
A Torino i Carabinieri tentano di riportare la legalità. Il Sindaco Lo Russo che fa?
Il lavoro nascosto e silenzioso dei Carabinieri non conosce soste o battute d’arresto.
Anche se la cittadinanza torinese non ne vede l’operato, i militari dell’Arma operano e concludono attività d’indagine degne di menzione.
Pochi giorni prima di Natale c’è stato un accoltellamento in Piazza Generale Antonio Baldissera, a Torino, che non si è concluso con un morto solo grazie all’intervento solerte e tempestivo dei Carabinieri che hanno salvato la vita dell’accoltellato.
Gianni Giacomino, “La Stampa”, scrive che “i militari sospettano un regolamento di conti tra pusher sebbene l’aggredito sia incensurato”.
Sempre Giacomino, poi, insiste nel dire che “la città resta teatro di violenza legata allo spaccio”. Nulla di nuovo sotto il sole dal momento che “Civico 20 News” dice queste cose da ormai diversi anni.
Il Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, “Partito Democratico” – esattamente come i suoi “compagni” di partito Elena Piastra a Settimo Torinese, Patrizia Manassero a Cuneo, Mauro Calderoni a Saluzzo, e Beppe Sala a Milano – minimizza quanto accade nella sua città e dice che non vi è criminalità diffusa ma solo percezione di insicurezza da parte della cittadinanza.
Evidentemente il Sindaco Lo Russo, tra un incontro con il Centro Sociale “Askatasuna” e l’altro, non prende sul serio i dati diffusi dalla Prefettura di Torino e non si rende conto che in Piazza Baldissera, non fossero intervenuti i Carabinieri del NORM, si sarebbe narrato l’ennesimo omicidio.
Non si vuole ingigantire il fatto perché è chiaro a tutti che “l’uomo è salvo per miracolo grazie all’intervento di una pattuglia dei Carabinieri del nucleo radiomobile di Torino”.
Se i militari dell’Arma non fossero stati pronti a bloccare l’emorragia in atto nella gamba del ferito 54enne, oggi Torino avrebbe un morto ed un assassino in più.
L’uomo di 54 anni, che va ribadito essere incensurato, era stato accoltellato verso le ore 21. Tre i fendenti sferratigli: uno alla gamba, uno al collo e uno alla schiena. Per via della ferita alla gamba l’uomo ha rischiato la morte per dissanguamento.
Alcuni nostri lettori di Borgo Vittoria, zona confinante con Madonna di Campagna e Barriera di Milano, insistono nel manifestare il senso di forte insicurezza che ammorba la zona.
La Polizia Locale di Torino è poco presente e, anche quando c’è, “non controlla in modo capillare i balordi che si aggirano per la zona”, ci dicono due coniugi residenti in Via Giaveno.
Alcuni nostri lettori tengono a dire che i parchi che costeggiano la Dora Riparia – Parco Dora e Parco Lionello Venturi – sono diventati luoghi impraticabili, specialmente dopo le ore 17 quando, complice la notte, si popolano di pusher, alcolizzati, violenti, … che agiscono indisturbati.
Inutile dire che costoro hanno ragione. A sostenere le loro tesi anche il “TGR Piemonte” che, il 14 dicembre 2024, narrava: “Controlli antidroga al Parco Dora, in 3 finiscono ai domiciliari. Si tratta di tre torinesi fra i 20 e i 22 anni. L’atteggiamento sospetto, le perquisizioni: trovati 4 kg di hashish in auto e 350 grammi in casa”.
I colleghi della RAI hanno tenuto a sottolineare come “i Carabinieri li hanno seguiti e poi hanno controllato la loro auto, nei pressi del centro commerciale Parco Dora”.
Tanti residenti della zona si chiedono: “perché devono sempre arrivare i Carabinieri a fare queste attività e non si possono prevedere dei presidi permanenti della Polizia Locale di Torino?”.
La domanda andrebbe posta all’Assessore alla Legalità e Sicurezza, Polizia Municipale e Politiche per la Sicurezza, Marco Porcedda, che, assieme al Sindaco Lo Russo, sembra non aver chiaro il problema che ammorba le aree pubbliche torinesi.
Molti sperano che il 2025 non porti solo un nuovo numero sul calendario ma, soprattutto, un piano sicurezza serio e concertato con i residenti. Di demagogia i torinesi ne hanno le tasche piene.