
Eugenio Bravo (SIULP) esprime disappunto e perplessità
“Il governo batta un colpo, approvi il Ddl”
dice all’esordio Eugenio Bravo, Segretario generale SIULP Torino, in merito al continuo lievitare di aggressioni alle Forze dell’Ordine aggiungendo:
“Un’altra aggressione, un altro poliziotto in ospedale gravemente ferito, un altro criminale che certamente non teme le pene e men che meno le Forze dell’Ordine”
La cronaca riferisce come la scelta dell’arma sia questa volta un martello:
“Il perfetto sostituto del coltello, della pietra o della palina segnaletica – insiste Bravo – ma i dettagli poco importano, tanto la giustificazione è sempre pronta: era un folle, un depresso, uno sbandato, uno sfaccendato senza arte nè parte. Sempre e comunque una scusa, sempre e comunque un pretesto per minimizzare la violenza contro chi indossa una divisa”.
In effetti il risultato non cambia:
“A finire in ospedale – precisa Bravo – è sempre un appartenente alle Forze dell’Ordine. Tutto secondo copione; inoltre arrivera’ la solidarieta’ ipocrita di una certa politica e opinion leader da salotto, quelli che con la loro superiorità morale e le loro tesi di laurea si affretteranno a ripetere la solita litania: attenzione pero allo Stato di Polizia”.
Ma mentre non esiste affatto lo Stato di Polizia
“esiste eccome uno Stato in cui la Polizia è il bersaglio prediletto di ogni criminale, senza distinzione di età, nazionalità o ideologia e in tal senso Torino continuo palcoscenico”.
Eugenio Bravo ha poi voluto esprimere disappunto e perplessità sull’attuale situazione che ha definito “mattanza silenziosa”:
“Siamo stufi – ha affermato in chiusura – di vedere i nostri colleghi massacrati mentre fanno il loro lavoro per la sicurezza dei cittadini, stufi di vedere delinquenti liberi di colpire senza temere conseguenze. Stufi di un sistema processuale basato sull’ impunità che, invece di difendere chi garantisce sicurezza, sembra fare di tutto per renderlo il bersaglio perfetto. Il governo batta un colpo, approvi il Ddl Sicurezza e, soprattutto, garantisca la certezza della pena”.
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