
La storia, la rinascita, la collezione di uno dei più importanti musei ferroviari d’Europa descritti nelle pagine del volume di Stefano Maggi
La storia del luogo, la rinascita, la collezione dei rotabili ferroviari vengono descritti nelle pagine del volume, “Pietrarsa da officina a Mvseo Ferroviario”, curato da Stefano Maggi con una prefazione di Paolo Rumiz , edito da Rubbettino Editore. Il Museo di Pietrarsa luogo unico in Italia, e uno dei più affascinanti musei ferroviari d’Europa. “ È un luogo, questo, scrive nella prefazione Paolo Rumiz , dove storia e paesaggio si uniscono per narrare un’unica epopea. Pietrarsa svela un Meridione evoluto ben prima dell’unificazione italiana”.
Sorge su una colata di lava solidificata, un residuo dell’eruzione del Vesuvio del 1631, che raggiunse il mare, creando una “pietra arsa”. Nel 1840, tredici anni prima della costruzione dell’Ansaldo di Genova, venne qui fondato dal re Ferdinando II di Borbone il Reale Opificio meccanico e pirotecnico di Pietr’arsa, che divenne la più grande industria del regno delle Due Sicilie e una delle più importanti dopo l’unificazione nazionale. Il volume a cura di Stefano Maggi – Professore ordinario di Storia contemporanea all’Università di Siena – “ è articolato in tre parti, che delineano le fasi fondamentali della storia dell’antico opificio: la prima ,“Pietrarsa com’era”, dedicata ai 135 anni di produzione degli oggetti in ferro di vario tipo, compresi proiettili e motori ,e poi alla costruzione e riparazione delle locomotive.
La seconda “Pietrarsa diventa museo FS”, racconta la complessa storia della riapertura museale; infine “Pietrarsa rinasce” incentrata sulle vicende più recenti, con nuovi scopi culturali”. Ogni parte è seguita da immagini relativi all’argomento trattato. Alcuni documenti storici su sfondo grigio tortora e box di approfondimento (focus) su sfondo rosso completano la narrazione degli avvenimenti del longevo stabilimento. Ciascuno dei 14 capitoli del libro sono redatti con testi di studiosi, Luigi Cantamessa, Sara Cirasola, Stefano Maggi, Fabio Mangone, Oreste Orvietti, Valeria Pagnini, Ilaria Pascale, Aldo Riccardi, Paolo Rumiz , ogni scritto si apre con la foto di una rotabile conservato a Pietrarsa, a partire dalle tante locomotive a vapore che hanno accompagnato la storia d’Italia, per concludere con una littorina e un locomotore elettrico,”ponti” verso il futuro della ferrovia”.
Le ferrovie Italiane, dunque non hanno scelto un semplice capannone industriale per conservare e divulgare le loro antiche glorie, ma hanno deciso di valorizzare il primo opificio e l’officina riparazioni sulla prima tratta ferroviaria nazionale. Luigi Cantamessa – Direttore generale Fondazione Fs Italiane – “Una pubblicazione che raccoglie e organizza tutto lo scibile finora rintracciato su questo luogo. Un libro di approfondimento, di immagini e disegni, ma anche di lettura e ricerca”. Nel 1839, proprio in quest’area era stata inaugurata la prima ferrovia della Penisola, che collegava Napoli a Granatello di Portici. Si legge ancora nella prefazione di Paolo Rumiz ”La rapidità stupefacente con cui questo luogo è stato strappato dalla Fondazione FS alle ortiche e all’incuria indica l’urgenza che il paesaggio industriale italiano si doti anche altrove di una propria storia narrata . Non è possibile immaginare un futuro se non si ha la coscienza di ciò che si è stati”.
La Fondazione FS Italiane, è stata costituita nel 2013 e si occupa di recuperare, valorizzare e consegnare integro alle generazioni future il patrimonio storico delle Ferrovie italiane, tassello fondamentale dell’identità nazionale. Custodisce una collezione di rotabili d’epoca composta da oltre 400 mezzi- di cui circa 200 funzionanti e operativi – gli archivi e le biblioteche, i musei di Pietrarsa e Trieste Campo Marzio, le sale storiche nelle stazioni e le linee ferroviarie un tempo sospese, oggi recuperate a una nuova vocazione turistica con il progetto «Binari senza Tempo». A vantaggio delle comunità e dei territori.
Autore:
Stefano Maggi, professore ordinario di Storia contemporanea al Dipartimento di Scienze Politiche e Internazionali dell’Università di Siena , di cui è stato direttore dal 2013 al 2019. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo,”Dalla città allo stato nazionale. Ferrovie e modernizzazione a Siena tra Risorgimento e fascismo (1994)”; “Colonialismo e comunicazioni. Le strade ferrate nell’Africa Italiana (!887-1943)” (1996); “Storia dei trasporti in Italia”(2009); “Le ferrovie (23017); “The Italien Railways. 1839-2019”(2020); “La rotaia e il treno . Due secoli di sviluppo”(a cura, 2023).
Descrizione immagini:
Foto – copertina libro
Foto 1 Statua di Ferdinando II di Borbone dopo gli interventi di restauro(2024) © Luca Merisio
Foto 2 “rotabile 899 006”
Foto 3 Padiglione B-C delle carrozze e littorine (2007)
Foto 4 Panoramica del padiglione delle carrozze e littorine dove è esposta anche la locomotiva elettrica E444.001(2024) ©Luca Merisio
Le immagini che documentano il testo sono tratte dal libro:
“Pietrarsa. Da officina a Mvseo ferroviario”, a cura di Stefano Maggi,335 pp. ill. col. e b/n , Rubbettino Editore, Soveria Mannelli (Catanzaro) 2024, €28.00
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