
Focalizziamo l’attenzione su questa scuola, ormai secolare gestita da una comunità di salesiani e di laici che si riconoscono nello spirito che animò don Bosco
Ogni anno vengono diffuse le valutazioni, seguendo parametri precisi, sui Licei e gli Istituti di Istruzione superiore, regionali e nazionale. È un’informazione utile e positiva che rischia però di scivolare via dall’attenzione, purtroppo seguita da notizie di cronaca dispersive e negative che si verificano anche vicino a noi.
Se ci limitiamo al Piemonte, ogni anno si piazza a livelli ragguardevoli e molte volte al top, il Liceo Valsalice di Torino, ove sin dai primi anni del ‘900 sono passati alle aule universitarie svariate migliaia di allieve e allievi; molti di essi hanno ricoperto ruoli significativi nella società, a testimonianza della serietà degli studi e della bontà del metodo di Don Bosco.
Il Liceo Salesiano Valsalice ha tre indirizzi: classico, scientifico e scienze applicate. Dal 2002 è anche scuola secondaria di primo grado.
La Scuola Secondaria di 1°grado (ex scuola Media) è impostata per orientare gli alunni alla crescita con valori postivi.
Il Liceo Classico ha ormai più di cento anni di vita e ha saputo mantenere un’identità chiara nel mutare dei tempi e col passare delle generazioni e intende oggi affrontare le sfide e le sollecitazioni del presente, attraverso una seria ed attenta programmazione del curriculum di studi.
Il Liceo Scientifico ha ormai celebrato il mezzo secolo di vita e intende proporre un’offerta formativa caratterizzata dal:
consolidare nel biennio la preparazione di base;
potenziare le competenze in area scientifica avvalendosi anche di una didattica laboratoriale favorita da laboratori attrezzati e potenziati nelle strutture e nel personale;
sviluppare competenze CERTIFICATE nell’ambito delle lingue Comunitarie;
Da un’analisi corretta, ma un po’ limitata e superata, le scuole vengono apprezzate per la serietà degli insegnamenti e per la notorietà degli insegnanti. Questi sono elementi basilari e imprescindibili, ma per formare il cittadino di domani, in una società sempre più competitiva e incline al cambiamento, ci vuole qualcosa di più, coinvolgendo la personalità del ragazzo, nel momento della sua crescita e formazione.
Ci siamo così addentrati nella realtà del Valsalice di oggi e siamo rimasti favorevolmente impressionati e anche un po’ stupiti, in primis perché alla base dell’accoglienza ambientale e della serietà dell’insegnamento, continua a trionfare il metodo don Bosco.
Il Valsalice oggi è frequentato da oltre 900 allievi e vanta un organico costituito da 70 docenti. Sono presenti anche 20 corsi extracurriculari.
La scuola è gestita da una comunità di salesiani e di laici che si riconoscono nello spirito che animò don Bosco: la simpatia e la volontà di contatto. “Io con voi mi trovo bene, è proprio la mia vita stare con voi” “Io per voi vivo, per voi studio, per voi lavoro sono disposto a dare la vita” (Don Bosco).
Il metodo di don Bosco si fonda sulla presenza tra i giovani: per questo il salesiano è aperto e cordiale, pronto a fare il primo passo e ad accogliere sempre con bontà, rispetto e pazienza. Questa predilezione per i giovani è il motivo del’ esserci, la ragione della loro dedizione totale al servizio dell’educazione.
Valsalice è una casa di tutti e per tutti. Don Bosco ha voluto che tutte le sue opere (oratori, scuole, parrocchie) prendessero il nome di casa.
Casa racchiude lo spirito di famiglia che anima ogni relazione: tra allievi, tra allievi e docenti, tra docenti e genitori.
Casa dice che qui ognuno si trova bene perché si sente voluto bene. Qui non si è un numero ma una persona, sempre. Tutti si sentono accolti e non c’è differenza di ceto e di cultura.
La prima caratteristica che si nota, entrando a Valsalice è il cortile. Si è accolti non in un ambiente rigido e chiuso ma all’aria aperta.
Il cortile è il luogo dell’incontro. L’incontro tra studenti dove si coltiva l’amicizia e l’allegria.
Valsalice è anche una scuola che insegna a vivere.
Un ambiente dove il giovane impara a fare suoi i valori, gli insegnamenti e i buoni esempi.
Una scuola dove chi insegna lo fa con competenza e passione e ha a cuore una sola cosa: il bene dell’allievo!
Scuola dice anche impegno, questo è richiesto perché solo chi si dà da fare può ottenere dei risultati, ma qui lo studente non è solo: troverà sempre chi lo incoraggia, lo sostiene e motiva.
La scuola di Valsalice è una scuola paritaria salesiana, e come tale svolge un servizio pubblico al pari delle scuole gestite direttamente dallo Stato.
Solo in minima parte riceve finanziamenti dallo Stato per il resto è previsto il pagamento di una retta, di norma dilazionata in tre rate. L’ammontare della retta è molto al di sotto del costo medio per studente (CMS) secondo le tabelle pubblicate dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM).
Nella tradizione salesiana si cerca di favorire chi desidera venire in una scuola di don Bosco: nella misura in cui è possibile si cerca di venire incontro alle famiglie con reddito basso, offrendo agevolazioni mirate.
Le famiglie a basso reddito (documentato con dichiarazione ISEE) possono usufruire del voucher scuola della Regione Piemonte, come da bando annuale pubblicato sul sito regionale.
Molti sono gli eventi e le opportunità che caratterizzano la vita dell’Istituto. Dai convegni aperti all’esterno, approfondimenti culturali, gare sportive, rapporti internazionali, campi estivi e vacanze di studio all’estero. È costante l’affiancamento delle famiglie agli insegnamenti scolastici.
Ci ha però colpito un’iniziativa avvenuta la scorsa settimana: Il ballo dei diciottenni, che ha coinvolto quanti frequentano il quarto anno dei licei, che ha trovato ampio consenso tra i protagonisti e le famiglie. Se valutiamo la personalità del giovane nel suo complesso è anche importante formare e dare significato non solo teorico a quello che un tempo significava “entrare in società”.
Oggi il diciottenne è titolare di diritti, doveri e responsabilità. Tra questi, non meno importante è imprimere un portamento e imparare a rispettare la donna partner nella vita di relazione e professionale, e poi moglie, nell’elevato ruolo di formare una famiglia educando i figli.
Riflettendo, oltre ai cadetti delle Accademie Militari e, nel nostro caso gli allievi del Valsalice, in quanti altri contesti formativi quest’iniziativa che non è innovazione perché ci riporta alle tradizioni positive dei tempi andati, sarebbe opportuno ripristinare?
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