Il tutto esaurito al Dopolavoro Ferroviario
Tra le mete più gettonate dell’ultimo weekend, il primato va indubbiamente alla mostra dei treni in miniatura del DopoLavoro Ferroviario, che possiamo senza dubbio annoverare quale patrimonio culturale di Torino.
L’attrattiva principale è dovuta al plastico costruito quasi per caso in occasione delle festività natalizie del 1958 e sempre arricchito. Gestito dai Soci del Dopolavoro ferroviario composto dapprima da ferrovieri ed ex, ma nel corso degli anni si sono aggiunti appassionati dei treni e costruttori di pezzi in scala, che fedelmente riproducono locomotive e carrozze.
Non è la prima volta che si registra un’affluenza di pubblico così rilevante. L’ultima esposizione torinese si è tenuta a Gennaio con afflussi da tutto il nord Italia e presenze che hanno sfiorato le 5000 unità.
Il mitico plastico si sviluppa su 100 metri quadri di paesaggio attraversato da 250 metri di binari percorsi da 20 treni, tutto in scala 1:87. Circolano i modelli di treni storici e non solo italiani con l’aggiornamento che consiste nell’acquisizione Pendolino, il Freccia Rossa e le ultime vetture e locomotive de treni merci in circolazione.
“Il fascino del Plastico con i suoi 100 metri quadri, i 20 convogli circolanti, la batteria di fuoco dello Chaberton, la linea filobus, il car system, la funicolare, l’ovovia, la seggiovia, il porto canale, la nevicata sulle piste di sci, il temporale seguìto dall’arcobaleno, ha entusiasmato i visitatori ed alcuni di loro, di ogni età, dopo la visita, si sono tesserati all’Associazione del Dopolavoro Ferroviario di Torino”, ci fanno sapere dall’associazione.
Oltre al plastico il visitatore è attratto dalle molte fotografie di locomotive, a vapore circolanti nelle linee di molte regioni d’Italia e provenienti anche dall’Austria e dalla Germania come bottino di guerra.
Colpiscono l’attenzione anche i cimeli ferroviari, dai cartelli che venivano posti sulle fiancate dei treni per indicare fermate e destinazioni, sino ai sedili di treni in circolazione durante il ‘900.
Un’ottima regia della circolazione dei treni, tutt’altro che monotona, come lo stop and go che fa rimanere il visitatore a bocca aperta in attesa del treno che sbuchi dalla galleria o emerga da dietro le colline
Gli organizzatori cui va tutto il nostro plauso, ci informano che le offerte e le donazioni di materiale ferromodellistico contribuiranno alla continua crescita ed alla regolare manutenzione del Plastico Ferroviario del DLF.
E’ una realtà in movimento.
Il ricordo dell’antico e lo sguardo al futuro. Torino si sta dotando, seppur con ritardo, di un sistema di trasporto su ferro che copre l’area metropolitana per agevolare la mobilità di chi si sposta ogni giorno, a distanze ragionevoli per studiare, lavorare e per turismo. La passione per i treni dovrebbe invogliarci tutti a seguire e fruire di queste nuove opportunità di trasporto.
Per chi si fosse perso la visita o volesse ritornare con più calma, è opportuno sapere che il Plastico è anche visitabile in via Sacchi 63 l’ultimo giovedì di ogni mese a pagamento e con prenotazione in Segreteria DLF al numero 011-3352452 oppure dlftorino@dlf.it
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