
La Liguria di ponente sembra essere tornata nell’occhio del ciclone.
Dopo la vicenda della famigerata nave rigassificatrice Golar Tundra, equipaggiata per trasformare il gas liquido in gas allo stato gassoso e che negli ultimi anni ha scatenato una sollevazione popolare per il presunto spostamento dal porto di Piombino a quello di Vado-Savona, ora gli occhi sono puntati su un progetto riguardante un parco eolico, nella zona di Altare e Cairo Montenotte.
Ad Altare, borgo ligure situato sempre nella provincia di Savona, ci sarebbero le condizioni adatte per creare un’ampia zona da dedicare allo sfruttamento del vento e alla trasformazione in energia elettrica.
Tuttavia, come sostengono i cittadini di Altare e di Cairo Montenotte, si tratta di un’area con gravi criticità legate all’impatto ambientale, alla vicinanza delle abitazioni e al danno ecologico del paesaggio e della fauna aviaria.
Come spesso avviene in questi casi i cittadini non vengono interpellati per valutare i vari progetti ma ricevono, come un dono del cielo, il pacchetto completo, che in questo caso consiste in 6 strutture eoliche alte circa 200 metri.
Senza voler contestare a priori le strutture che dovrebbero favorire una riduzione dell’inquinamento, i cittadini dei Comuni interessati osservano che l’ubicazione di tali impianti si posizionerebbe ad una distanza di circa 200 metri dalle abitazioni, creando problemi di rumorosità e di sicurezza per le abitazioni stesse. Come i comitati fanno notare vi sono già stati esempi di incidenti dovuti al forte vento che ha determinato la frattura delle pale, distaccandole dal rotore e lanciandole ad oltre 200 metri di distanza, da un’altezza di 200 metri.
Costantino Bormioli un cittadino di Altare sta coordinando un gruppo numeroso di concittadini che domenica prossima parteciperanno ad una marcia di protesta, sui luoghi previsti per le installazioni.
L’appuntamento riunirà una grande assemblea popolare, cui sono invitate le autorità, per informare e organizzare le future iniziative contro il parco eolico denominato “Bric Surite“.
Durante una precedente riunione di protesta venne costituito ufficialmente il Comitato Bric Surite, composto da un gruppo di cittadini che si è riunito spontaneamente “per reagire ad una vera e propria aggressione al territorio messa in campo da diverse aziende che operano nel business dell’eolico”.
È stata data lettura allo statuto del comitato e si è proceduto alla nomina del consiglio direttivo: presidente Costantino Bormioli, Segretario Elvira Silvano, Tesoriere Irene Piccardi.
Dopo l’ufficializzazione del Comitato Bric Surite venne presentato il progetto del parco eolico.
Il Comitato ha in seguito divulgato un documento contenente i termini del dissenso al progetto:
“le motivazioni della propria contrarietà ad ulteriori installazioni di parchi eolici in Altare ed in generale nella Provincia di Savona, che vede quasi quotidianamente intensificarsi una pioggia di nuove richieste di valutazione di impatto ambientale. Nello specifico, il comitato ha sottolineato la scarsità di suolo naturalisticamente integro ancora disponibile sul territorio di Altare, uno dei comuni più piccoli della provincia in quanto ad estensione in chilometri quadrati. Un ulteriore depauperamento del territorio dovuto alla devastazione causata dai cantieri e dalle strade necessarie alla costruzione ed al mantenimento degli impianti eolici, oltre alla presenza stessa delle pale in zone delicatissime dal punto di vista avifaunistico e geomorfologico, significherebbe per Altare abbandonare ogni speranza di condividere uno sviluppo sostenibile del turismo e delle attività outdoor all’aria aperta, in condivisione con quanto si sta già facendo in molti comuni vicini”.
Il sindaco di Altare Roberto Briano ha sottolineato le possibili alternative energetiche che anche i piccoli comuni potrebbero introdurre per costituire un’alternativa tecnica all’invasione dell’eolico, comunque inaccettabile quando si trasforma in disastro ambientale.
I cittadini liguri desiderano difendere l’ambiente, procedendo con forme di protesta ben circostanziate, sostenendo che l’impatto ambientale determinerebbe un autentico disastro geomorfologico, dovuto alla creazione di strade larghe più di 10 metri che attraverserebbero come ferite inguaribili zone di bosco ricche di alberi e sottobosco dalla impareggiabile bellezza.
Inoltre la zona è interessata dal passaggio di decine di migliaia di uccelli migratori e di chirotteri che sarebbero uccisi, in numero considerevole, dall’impatto meccanico con le pale.
Come emerge dalla piantina allegata le 6 pale si troverebbero inserite al centro di una zona ad alta densità di popolazione, quindi non ci stupiremo dell’evidente disagio manifestato.
Il vero problema consiste sempre nel riuscire a mediare le necessità tecnologiche con quelle ecologiche e di impatto ambientale.
La scelta di strutture invasive o gravemente impattanti potrebbe essere risolta con localizzazioni molto più lontane dai centri abitati e di dimensioni più ridotte.
La possibilità di mediare esiste sempre e solo la cecità o l’offuscamento di visioni, dovuto a speculazioni e a cause eminentemente economiche, impedisce la pacifica convivenza tra tecnologia e ambiente.
Inoltre dovrebbe essere considerata prioritaria la partecipazione e l’accoglienza dei progetti da parte della popolazione.
Durante la riunione del comitato la consigliera Sara Foscolo ha presentato un documento, firmato anche da Armando Biasi e da Alessio Piana, che impegna il Presidente e la Giunta Regionale ad aprire un dialogo con le amministrazioni provinciali e comunali per istruire un tavolo di lavoro che preveda l’analisi dei rapporti costi/benefici dell’eolico.
Il deputato alla Camera, onorevole Francesco Bruzzone, ha diffuso un documento che sottolinea che l’89,75% degli impianti eolici in Liguria si trova in Provincia di Savona, sottoforma di 18 impianti e 62 pale e che dei 16 nuovi progetti presentati in Regione Liguria, ben 14 ricadrebbero nuovamente sulla Provincia di Savona.
Questo documento propone una proliferazione invasiva in un territorio che risulta già gravemente interessato dalle strutture eoliche. I motivi sembrano essere sempre gli stessi: ovvero l’ottenimento di incentivi legati alle politiche green, senza rispetto per la tutela ambientale e naturalistica dei territori.
Anche i sindaci di Cairo Montenotte Paolo Lambertini, di Cosseria Roberto Molinaro e di Mallare Flavio Astigiano, hanno sottolineato il loro NO a nuovi impianti che vanno ad impattare sul territorio in modo devastante.
Anche Marco Piombo, delegato per la Liguria del WWF Italia, “ha ripercorso le osservazioni inviate in Regione contro la devastazione causata da cantieri ed installazione delle pale eoliche in Liguria, con eccessiva concentrazione su Savona e Provincia.
Domenica 9 marzo 2025 si svolgerà una “passeggiata di protesta contro il progetto eolico Bric Surite e contro altri impianti di simile devastante impatto sul territorio di Altare e dintorni”, che si svolgerà ad Altare con partenza alle ore 11,30 dalla località Santa Libera in Via Montenotte. La passeggiata avrà lo scopo di sensibilizzare al problema più persone possibile, grandi e piccini, con l’aiuto di esperti che illustreranno strada facendo aspetti naturalistici importanti della zona. Pranzo al sacco in autonomia.
Alleghiamo il link per firmare la petizione popolare.
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Buongiorno, faccio parte del comitato, la ringrazio moltissimo dell’ articolo estremamente chiaro! La invito a venirci a trovare quando vuole. Sarà gradito ospite. Grazie ancora . Elvira G. Silvano
Grazie verrò sicuramente 👍🏼