Dalle barricate studentesche a quelle contro il transumanesimo
Esistono persone con il dono di attraversare il percorso della loro vita tra un estremo e l’altro senza minimamente perdere di vista la meta: Alessandro Meluzzi, napoletano di nascita e sabaudo di adozione è uno di questi.
Allievo del professor Giorgio Cavallo e di quel magico gruppo di fuori classe docenti universitari a Torino (i professori Filogamo, Boles Carenini, Lenti, Ravizza, Zina) tra gli anni Settanta e Ottanta, ha fatto parte dei contestatori studenteschi, decisi ad abbattere le figure dei “baroni” e le forme di abile sfruttamento del loro prestigio con cui esercitavano un vero e proprio potere politico sia all’interno del mondo universitario sia fuori di esso.
Poi qualcosa deve essere successo…
Laurea in medicine, ma studi letterari e religiosi…
La conversione all’ortodossia è stata una naturale propaggine della mia conversione al Cristianesimo: sono stato battezzato cattolico a Napoli; faccio risalire a questo dono di grazia come diceva San Tommaso fa agire la potenza dei sacramenti “ex opere operato” con una loro intrinseca forza, anche qualora tutte le circostanze della vita non sembrino favorire un percorso che caratterizza una serena vita cristiana.
Figlio di genitori non sposati – per cui non sarebbe stato facile in quel momento neanche il mio battesimo – ma in quella parrocchia salesiana ho trovato la dolcezza e l’accoglienza della Chiesa di Cristo, dell’unica chiesa di Cristo; quella condizione in quel momento nel rito cattolico nel quale poi sono cresciuto con i padri Cappuccini, con i Rosminiani.
A quattordici anni dovendo decidere quali voti prendere, mi sono trovato nell’autunno 1969 al liceo Alfieri di Torino che era un luogo di grande laicità, quindi tra marxismo, maoismo il mio percorso era diventato piuttosto tortuoso.
Poi la parola di Dio, gettata come il seme, seppure mangiata dagli uccelli e spostata oltre, ha dato luogo all’incontro con persone importanti come don Gianni Baget Bozzo, don Pierino Gelmini – che volle fortemente diventassi diacono cattolico di rito melchita in Siria – poi essendo venuto a confliggere, per ragioni strettamente canoniche, con il rito cattolico romano, mi sono trovato nell’opportunità di seguire la vocazione al sacerdozio nell’ortodossia con padre Adeodato Mancini, patriarca europeo della Chiesa del Patriarcato Assiro Caldeo.
La mia adesione alla Massoneria, finita nel 2003, ebbe una risposta molto severa e in qualche modo considerata irreparabile dalla Congregazione della Dottrina per la Fede che sentenziò un massone essere massone per sempre, dato che la massoneria imprimeva un carattere; la cosa per mi apparve blasfema e sbagliata dal punto di vista teologico.
Che un’alta autorità della Chiesa cattolica riconosca alla massoneria di imprimere un carattere indelebile che non possa essere redento né dalla conversione, né dal sacramento della penitenza, mi parve un errore inaccettabile.
Un amico altrettanto alto nella gerarchia ecclesiastica mi disse che quella non poteva che essere la risposta di un ecclesiastico aderente alla massoneria in Vaticano: purtroppo che ne sono tanti…
Quale è la sua caratteristica più determinante?
Sono un combattente per necessità: la vita è lotta, un agone (non per nulla l’agonia è l’ultimo passo della nostra vita) e alla lotta non ci si può sottrarre, che lo si voglia o no.
Lottare per la sopravvivenza o lottare per il Bene, dando un senso anche a quello che apparentemente non ce l’ha, è sempre lotta.
Il suo incontro da contestatore con Giorgio Cavallo, Magnifico Rettore dell’Università di Torino quando ancora la scienza era non in mani improprie…
È stato il mio professore, ci siamo rispettati e siamo diventati amici fraterni. Ecco, lui è il prototipo del massone buono, capace di andare alla ricerca della Luce e della Verità, non pascolando nell’oscurità.
Viene indicato il 21 dicembre 2020 – giorno della congiunzione di Giove a Saturno – come inizio del nuovo mondo, con la divisione della popolazione in Pandawa e Kaurawa (Mahabharata): 27 dicembre 2020 l’inizio della campagna di vaccinazione – con il martellamento mediatico di “buoni” e “cattivi” – non è una strana coincidenza?
È un momento nel tempo della Storia, che è il tempo dell’Apocalisse, che non vuole dire “fine” bensì “rivelazione” nel quale incomincia la distinzione tra i capri e le pecore, tra chi starà alla destra dell’Agnello e chi alla sinistra; è il momento in cui gli Angeli nella raccolta finale dovranno discernere il grano dal loglio, bruciare la pula e lasciare che il grano fecondi.
Siamo in un tempo forte in cui la distinzione tra bene e male, tra luce e tenebre, tra vita e morte si accentua e quindi anche in tutte le tradizioni spirituali questo diventa estremamente importante.
Noi cristiani abbiamo un punto di riferimento fondamentale che è Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo, seconda persona della Trinità venuto fra noi per tracciare la via della croce: questa non è soltanto uno strumento di tortura romano, ma è anche il segno della Resurrezione.
Cioè via dell’immanenza e della trascendenza…
Facendo mia la parola di un saggio predicatore, dico che la croce non è segno di sconfitta, ma è il momento della testimonianza con la quale ognuno è chiamato a essere inesorabilmente schierato con i perseguitati, con le vittime, con gli ultimi della terra, con quelli che attendono il ritorno di Cristo nella Storia.
Anche perché il trionfo del Principe di questo mondo che ci viene imposto in questo momento con vaccini, geopolitica della guerra, con le azioni violente, con i totalitarismi non è destinata a durare per sempre.
La croce è per me vessillo di liberazione.
In tutta Europa ci sono migliaia di persone esasperate che chiedono la fine delle restrizioni e un ritorno a una normalità diversa da quella che cercano di imporci
Si, da Praga ad altre capitali da dove non arrivano le informazioni di cui avremmo bisogno. Ribellione ovunque, tranne che in Italia dove la gente è talmente anestetizzata, inebetita da non rendersi conto dove si trova.
Perché?
Perché c’è un antico tratto del carattere italiano, individualista, caotico, sgangherato per il quale vale sempre il motto diabolico “Francia o Spagna, basta che si magna”. Ma tra poco non si magnerà più.
Yuval Noah Harari (top Advisor di Klaus Schwab) dichiara impunemente che la Covid è stata importante perché ha convinto le persone ad accettare e legittimare la sorveglianza biometrica totale e parla di un “monitoraggio sotto pelle”: microchips è il marchio della Bestia?
È sicuramente il marchio della Bestia, comunque lo intendiamo. I satanici, come gli uomini di Davos, quelli dell’Agenda 2030, i suoi datori di lavoro con Schwab e lui stesso, hanno stabilito idealmente che la creatura deve prendere il posto del Creatore, che la Storia deve essere guidata non da Dio ma da una élite di uomini assatanati che vogliono impadronirsi della coscienza di tutti, bloccare l’evoluzione della Natura, bloccare l’evoluzione della Storia, bloccare la natura stessa dell’animo umano, bloccare il ritorno di Cristo. Quindi si sta svolgendo una battaglia nella quale i servi di Satana stanno facendo tutto quello che possono per bloccare la crescita dell’Umanità verso il suo esito naturale, che è divino.
Noi ortodossi parliamo di Teosis: Dio si è fatto uomo perché l’uomo capisse la sua vera vocazione che è umana, ma che scoprisse soprattutto la vocazione divina.
Noi siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio e quando gli orientali dicono “Namastè – Saluto il divino che c’è in te” riconoscono quella scintilla di Luce divina che è stata posta nel cuore di ogni uomo, anche nel peggiore.
Vogliono inocularci microchips con cui, dal loro computer universale che prende il posto di Dio, possono dare ordini a tutta l’umanità. Ma non ce la faranno…
Il professor Harari asserisce che con i microchips si può conoscere più approfonditamente il proprio corpo: è convinto che se avesse scoperto prima dei 20 anni la sua omosessualità ne avrebbe avuto giovamento…
Il professor Harari curi se stesso e abbia l’umiltà di guardare nella profondità del suo cuore; non pensi però di poter affliggere con le sue nevrosi, i suoi disturbi mentali l’insieme dell’umanità.
Crede che ci sia la possibilità prendere contatto più profondamente con se stessi facendosi inoculare un microchips?
No, non credo si possa prendere contatto né con le profondità degli altri né con se stessi. La robotizzazione, la zombizzazione, l’algoritmizzazione statistica dell’uomo soffoca quella scintilla divina che è alla base dell’empatia con gli altri uomini e della ricerca del mistero e della ricerca del divino.
Quindi è un’azione puramente satanica.
“Stiamo acquisendo poteri divini di azione e distruzione…” sempre parole del professore Harari
Li stiamo perdendo perché stiamo sostituendo quella pulsione naturale alla vita e alla luce che è insita nell’uomo come se fossimo la caricatura di “2001 Odissea nello spazio” con un computer maligno. Ogni alterazione artificiale è peggiore dell’originale. Le pecore Dolly clonate con i geni dei laboratori sono peggiori dei casi naturali.
Nell’intelligenza di un uomo che pensa che attraverso la tecnologia di una macchina si possa diventare più intelligenti e che non si tratti solo di una protesi meccanica, c’è la rinuncia a quella tensione all’Infinito e all’Assoluto che è alla base stessa dell’evolutività dell’uomo.
Pensare di sostituire con il determinismo è il peccato originale di Satana, tanto superbo da poter pensare che i suoi demoni e le sue pulsioni diaboliche possano prendere la vocazione dell’uomo alla ricerca dell’Infinito e di Dio.
Le parole di Harari “Tutto il racconto di Gesù è una fandonia…” suonano solo blasfemia?
La presenza di Gesù nella storia è segnata non solo nelle prove biblistiche e letterarie, ma dalla forza di questo messaggio che ha attraversato duemila anni.
Ci sono stati uomini anche peggiori di Harari, anche più intelligenti di lui che hanno pensato che la presenza di Cristo nella Storia potesse essere cancellata, annientata.
La testimonianza di Gesù, vero Dio e vero Uomo, è più forte che mai, non solo per me, ma anche per come sta dirigendo il corso della storia.
La presenza di una Russia cristiana che ostacola con forza, come una vera terza Roma, la deriva satanica dell’Occidente ne è una testimonianza.
“Gli umani sono animali hackerabili: la storia che abbiano un’anima, uno spirito o il libero arbitrio è falsa” dice il solito professore
Il libero arbitrio è inestinguibile e lo dimostra il fatto che anche qualora si dovesse creare un clone umano in cui riversare la coscienza di un secondo Harari, pensando che questo possa garantire l’immortalità, nel momento in cui qualcuno gli mettesse una pallottola nella testa, lui non avrebbe nemmeno paura perché si è creato un gemello con le stesse informazioni. La coscienza è irriproducibile, irripetibile, unica, così come unico è ogni essere umano che nessun hackeraggio può distruggere.
Anzi, persino la fantascienza ha decritto esattamente il contrario: quando in Kubrik i replicanti scoprono l’angoscia di morte e l’ultimo descrive le battaglie nei cieli, si capisce che anche quelli di loro senza anima, l’hanno acquisita.
Figuriamoci se noi potremmo perderla per questo povero ragazzo omosessuale.
Ringraziamo il professor Meluzzi con un pensiero molto vicino alla sua interpretazione religiosa della vita.
Che qualcuno decida di mettere in discussione, alterare per “migliorare” le proprie connotazioni attraverso cui ci distinguiamo gli uni dagli altri, mi sembra per lo meno inquietante, se non davvero triste: se siamo stati composti a immagine e somiglianza del divino ci sarà stato un motivo per cui la nostra composizione non solo chimica si esprima in un determinato modo e non in un altro.
Verrebbe da pensare che “Non tutte le ciambelle riescono col buco” e a volte al Creatore può essere sfuggita qualche creatura leggermente difettosa, forse proprio affinché questa impari con umiltà a rendersi un po’ più simile a Lui!
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