Intervista ad Antonino Magistro
Nato da un’idea del noto cardiologo professor Giuseppe Barbaro il Premio De Donno trova in diverse associazioni la volontà di istituire un riconoscimento in onore di un eroe e martire, che ha salvato tantissime persone nel breve periodo concessogli per sperimentare la cura per combattere la Covid-19 con il “plasma iperimmune”.
La conferenza stampa non sarà alla Camera dei Deputati, perché il permesso è stato revocato all’ultimo momento… secondo l’abituale protocollo di caos all’interno delle istituzioni.
D’altra parte se un illustre “scienziato” come Matteo Bassetti sigmatizza la concessione del luogo e si chiede il significato di questo premio, è chiaro che il possibile risalto dato a personaggi sospesi dal lavoro e senza apparizioni televisive è fastidioso non solo per qualsiasi virostar ma anche per tutti quelli che continuano a volerci fare accettare una realtà distorta.
Abbiamo quindi intervistato il dottor Antonino Magistro, Presidente del “Popolo d’Italia Liberi e Forti” e Coordinatore del “Comitato Tecnico Scientifico Pro Veritate”, il quale afferma che il premio si terrà in tutta la sua formula, per nulla limitata da un veto più che prevedibile: l’improvviso cambio di direzione è di una delle tante manifestazioni di come le cose stanno andando in questi ultimi tempi, non diversamente dalle vicende di tutta la narrazione psicopandemica.
La premiazione è stata infatti destinata da subito nell’importante Hotel delle Nazioni a Roma in via Poli 6 dalle 14.30 e raccoglierà personaggi di grande spicco che si sono distinti durante gli ultimi tre anni e hanno contribuito a realizzare un notevole lavoro da un punto di vista etico e morale.
Si tratta di una drastica presa di posizione contro una narrazione sempre più manifestamente falsa…
Il ricordo di Giuseppe De Donno ben si lega al valore di questo premio: il professore è stato l’antesignano della terapia con il plasma iperimmune per la Covid 19, “che da studi randomizzati controllati anche in Italia non ha dato i risultati affermati”, secondo il parere di chi imponeva “Tachipirina e vigile attesa”.
Il riconoscimento è conferito a medici, che hanno agito in scienza e coscienza, secondo il giuramento di Ippocrate; a coloro che hanno raccontato una narrazione diversa da quella del mainstream, fuor dal coro, nonché a coloro che sono stati vessati dal sistema: cioè ai giornalisti e giuristi che si sono distinti in questi 3 anni per aver portato avanti una informazione indipendente e per aver cercato la verità in risposta a questa crisi sanitaria.
Chi sono questi personaggi?
Mariano Amici, Massimo Citro, Silvana De Mari, Giovanni Frajese, Mario Giordano, Augusto Sinagra, Andrea Stramezzi e molti altri che non hanno mai smesso di fare sentire la loro voce di dissenso, portando testimonianze scientifiche circa la falsità di questa narrazione, al limite del ridicolo.
Abbiamo considerato l’importanza di un documentario come “Invisibili” e al suo regista Paolo Cassina va la nostra targa; come alla vedova di Giuseppe De Donno. Anche a Maria Giovanna Maglie è doverosa l’attribuzione del riconoscimento.
Danno la medaglia a Brusaferro, premiano gente inutile quando non dannosa, fanno venire Antony Fauci per conferirgli la laurea ad honorem quando è incriminato non solo in USA: gente che ha contribuito non solo a diffondere il terrore ma ha pubblicizzato il siero genico che ha procurato effetti avversi già quantificabile in centinaia di migliaia di morti e che ne farà ancora in modo esponenziale. Le previsioni per il 2025 sono disastrose.
Quale è il suo impegno politico?
La confederazione “Popolo d’Italia Liberi e Forti”, mia creatura, ha creato il “Comitato Tecnico Scientifico Pro Veritate” con cui ha messo a nudo tutte le realtà e le incongruenze che in questi 3 anni sono state perpetrate nei nostri confronti.
Un gruppo di biologi, immunologi, medici, scienziati da una parte; legali, magistrati, economisti, persone che lavorano nel sociale e hanno capito quel che è successo, dai distanziamenti ai problemi dall’altra…
È impressionante venire a conoscenza di quante sfaccettature di illegalità abbiamo subito: non solo la dittatura sanitaria, ma anche economica sociale, politica. Una destrutturazione dalle fondamenta.
Sto costruendo il documento di sintesi, una bomba che metterò sotto il naso a tutti politici e non.
Dirò loro: “Questi sono i 10 comandamenti che non vengono dalla montagna con Mosè, ma arrivano dalla città con Magistro: se li volete seguire proseguiremo in accordo, altrimenti – se non vi deciderete – daremo il documento al popolo, dimostrando come lo avete tradito”.
Forse sarebbe meglio recapitarlo al di là dell’Atlantico e in Gran Bretagna…
Sì, sarebbe ora di liberarci della schiavitù del patto atlantista: questo anglo americanismo gratuito e l’Unione Europea, totalmente inutile così come è, lontana dal pensiero dei padri fondatori, ci nuoce solamente.
Sono nato a San Fratello in provincia di Messina, un paese di milleduecento anime che ha dato i natali, oltre che alla mia famiglia, ai Craxi, Al Pacino e ai Mangano: una colonia normanna dove non si parla il siciliano, bensì un linguaggio in cui dominano caratteristiche del gruppo linguistico il gallo-italico. Quando dico qualcosa non mi sta bene che mi si prospetti la censura. Non accetto che le notizie del mainstream siano imbarazzanti, che i poteri sovranazionali abbiano imposto determinate scelte: sono italiano e voglio vivere sulla mia terra da uomo libero, impegnandomi perché tutti possiamo non essere schiavi di una non meglio identificata mano straniera.
Infine vorrei rispondere a Matteo Bassetti – costretto dalla magistratura a risarcire la famiglia del Professor Luc Montagnier, premio Nobel per la medicina e da lui insultato – quando dice “Vorrei capire la motivazione di questo premio”. Che lei non possa capire non mi stupisce; è invece ben chiaro a chi cercava di salvare vite umane sul campo, lontano dai riflettori”.
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