa l’altro grande e ignobile abuso: la violazione dell’obbligo dei medici di rispettare il giuramento di Ippocrate, cioè di curare i pazienti in tutti i modi a loro conosciuti – non di farsi dire dal governo se devono curarli o meno!
Mi riferisco alla paralisi nelle terapie che c’è stata per tutto il 2020 e larga parte del 2021 in nome di non si sa quale pericolosità degli unici farmaci che sarebbero stati utili per curare il coronavirus.
Tutti i medici in grado di intendere e di volere, dopo le prime autopsie sapevano benissimo che avrebbero salvato quasi tutti i malati con una terapia iniziale a base di antinfiammatori (non con la Tachipirina e la «vigile», funerea attesa); e se la patologia permaneva, passando al cortisone per poi – nei casi più gravi – ricorrere all’eparina a basso peso molecolare per quattro o cinque giorni.
Il terzo grande abuso, connesso ai primi due, è stato l’imposizione della salvifica vaccinazione, pena la perdita di diritti fondamentali come quello di lavorare, spostarsi e riunirsi a qualunque livello, al bar come al ristorante, e costringendo chi era privo di automobile a fare delle maratone quotidiane durante i mesi interminabili della non-libertà, mentre gli obbedienti al diktat, seduti sui mezzi pubblici, si facevano beffe dei ribelli cretini che andavano a piedi, giustamente umiliati…
Consideriamo infine il numero vertiginoso di effetti collaterali – da quelli lievi a quelli mortali – che sono derivati da questa somministrazione in massa di pseudo-vaccini.
Come se non fossero bastati tutti i morti causati dalla mancanza di cure, che esistevano ma venivano inibite, si aggiunsero quelli successivi all’ingresso in scena del siero miracoloso.
È presumibile che buona parte di coloro che allora avevano accettato di sottoporsi a questi trattamenti (per i motivi più vari, dalla paura all’idiozia al tornaconto), adesso esiterebbero o si rifiuterebbero.
Resta il fatto che chi ha organizzato la danza macabra intorno al Covid, avrà modo, con nuovi pretesti, di lanciare ulteriori crociate in nome dell’umanità e per il supremo bene del proprio conto in banca.
O forse mi sbaglio, venerata Ursula?
Già condivido tutto!!
Purtroppo dovrebbero pubblicare quanti sono stati i danni per coloro che si son fidati del vaccino!!
Ufficialmente, i danni sono stati “inferiori ai benefici”…
Io dopo il vaccino n 3 non sono stato più lo stesso , cosa mi succede ? Innominabile ….