L’origine può esprimersi completamente attraverso l’essere umano solo mediante un’anima nuova poiché l’anima biologica non può superare i limiti naturali
Quante volte abbiamo sentito parlare della grandezza d’anima di una determinata persona? Spesso è stato fatto riferendosi alla sua capacità di agire in modo particolarmente stupefacente rispetto al comportamento comune. Alcune volte persino in relazione alla possibilità di trascendere il limite naturale dell’essere umano.
Tuttavia ciò che si dice in merito è spesso frutto di un equivoco. Si dà per assodato che di anima ce ne sia una sola e che le sue possibilità di crescita siano illimitate. Questo è solo parzialmente vero, infatti lo è fino a quando non si arriva a percepirne i limiti.
Basti per esempio ricordare che anche gli animali hanno un’anima, ma essa ha caratteristiche diverse da quella degli esseri umani. Non si tratta di differenze di merito o di dignità, ma di funzione. Di queste differenze tratteremo in altra occasione.
L’anima di cui è dotato l’essere umano biologico è essenzialmente simile a quella degli animali e serve principalmente per far funzionare la macchina-uomo fin nei suoi aspetti più sottili, energetici, emotivi e mentali.
L’essere umano biologico, però, è solo una parte del sistema essere umano; l’intero sistema umano, previsto dal piano originale, è assai più complesso. Inoltre è difficile da comprendere e rendere funzionante, poiché trascende gli aspetti sottili e permea tutti gli universi.
Per far funzionare il sistema completo non è sufficiente l’anima naturale ma occorre qualcosa di più adatto e potente che possa farsene carico. Occorre cioè un’anima pensata precisamente per tale scopo.
L’esempio che segue potrà aiutarci, per analogia, a comprendere tali affermazioni.
Un imprenditore decide di produrre qualcosa e quindi fa costruire una fabbrica, dentro la quale ci sarà tutto quello che serve, macchine, materiali, energia, per costruire ciò che ha pensato. Egli sarà il padrone della fabbrica.
Successivamente assume le maestranze che dovranno prestare la loro opera
e utilizzare ciò che hanno a disposizione dentro la fabbrica per realizzare praticamente ciò che egli si aspetta.
Perché tutto funzioni e sia coordinato, assume un direttore, al quale affida il compito di trasferire operativamente ciò che egli ha pensato.
Il direttore, su ordine del padrone, coordina macchine, materiali, energia e maestranze per ottenere il risultato atteso.
Ora ci è chiaro che il padrone e il direttore sono due persone distinte!
Bene!
Dopo un certo tempo accade che le cose nella fabbrica non funzionino più come dovrebbero, perché il direttore, benché sia un uomo capace e onesto, non potendo andare oltre le proprie capacità, non è più in grado di svolgere correttamente i compiti che lo sviluppo della fabbrica richiede.
Così perché tutto torni a funzionare, occorre un nuovo direttore che sia in grado di ricevere coerentemente gli ordini dal padrone e abbia le capacità per tradurli operativamente.
Il vecchio direttore dovrà passare le consegne al nuovo direttore che rimetterà la fabbrica nelle condizioni necessarie per fare ciò per cui è stata pensata.
Il vecchio direttore non sarà comunque licenziato, ma continuerà a svolgere
le mansioni che è in grado di sostenere, al servizio del nuovo direttore.
Ora ecco l’analogia:
- padrone ========= origine
- vecchio direttore === anima biologica
- nuovo direttore ==== anima originale
Noi,
rappresentiamo la fabbrica al completo e siamo gestiti da un’anima che non è in grado di comunicare con l’Origine. Occorre una Nuova Anima che lo possa fare.
Lo scopo della presenza dell’essere umano in questa esistenza è quello di prendere coscienza di avere un lavoro da svolgere. Si tratta di accettare un processo di ristabilimento delle funzioni originali del sistema in cui è inserito in modo che possa nuovamente funzionare secondo il Piano Originale, dialogando direttamente con l’Origine mediante una Nuova Anima.
Queste informazioni sono inscritte in ogni essere vivente fin dal primo manifestarsi della vita nella materia, e sono state trascritte in migliaia di libri perché non vadano perdute.
Troppo spesso però cerchiamo in ogni dove gli occhiali che portiamo sul naso, arrabbiandoci perché non li troviamo. E quando qualcuno ci fa notare che li abbiamo sempre avuti sul naso, ci arrabbiamo pure con lui perché non ce lo ha detto prima!
Ecco, la nostra anima biologica funziona così e non ne ha colpa; inutile quindi pretendere troppo. Forzandola a fare ciò che non può, sarà costretta a imitare un’entità che lo deve e lo sa fare perché nata per quello.
Per questo si dice “chi fa da sé fa per tre” (ma non di più), mentre per trascendere i limiti occorre compiere un salto quantico, sintetizzabile nel detto “l’unione fa la forza” (necessaria per compierlo).
Schema e testo
Pietro Cartella
Se l’argomento è di interesse, ogni commento è gradito, e altrettanto la sua condivisione