L’ex fonderia Gervasone, la riapertura del Castello di Ussel, la Maison de Johanna
In un caldo giorno di luglio, in transito per la Valle d’Aosta, sosto a Ussel, località alla quale le relazioni dettagliate di Goffredo Casalis riservano poche parole:
«Ussel: luogo posto nel ducato di Aosta; veniva già compreso nella baronia di Chatillon.»
Il ferro ossidulato di Ussel si estraeva da una miniera. Ne scrive ancora il Casalis, sotto la descrizione del comune di Châtillon, ove ci presenta di scorcio la figura dell’industriale Gervasone, a cui si deve la locale fonderia:
«In vicinanza di Castiglione (1), ed in attiguità del castello d’Ussel, si coltivò uno strato ben regolato, della spessezza di tre a quattro metri, diretto da levante a ponente, inclinato a tramontana di 25 gradi. Questa miniera, a motivo del suo giacimento, è tenuta per miniera a gruppi, in una pietra cloritosa.
L’ultimo coltivatore fu il signor Gervasone: ora è abbandonata.»
Da tempo il Comune di Châtillon si è posto il problema del recupero della ex fonderia Gervasone, ora in grave stato di abbandono, ma al momento nessuna ipotesi ha trovato un progetto concreto di sviluppo e realizzazione.
Nella parte alta del paese, sorge anche l’Istituto Gervasone, erede di una grande storia. Il nome ricorda l’ultimo discendente della dinastia dei Gervasone, maestri ferrai bergamaschi che, stabilitisi a Châtillon nella seconda metà del XVII secolo, si dedicano con successo all’industria metallurgica. Adolfo, figlio di Pietro Gervasone, poco prima della morte senza eredi, avvenuta nel luglio 1927, dispone con testamento che la sua eredità, composta da vari beni immobili per un valore stimato in 1.500.000 lire dell’epoca, andasse all’Asilo Infantile Rigollet di Châtillon, con l’obbligo per l’ente di creare un ricovero a favore delle persone più povere e ammalate, in particolare dei bambini dai tre ai quattordici anni bisognosi di cure e di assistenza. Dopo alcuni rovesci e peripezie finanziarie, nel 1937 l’Ente Morale Asilo Ricovero Gervasone cede al Comune, per 225.000 lire, tutto il suo patrimonio. Nel maggio 1938 la Segreteria dei Fasci Italiani all’Estero acquista l’edificio per istituirvi una colonia montana temporanea in favore dei figli di italiani all’estero, al prezzo di 220.000 lire, pagabili in diverse annualità (il contratto non verrà stipulato e il debito mai onorato).
Nel dopoguerra l’edificio, rimasto di proprietà del Comune, è adibito a sede della scuola media e della Scuola di Avviamento Commerciale, sino all’inaugurazione della nuova scuola media in via Plantin. Nel vecchio fabbricato si iniziano lavori per trasformarlo in un convitto per un centinaio di ragazzi; l’architettura della struttura primitiva ha mantenuto una certa eleganza e l’intonazione allo stile montano.
Il Castello è la particolarità di Ussel, in quanto rappresenta una svolta nell’architettura militare valdostana. Siamo infatti in presenza del primo esempio in Valle d’Aosta di castello monoblocco, ultima fase evolutiva del castello medievale, che segna il passaggio tra il contemporaneo castello di Fénis e le rigide forme di quello di Verrès.
Dopo essere passato più volte dagli Challant ai Savoia e viceversa, il castello venne utilizzato come prigione, fino al completo abbandono. Nel 1983 il barone Marcel Bich, dopo aver acquistato il castello dalla famiglia Passerin d’Entrèves, erede degli Challant, lo donò alla Regione, che ha provveduto al restauro e lo ha adibito a sede espositiva.
Il 19 luglio 2023 avevo già tratteggiato il legame fra Torino e Ussel attraverso la figura di Marcel Bich, inventore della biro: https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=48422
Nel corso dell’estate 2024, in una prima fase, il Castello è stato aperto dal 20 luglio al 4 agosto, il sabato e la domenica. Dal 10 al 25 agosto il maniero sarà aperto tutti i giorni, dal 31 agosto al 29 settembre il sabato e la domenica.
L’orario delle visite guidate, della durata di 45 minuti, è il seguente: 10:15 – 11:15 – 12:15 – 15:15 – 16:15 – 17:15 e 18:15. Sono ammessi gruppi di massimo 25 persone, per la conformazione dei locali, dei quali sono visitabili il piano terra e la sala piccola del primo piano.
In occasione della manifestazione “Plaisir de Culture”, nei giorni 14, 15, 21 e 22 settembre l’ingresso al Castello sarà gratuito. Dal 14 al 22 settembre 2024, in concomitanza con le “Giornate europee del Patrimonio”, questa rassegna propone una serie di attività di promozione e valorizzazione del patrimonio e delle tradizioni culturali della Regione Valle d’Aosta. Il programma degli eventi sarà disponibile a breve sul sito www.lovevda.it
Per scattare le foto più significative alla prospettiva del Castello sono tornato in un luogo che mi ha già ospitato in precedenti viaggi in Valle d’Aosta, “La Maison de Johanna”, piccola struttura con due appartamenti e un grande cuore aperto all’accoglienza dei turisti. Collocata in una casetta nel cuore della borgata, dal suo giardino offre una splendida visione del Castello di Ebalo di Challant.
E Johanna, ragazza venuta dalla lontana Polonia per lavorare, da qualche anno accoglie i turisti e restituisce alla Valle d’Aosta quello che lei stessa ha ricevuto, grazie al suo impegno di anni: un luogo dove fermarsi, un ambiente dove ci si sente a casa, in una universalità inclusiva di lingue e Paesi, senza confini, sotto il cielo delle montagne più alte d’Europa.
Note
1.Il toponimo sarà italianizzato in “Castiglion Dora” durante il fascismo dal 1939 al 1946, includendo il Comune di Pontey.
Bibliografia
Goffredo Casalis – Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale degli stati di S. M. il Re di Sardegna – Torino, 1833-1856, in 28 volumi, di volta in volta pubblicati presso codesti editori torinesi: G. Maspero librajo e Cassone, Marzorati, Vercellotti tipografi.