Domani 24 (Ultima Parte)
Silvia: Oleh, potresti darmi le linee di creazione dell’Ucraina?
Oleh: In realtà, non so bene dirti da quando esista l’Ucraina. Andando a cercare in documenti storici, non è mai esisto questo nome. Si è sempre e solo parlato di “Rus’ di Kiev”, nel quale si fondono i due elementi, la Rus’, ovvero la Russia, e Kiev, ovvero l’Ucraina. Si trattava di un impero orientale vastissimo che comprendeva certamente sia la Russia che l’attuale Ucraina, ma che si estendeva molto al di là di queste due entità. I Rus’ erano una popolazione scandinava, che in seguito si mescolò agli slavi già presenti su questi territori. Il termine “Ucraina” è nato per un disegno politico recente, che risale a Lenin e Stalin.
Silvia: Sarebbe possibile definire, quindi, l’Ucraina un “Paese-progetto”?
Oleh: In base a ciò che ho detto prima, certamente. E, in effetti, un progetto lo è stato. Era un progetto sovietico, nato all’interno del bolscevismo, e che, pertanto, senza Unione Sovietica, non sarebbe mai esistito. Questo, da parte mia, non è assolutamente un sentimento anti-ucraino, ma vuol dire semplicemente parlare di ciò che è reale e ciò che non lo è. “Rus di Kiev” in un certo senso significa proprio questo. Non significa che Kiev non sia ucraina, semmai significa che, storicamente, le sue radici affondano in ciò che non si è mai chiamato “Ucraina”, semplicemente perché l’Ucraina di per sé non esisteva.
Andando alla ricerca di documenti in cui sia stata menzionata l’Ucraina prima del bolscevismo, non sono, in effetti, riuscita a trovare alcunché. Mi ha dato molto da pensare che l’arcivescovo italiano Giuseppe Pian del Carpine, per esempio, vissuto tra la fine del 1100 e il 1252, il quale era un profondo conoscitore delle steppe euroasiatiche, grazie alle sue missioni, scrivendo la sua “Historia Mongolarum”, prima di ritornare in occidente, passò per Kiev, e la menzionò in qualità di “Kiova quae metropolis Russiae”.
Silvia: E poi, dopo la Rus’ di Kiev che cosa successe?
Oleh: Esiste un periodo compreso tra quel periodo e la storia bolscevica, che riguarda ciò che ti avevo menzionato precedentemente, ovvero la storia della confederazione polacco-lituana e l’inclusione nell’Impero austro-ungarico, che risale ai secoli XIV-XVII. Questo è il periodo in cui regnarono gli Jagelloni, una dinastia lituana che governò in questa confederazione che comprendeva non solo la Lituania ma anche la Polonia, ciò che oggi è la Repubblica Ceca, l’Ungheria e, naturalmente, l’Ucraina. Ed è proprio in questa porzione di territorio che iniziarono a esserci delle insurrezioni. Infatti, nonostante il XVII secolo fu un momento di splendore, al tempo stesso, iniziò a sentirsi un inizio di decadenza, poiché l’influenza polacca già dal XVI secolo si stava facendo sempre più dominante, parlando di “sarmatismo”, ovvero della tendenza dei polacchi di voler rendere tutto polacco. E, naturalmente, tale tentativo di polonizzazione non fu ben accolto dai cittadini “ucraini”. La Confederazione polacco-lituana venne quindi assorbita dall’Impero Austro-Ungarico, nel quale rientrò anche l’Ucraina occidentale, corrispondenti alla Galizia ucraina, alla Rutenia e alla Bucovina ucraina. L’Ucraina orientale invece rientrò nell’etmanato cosacco, nato appunto dall’insurrezione degli ucraini che non volevano essere assimilati ai polacchi e neanche agli austro-ungheresi. Il problema, tuttavia, era che anche in Galizia, Rutenia e Bucovina vi erano dei cittadini “ucraini” che mal sopportavano questo tentativo di polonizzazione, poiché molti di loro, in ogni caso, parlavano ucraino e russo, ma non polacco. Ed è così che nel 1914 fu creato il primo vero campo di concentramento, o lager, della storia. D’altra parte, il termine lager è tedesco, o meglio austriaco, non certamente russo. In quell’anno, infatti, gli austro-ungheresi costruirono detto campo e vi internarono gli “ucraini” di lingua e cultura russa. Avvenne a Thalerhof, nella democratica Austria. Durante i secoli gli “ucraini” russofoni erano considerati al pari di reietti della società, di schiavi e i polacchi-austro-ungheresi inculcavano nelle menti degli ucraini di lingua ucraina che loro erano diversi dai russi e che, quindi, erano superiori. Questa parte di popolazione veniva quindi scientemente strumentalizzata in funzione anti-russa. Dal punto di vista territoriale, non è un mistero che la tendenza, ovvero l’interesse primario della Polonia era, ed è sempre stato, perché si è sempre ripresentato nel corso dei secoli, avere per sé un proprio impero “do morza od morza”, “da mare a mare”, cioè dal Mar Baltico al Mar Nero, comprendendo quindi non solo il territorio polacco propriamente detto, ma anche ciò che è l’attuale Ucraina. Questo non è un segreto, ma la propaganda si scorda sempre di questo dettaglio nei suoi racconti. Tornando agli anni del Novecento, furono quelli in cui nacque l’Ucraina come vera e propria entità territoriale, sulla spinta del separatismo “ucraino” dall’Impero polacco-austro-ungarico. E fino alla Rivoluzione Russa, il governo di Kiev dipendeva da quest’ultimo, mentre quello di Kharkiv, la mia città, dipendeva dai russi. Dopodiché, l’Ucraina divenne uno Stato Sovietico, anzi, fu proprio uno dei fondatori del progetto sovietico.
Silvia: E per quanto riguarda la Crimea?
Oleh: La Crimea rientra certamente in tutto ciò che abbiamo detto. Geograficamente affacciata sul Mar Nero, in realtà ha sempre vissuto una sua storia più autonoma, rispetto al resto dell’Ucraina. In passato era un regno tartaro, che si chiamava Khanato di Crimea ed era governato dall’Orda d’Oro, una dinastia mongola. Dopodiché passò all’Impero ottomano. Durante il periodo ottomano, siccome il tentativo era di rendere la Crimea occidentale, i bolscevichi riuscirono a renderla invece indipendente, creando la Repubblica Socialista Sovietica Autonoma di Crimea. Infatti, l’Impero ottomano stava perdendo la guerra e di conseguenza ogni suo territorio, compresa la Crimea. Di questo passaggio storico si vedono i segni tuttora anche nell’altro grande conflitto che stiamo vivendo, ovvero la guerra arabo-israeliana. Non è infatti un segreto, che l’occidente acquisì, per intervento della Gran Bretagna, proprio alla fine del primo conflitto mondiale ciò che è oggi conteso tra Palestina e Israele. Infine, nel 1954 essa fu donata da Chruščëv alla Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, con la motivazione di voler ricordare il trecentesimo anniversario del Trattato di Perejeslav, con cui si suggellava l’unione tra russi, ucraini e bielorussi. La propaganda non riconosce questo trattato, o, meglio, lo riconosce e ritiene valido soltanto al fine di risvegliare negli ucraini il sentimento anti-russo, secondo cui esso rappresenta la fine dell’Ucraina indipendente e asservita alla Russia. Mi sembra che ciò abbia poco senso, perché quando l’Ucraina, esattamente, sarebbe stata indipendente, anche prima dell’Unione Sovietica?
Silvia: Tornando alla Crimea, si dice che la Crimea sia diventata indipendente per referendum. È vero?
Oleh: Vero, perché vi è stato più di un referendum. Con la dissoluzione dell’URSS, un primo referendum avvenne nel 1991 e fu l’Ucraina stessa ad approvare una legge affinché la Crimea divenisse autonoma. Certamente, è anche altrettanto un fatto che sia stata la Russia a chiedere l’annullamento della cessione della Crimea all’Ucraina del 1954 tramite dono di Chruščëv, motivando tale richiesta per incostituzionalità, in quanto egli era ufficialmente considerato un traditore della Russia, per la sua politica anti-Stalin e il suo tentativo di collaborare con gli Stati Uniti in un’ottica di “disgelo”. In effetti, alla sua morte non ebbe, proprio per questo, funerali di Stato e la sua salma non si trova custodita all’interno del Cremlino. Nel referendum del 1994, tuttavia, sono stati gli abitanti della Crimea a richiedere il distacco dall’Ucraina e la riannessione alla Russia. Quindi, in effetti, tutto è dipeso dalla popolazione. È dal 2014 che la Crimea è indipendente tramite referendum, all’interno della Russia. Ed è con referendum 11 maggio 2014 che anche il Donbass ha chiesto l’indipendenza dall’Ucraina, per essere riconosciuto come Stato a sé stante all’interno della Russia. Quindi, in effetti, le truppe russe entrate in Donbass nel 2014 sono entrate a casa loro. È l’Ucraina, sorretta dall’Occidente, ad aver denunciato questo come invasione russa, già allora. Pertanto, le ostilità tra Russia e Ucraina risalgono già al 2014, e non al 2022. Il 2022 è servito alla propaganda per nascondere il non rispetto degli accordi di Minsk.
Silvia: Cosa intendi per “non rispetto degli accordi di Minsk?
Oleh: Gli accordi di Minsk sono iniziati proprio nel 2014, per chiedere il cessate il fuoco in Donbass, e i firmatari erano Ucraina, Russia e i Paesi dell’OSCE, ovvero l’Occidente. Sono stati violati più volte, sicuramente da tutti i firmatari, perché esso, in realtà presentava più punti ambigui e vaghi, credo volutamente. A me è sempre apparso un tentativo per non voler risolvere la situazione di proposito.
Andando a verificare ciò, in effetti, la ex-cancelliera tedesca Angela Merkel, in una intervista al giornale “Die Zeit” risalente al 7 dicembre 2022, dichiarò apertamente che gli accordi di Minsk non hanno mai avuto come intento di fare terminare il conflitto, semmai di temporeggiare per sostenere il riarmo dell’Ucraina contro la Russia: “Sapevamo tutti che era un conflitto congelato, che il problema non era risolto, ma è stato proprio questo a far guadagnare tempo prezioso all’Ucraina”. Effettuando ulteriori controlli, ho quindi avuto modo di verificare come, in realtà, esistesse un Trattato di amicizia russo-ucraino (Догоров о дружбе между Российской федерацей и Украиной). Tale trattato non è stato rinnovato dall’Ucraina nel 2018. È peraltro anche vero che il Trattato di Minsk è stato violato nel momento in cui basi NATO o americane hanno iniziato a costellare tutti i Paesi confinanti con la Russia e, molto spesso, a essere stati volutamente posizionati a pochissimi chilometri dai suoi confini. Oltre a una violazione del trattato, questo tipo di atteggiamento è stato anche visto come un affronto, nel momento in cui si parlava di disgelo, e non ci sarebbe stato alcun bisogno di muovere questi passi. Come a dire che tentativi di avvicinamento agli Stati Uniti in epoca Chruščëv, disfacimento dell’Unione Sovietica, caduta del blocco comunista, caduta del muro di Berlino, Perestrojka, Glasnost, Maidan e Rivoluzione arancione in Ucraina non sono serviti assolutamente a niente. O forse anche tutti questi eventi, in realtà, erano già stati decisi e quindi “pilotati”?