
Le considerazioni di Eugenio Bravo, Segretario Generale SIULP Torino
“Alla luce delle recenti polemiche e delle strumentalizzazioni sul tema, è necessario fare chiarezza sull’importanza dell’apertura del CPR di Torino e sul suo ruolo nella gestione dell’immigrazione irregolare e della sicurezza pubblica”.
Così esordisce Eugenio Bravo, Segretario Generale SIULP Torino, che sottolinea altresì quanto sia fondamentale fare chiarezza sulla loro reale funzione e necessità, al di là della retorica.87*65-
Ricordiamo come il CPR sia una struttura destinata a ospitare cittadini stranieri, sia comunitari che extracomunitari, in attesa dell’identificazione da parte dell’ufficio immigrazione e della convalida delle procedure necessarie per il rimpatrio da parte dei Giudici:
“È importante sottolineare che circa il 90% delle persone trattenute nei CPR ha commesso più reati, tra cui furti, spaccio di droga, rapine, maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e, in alcuni casi, ha manifestato tendenze legate al fondamentalismo islamico. Molti di questi soggetti provengono direttamente dal carcere dopo aver scontato la pena, mentre altri ritenuti socialmente pericolosi e non sono stati sottoposti a custodia cautelare, devono essere trattenuti in qualche luogo che non può essere il carcere”.
Bravo evidenzia anche che senza il CPR quegli individui, spesso pluripregiudicati e privi di una dimora stabile, resterebbero liberi di circolare sul territorio nazionale e che recuperarli una volta esaurite le incombenze relative all’espulsione diventi, nella maggior parte dei casi, impossibile:
“La chiusura dei CPR significherebbe quindi lasciare in libertà soggetti che hanno già dimostrato di non rispettare le leggi e che, come spesso riportato dalle cronache, rappresentano un pericolo per la sicurezza pubblica”.
Questo non significa che il CPR debba essere un luogo di detenzione in condizioni disumane:
“Al contrario, deve garantire il rispetto della dignità delle persone, come previsto dalle normative nazionali e internazionali. Tuttavia, non si può permettere che la legittima tutela dei diritti umani venga strumentalizzata per giustificare l’abolizione di questi centri, esponendo i cittadini al rischio di una maggiore insicurezza”.
Eugenio Bravo, in chiusura, ci tiene a evidenziare come
“il SIULP non vuole assumere una posizione corporativa su questo tema, ma esprime una valutazione basata sul buon senso e sulla necessità operativa. Il CPR non è solo una struttura utile, ma un elemento essenziale per garantire la sicurezza della collettività e una corretta gestione dell’immigrazione irregolare”.
© 2025 CIVICO20NEWS – riproduzione riservata
Scarica in PDF