Scoprire l’empatia di Emanuele Filiberto di Savoia in visita al Salone del Libro
Domenica pomeriggio, il principe Emanuele Filiberto, ospite dell’Arena Piemonte al Salone del Libro e presentato dall’On Stefano Allasia, presidente del consiglio regionale del Piemonte si è sottoposto ad un piacevole escursus attraverso i mille anni della dinastia più longeva del mondo.
Il professor Michele D’Andrea, studioso del Risorgimento e dei corpi militari, ha condotto questo piacevole percorso, stimolato dalle affermazioni dotte e per certi versi, meno note del Professor Gianni Oliva.
Il Principe possiede una personalità attrattiva nella sua semplicità ed erudizione. Alterna con garbo e senza soffermarsi su spinosità, il ricordo delle figure miliari della Dinastia, con episodi anche commoventi della sua giovinezza, sino ad arrivare all’infausto ed ancor discusso referendum che privò il suo casato del trono.
Si son ricordate le figure dei condottieri di casa Savoia. Emanuele Filiberto di cui porta con orgoglio il nome, dei santi e di Amedeo VIII, Duca di Savoia e poi principe di Piemonte che fu l’ultimo antipapa con il nome di Felice V, nonché l’amore per Torino e per il Piemonte sempre palesato sin nella parlata di Vittorio Emanuele II, il primo re d’Italia.
I Principi di Casa Savoia furono attivi nelle Crociate in terra Santa e trasferirono la capitale, per ragioni strategiche, da Chambery a una piccola cittadina al di qua delle Alpi, Torino che ancor oggi conserva le vestigia della grandezza di una capitale che non ha nulla da invidiare con gli splendori che ammiriamo in altri Paesi.
La Reggia di Venaria, il Museo Egizio, la basilica di Superga, la cupola del Guarini, la palazzina di caccia di Stupinigi, per citare i principali capolavori commissionati dai regnanti di casa Savoia agli architetti di fama.
Dietro ad ogni monumento si celano pagine gloriose volte al futuro, senza dimenticare l’assetto urbanistico della capitale del regno di Sardegna e poi d’Italia.
Il Principe non scende in polemiche, ma risponde agli stimoli dei suoi interlocutori sul trasferimento della capitale a Firenze che il 21 e 22 settembre del 1864 causò 55 morti e 133 feriti negli scontri con la forza pubblica in piazza san Carlo, sulla figura del bisnonno Vittorio Emanuele III, sino al referendum del 2 giugno del 1946 che privò i Savoia del Trono.
Anche in famiglia nei dialoghi con il nonno Umberto II e il padre Vittorio Emanuele, il calcio e la tifoseria occupavano spazio. Il giovane Emanuele Filiberto da ragazzo teneva per il Toro, come il nonno, mentre il padre, principe di Napoli tifava per la squadra partenopea. Allora le partite italiane non si potevano seguire in diretta dalla Svizzera, pe cui, quando le squadre italiane giocavano a Ginevra il giovane principe si recava alla partita.
In uno di questi incontri, ancor bambino, espresse il desiderio di seguire la squadra in Italia.
In quell’occasione apprese il rapporto Italia- Esilio e per lui fu l’inizio di giornate amare, come per il nonno Umberto II che morendo pronunciò il nome della sua patria e dall’esilio non potè neppure essere sepolto in un sacrario di famiglia nel nostro Paese.
Il primo viaggio di Emanuele Filiberto in Italia, con il soggiorno a Torino, risulta memorabile anche per le manifestazioni di affetto ricevute. In alcuni centri, come nei tempi andati, esplodeva il motto: “Savoia, evviva i Principi!”
Oggi quali sono gli interessi di Emanuele Filiberto verso l’Italia? Di amore perla patria, per le città sabaude con una preferenza per Torino e la sua gente.
Questa edizione del Salone del libro, presenta alcuni saggi storici e anche gastronomici e di curiosità che mettono in risalto ruolo e abitudini del Casato.
In più l’invito ufficiale negli spazi della Regione Piemonte attestano il rapporto che ancor unisce la nostra regione a un principe che risulta simpatico e risponde con interesse e completezza ad ogni domanda del pubblico.
Sconosciute ai più sono le attività benefiche e filantropiche svolte nel nostro paese dalla dinastia sabauda.
Suo padre Vittorio Emanuele vi destinò quaranta milioni di euro, mentre Emanuele Filiberto nel 2023 ha elargito con il concorso degli Ordini dinastici, oltre tre milioni di euro.
Questa è la “politica” che intende svolgere Casa Savoia con gli Ordini dinastici attivissimi nel territorio nazionale e all’estero ed attenti a scoprire nuove emergenze sulle quali, al riparo da clamori e pubblicità si ritiene meritorio investire per l’affermazione del bene e la solidarietà.