La Porta Santa. La Palestina mitragliata. Il nuovo Paradigma.
L’anno santo deriva dal giubileo della tradizione ebraica che fissava ogni mezzo secolo un anno di riposo della terra, di fatto un maggese.
Nel medio evo le cronache riferiscono di ingenti masse di pellegrini che si recavano a Roma per l’indulgenza dei cent’anni, atta alla remissione dei peccati.
Usanza simile è l’Hajj ovvero l’annuale pellegrinaggio nella città santa della Mecca in Arabia Saudita, rituale composito di purificazione che ancora oggi ogni islamico deve compiere almeno una volta nella vita.
Sia il Cristianesimo che l’Islam hanno rituali simili originati nella stessa terra ora contesa ed aspramente combattuta.
L’Anno Santo, recentemente inaugurato come da tradizione con l’apertura della Porta Santa, ci ha consentito seguire l’evento in diretta televisiva, l’attuale Pontefice che sulla sedia a rotelle con fatica ha aperto il portale automatizzato, a mio giudizio ha rappresentato la caducità delle chiese e la loro ormai irreversibile necessità di trasformazione.
Dai primi cristiani, quelli catacombali, martiri eroici di un principio di radicale cambiamento, si è passati all’impero dei Papi cattolici che hanno reso martiri gli oppositori e condannate o bruciate le menti libere.
I Padri della chiesa hanno nei vari concili, litigato dividendosi su sofismi quali il Filioque, la natura dello Spirito santo, la verginità di Maria ed a stretta maggioranza hanno bocciato la reincarnazione, anche se Cristo parlando di Elia disse “E’ già venuto e non l’hanno riconosciuto” riferendosi alla sua reincarnazione in Giovanni il Battista.
Cristo ha fatto il dono più grande all’umanità professando l’universalità dell’amore, ma i suoi sacerdoti l’hanno frainteso e poi mercificato, ed a poco sono valse le personalità straordinarie di Agostino d’Ippona o Francesco d’Assisi, il rianimatore di una chiesa sofferente quasi morente, nonché tutte le sante figure che hanno cercato di interpretare il verbo Cristico e divulgarlo, come i missionari poi usati come propaggine del colonialismo al profumo di sandalo.
La Palestina e Gaza
La Palestina, territorio dove tutto ciò che ho descritto è avvenuto, oggi è insanguinata, mitragliata come dice il Pontefice riferendosi ai bambini uccisi o sofferenti, forse voleva dire bombardata, poiché ha insistito e ribadito, omologhiamo mitragliata.
Che a Gaza sia in atto un genocidio è purtroppo una cruda realtà, l’interpretazione che attribuisce ad Israele la totale responsabilità e che sta smuovendo in tutto il mondo manifestazioni contro gli ebrei non è obbiettiva, ciò che è successo il 7 ottobre 2023 è un ignominia non solo contro Israele ma contro l’umanità, se i manifestanti riflettessero sul fatto che se Hamas non avesse compiuto quell’ignominia il successivo genocidio non sarebbe avvenuto, situazione che non lo giustifica, ma ci induce ad esaminare le responsabilità, ponderarle e obbiettivamente distribuirle.
Bombardare ospedali e scuole è disumano oltre che criminale, coinvolgere i civili tragico, anche se la popolazione di quell’area non presenta civili, sono tutti, volenti o nolenti, donne e bambini compresi, coinvolti nella guerra ad Israele.
I guerriglieri di Hamas che si rifugiano nelle scuole e negli ospedali, come han sempre fatto ritenendosi protetti dalla neutralità di quei luoghi, sono perfettamente consapevoli di usare gli occupanti, bambini ed ammalati come veri scudi umani.
Hamas ha addestrato e impiegato un’intera popolazione all’odio ed alla guerriglia, culminata con l’episodio tragico ed inumano del 7 ottobre, che poi ha scatenato l’abnorme reazione israeliana che tuttora dura.
Guerriglia come fine, dove un’intera popolazione è educata all’odio ormai professato come mestiere, infatti i meriti ed i guadagni per tutti in quell’area derivano dalle azioni terroristiche e di supporto.
Altri attori coinvolti, i finanziatori veri datori di lavoro, provenienti principalmente dal mondo arabo e non solo, il mondo dei sultanati anche se antistorico, può, così continuare ad esistere, come i fondamentalisti che tiranneggiano i loro popoli con precetti che nulla attengono alla loro vera religione.
Israele è infinitamente più attrezzato nell’addestramento e nella tecnologia bellica, come potevano non pensare che la risposta ai fatti dell’7 ottobre sarebbe stata tremenda, deflagrante, eppure tutti i palestinesi hanno festeggiato il tragico evento come una vittoria, salvo poi pentirsene amaramente.
Che dire delle grandi potenze che da una parte stigmatizzano e dall’altra armano e malgrado il loro immenso potere non pretendono linee chiare sui territori, imponendo la pace usando tutti i mezzi per ottenerla.
Di pace hanno recentemente parlato nel discorso di fine anno sia il nostro Presidente che il Pontefice, difficile auspicare la pace quando quasi tutti gli stati hanno deciso unanimemente di aumentare le spese militari e belliche, il neo eletto presidente americano auspica e propone stanziamenti pari al 5% dei Pil nazionali.
Pace e speranza lodevoli principi, che poco senso hanno dove tutto per esistere è dualistico, la pace non può esistere senza la guerra, così come il caldo senza il freddo, il piacere senza la sofferenza, l’amore materiale senza l’odio e tutto quanto il resto ancora.
Il nuovo paradigma
Mentre il vecchio e stantio mondo s’indigna combatte, spera ed ignora, il nuovo paradigma si affaccia prepotentemente con uno sguardo al futuro con una dirompenza tale da far sembrare queste tragedie beghe da cortile, che riguardano solo il nostro involucro il corpo, vettore atto a veicolare in questa dimensione la nostra componente spirituale, suo malgrado trattenuta, impedita o rallentata ad evolvere.
Gli illuminati del passato e Cristo stesso, finalmente saranno interpretati nel loro vero pensiero che poteva essere compreso solo con un’interpretazione anagogica, oggi iniziamo ad avere gli strumenti adatti, la fisica quantistica può fornirceli.
Aristotele e Newton luminari indiscussi della filosofia e della scienza, a poco a poco devono cedere il passo ad illuminati come Platone, Ermete il tre volte grande e a tutte le guide dei paesi e dell’umanità non sempre correttamente interpretate.
Il nuovo corso rappresentato dalla fisica moderna ci sta aiutando ad interpretarli, fisica e metafisica finalmente fuse nel nuovo paradigma, dove il principio d’indeterminazione ci fornisce una visione nuova e diversa della realtà, il mondo delle particelle ha scoperto il vaso di Pandora.
La differenza tra vivere ed esistere è incommensurabile, a vivere siamo noi piccola molecola dell’universo, ad esistere è la vibrazione che coinvolge e determina tutto ciò che c’è nell’intero cosmo, una produzione di infinito amore, energia e vibrazione assolute emanate dal Tutto, Nous, Dio o i tanti nomi che abbiamo attribuito a ciò che non capivamo e solo pochi avevano intuito, Cristo fra tutti con il suo amore incondizionato, scevro dalla materialità, divino come è la natura di tutte le cose, la creazione è amore creativo, vi sono poi vibrazioni minori portatrici o divulgatrici del bene con frequenze consone alla materializzazione, altre vibrazioni sono mal riusciti tentativi di consapevolezza troppo presto impiegati nel processo evolutivo la cui frequenza si è corrotta e degenerata nel male, temporalmente labili e quindi sempre soccombenti se non insignificanti.
Il nuovo paradigma è solo all’inizio, forse trascorreranno eoni prima che si sviluppi e amplifichi compiutamente, oggi si stanno ponendo le basi, vibrazione, frequenza e gravità sono le componenti che tutto determinano, ancora da scoprire sono le incognite che la fisica moderna incontra, tra tutte la materia oscura, principale componente dell’ universo e di cui si sa poco o nulla, a me piace credere sia l’officina, il magazzino, la logistica del Tutto, energia primeva dell’infinito amore che per essere conosciuto ambisce creare e per farlo necessita di essere osservato, l’osservatore è la luce che materializza la creazione, determinandone la frequenza.