Donato Ladik ha fondato e presiede dal 2016 l’Associazione degli italiani in Tunisia, sodalizio che promuove iniziative di solidarietà e culturali, musicali, concertistiche e cinematografiche
Riprendiamo da Piemonte Newsletter, agenzia settimanale d’informazione della Giunta Regionale (n. 14 del 15 aprile 2022), questo articolo di Renato Dutto che considera un intraprendente personaggio piemontese che da Moncalieri si è trasferito ad Hammamet dove ha dato vita all’Associazione degli italiani in Tunisia, sodalizio che promuove iniziative di solidarietà e culturali, musicali, concertistiche e cinematografiche.
L’articolo di Dutto è apparso nella sua rubrica “Piemontesi nel Mondo” n. 4, 4-15 aprile 2022 (m.j.)
Un moncalierese ha fondato l’Associazione degli Italiani in Tunisia, che presiede dal 2016 e conta ben 180 aderenti. Si tratta di Donato Ladik, 73 anni, già doganiere di stanza a Bardonecchia, che dal 2015 vive con la moglie Zamira Armitano ad Hammamet, località turistica nota al grande pubblico soprattutto per ospitare la tomba di Bettino Craxi ed abitata anche da un gruppo di piemontesi.
«Trattandosi di numeri ristretti, non aveva senso creare un’associazione soltanto di piemontesi, tuttavia da parte mia e dell’altra decina di pensionati subalpini residenti ad Hammemet esiste un forte legame con il Piemonte – spiega Ladik -, anche se con un paio di ore di aereo arriviamo facilmente nella nostra regione d’origine. Personalmente non soffro più di tanto di nostalgia. Vivo la quotidianità del territorio che mi ospita, anche se sento l’attaccamento alle radici».
Ladik è un cognome di origine turca: nel 1870 il suo avo, commerciante di tappeti, emigrò in Basilicata. Fu il papà di Donato, Vito Ladik, insegnante, a lasciare nel 1956 la terra lucana (Avigliano, nel Potentino) per svolgere l’attività di docente nelle scuole di Moncalieri. «Ha insegnato latino e greco a generazioni di moncalieresi, sino al 1977 – spiega Donato Ladik -. Recente- mente ho incontrato casualmente un carabiniere, che appena ha sentito il mio cognome mi ha detto che era stato allievo di mio padre nei primi anni Sessanta, al primo livello della Scuola degli allievi sottufficiali dell’Arma, la cui sede a quell’epoca era ancora a Moncalieri, città a cui sono tanto affezionato, dove ho trascorso la mia gioventù, sempre incantato dallo splendido castello».
Dopo la laurea in Giurisprudenza ed una breve esperienza giornalistica, Donato Ladik entrò nel 1977 nel ministero delle Finanze, come funzionario delle dogane: il 12 luglio 1980 toccò a lui il turno da doganiere in occasione della storica apertura del Traforo stradale del Frejus (che comportò la soppressione dello storico servizio navetta di trasporto automobili nella galleria ferroviaria). Nel 1981 Ladik decise di mettersi in proprio, occupandosi di promozione nel sociale e di organizzazione di eventi culturali. Appassionato di poesia, ha pubblicato una decina i libri, conseguendo diversi premi.
In Italia i coniugi Ladik hanno tre figli, Alessandro, 44 anni, che abita a Genova; Emanuele, 43 anni, paracadutista della Tuscania, ed Edoardo, 39 anni, padre dei loro due nipoti.
Con tutto questo vissuto alle spalle, l’idea di trasferirsi venne loro 8 anni fa, durante una vacanza di 20 giorni trascorsa ad Hammamet. Piacevolmente impressionati dal clima e dalla «serenità che vi si respira- va» (oltreché ovviamente dagli aspetti economici e fiscali), l’approdo dei coniugi Ladik in terra d’Africa avvenne all’inizio dell’anno successivo, nel 2015. «Ad attrarci fu soprattutto la vita diversa, l’assenza di stress e la cordialità della gente.
Non è stato solo un cambio di latitudine, ma una “rimessa in gioco” personale, mettendo a frutto le esperienze maturate e l’attitudine verso l’aggregazione sociale» racconta Ladik. Con queste premesse è dunque stata fondata da Ladik l’Associazione Italiani in Tunisia, votata alle finalità più disparate: arte, corsi, viaggi di conoscenza del territorio ospite, scambi tra i due Paesi, con la cultura messa al centro delle attività.
L’associazione è gradualmente cresciuta, diventando sempre più strumento di conoscenza reciproca per un miglior inserimento dei connazionali, anche perché tra Italia e Tunisia intercorrono duemila anni di storia comune. Dalla musica allo sport, dai libri alle mostre di pittura, il confronto tra le due culture si è fatto sempre più dinamico e partecipato, grazie alla sintonia con le istituzioni: l’ambasciatore Lorenzo Fanara e la direttrice dell’Istituto italiano di Cultura, Maria Vittoria Longhi.
Altra missione dell’associazione presieduta da Ladik è la solidarietà verso situazioni di disagio presenti sul territorio, attraverso raccolta di fondi o di acquisti mirati a combattere la precarietà degli strati più poveri. «Azioni – riflette il presidente Ladik – che ci pongono agli occhi delle autorità locali come partner privilegiati nel sociale e quindi anche nello scambio di iniziative culturali».
Tra gli eventi di maggior successo i concerti dell‘Orchestra dei giovani del Conservatorio di Tunisi o rappresentazioni di musica classica italo tunisine. In collaborazione con la locale Azienda di soggiorno è anche stato pubblicato un libro sulla storia secolare di Hammamet, un’utile guida per gli ospiti degli innumerevoli alberghi della costa. Patrocinato dal Comune di Ragusa, è nato inoltre il “Premio Internazionale Ibla- Hammamet di giornalismo e arti varie”: tra i primi a riceverlo l’inviato speciale Toni Capuozzo e l’attore Pierfrancesco Favino, per l’importante film “Hammamet” di Gianni Amelio. «Collaboriamo a produzioni cinematografiche fornendo comparse per film italiani, libici e tunisini – conclude il presidente Ladik –. Io stesso ho ricoperto piccole parti in varie produzioni, dal film “Hammamet” a dei feuilleton per le tv locali».
Renato Dutto
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