La morte di Sharon Verzeni non può essere derubricata a “gesto di un folle”. Il problema dell’immigrazione è ormai chiaro.
Il Carcere “Lorusso-Cutugno” di Torino, il 29 agosto scorso, ha ricevuto la visita ufficiale del Ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, che, uscito dalla struttura, incontrando i giornalisti, ha detto: “C’è la necessità di garantire un’adeguatezza dal punto di vista qualitativo e quantitativo della Polizia Penitenziaria che svolge un ruolo fondamentale”.
Parole molto serie, pronunciate da un Ministro della Repubblica, che ha fatto riferimento anche a quanto accaduto a Cuneo dove “un detenuto si è arrampicato attraverso i cortili di passeggio salendo fino al tetto del penitenziario”. La Redazione del “TGR Piemonte” fa sapere che “è stato necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco per farlo scendere dopo circa 3 ore”.
Purtroppo queste situazioni avvengono perché le carceri piemontesi sono sovraffollate e lo sono perché il 50% dei detenuti è di origine straniera.
Non a caso il Ministro Zangrillo ha puntualizzato che nelle carceri c’è una presenza significativa di detenuti stranieri. “In questo carcere”, ha detto il Ministro, “quasi il 50% dei detenuti sono stranieri e quindi c’è la necessità dei cosiddetti mediatori culturali”.
Moltissimi nostri lettori hanno immediatamente detto che non si devono spendere soldi per mediatori culturali ma si devono mandare a casa loro – anche con le brutte – i tanti, troppi stranieri che vengono in Italia a delinquere e a danneggiare la popolazione italiana.
“Civico 20 News” sono anni che sostiene questa tesi e dà voce a quanti hanno questa visione delle cose. Purtroppo, come spesso accade, chi vorrebbe metter fine all’immigrazione viene tacciato di razzismo.
Come sostiene il giornalista Daniele Capezzone, già esponente del “Partito Radicale”, “Noi abbiamo un problema con l’immigrazione, non solo quella irregolare, ma anche quella regolare. Bisogna tenere bassi i numeri dell’immigrazione regolare perché se no non si riescono ad integrare”.
In questo Paese abbiamo un problema di sicurezza che buona parte dei Parlamentari, specie quelli di Sinistra, fa finta di non vedere.
In queste ore tutti i giornalisti seri stanno parlando del caso della povera Sharon Verzeni, barbaramente uccisa dal “nuovo italiano” Moussa Sangare, vero nome di Moses Sangare, già collaboratore dei rapper Izi ed Erba.
Dopo un mese di fitte indagini si è finalmente arrivati a scoprire che Moussa Sangare, 31 enne, in casa teneva una “sagoma di cartone a forma di essere umano per esercitarsi a lanciare coltelli”.
I colleghi di “Rai News” fanno sapere che “a quanto ricostruito dagli inquirenti, il trentunenne” avrebbe utilizzato la sagoma “come un bersaglio per “allenarsi”. Per questo motivo il cartonato è stato posto sotto sequestro. La sagoma mostra i segni di alcune coltellate. All’uomo è contestata la premeditazione nell’omicidio”.
Lo Stato Italiano smetta di avere buonismo nei confronti di queste persone. Da settimane, certa stampa, portava l’attenzione sul fidanzato di Sharon. Ben poco si diceva sull’uomo di colore che transitava in bicicletta nella zona del delitto.
Gli italiani meritano sicurezza e meritano rispetto.
Al leader di “Forza Italia”, Antonio Tajani, in molti chiedono: davvero si deve pensare al tema dello Ius Scholae quando i cosiddetti “nuovi italiani”, spesso, dimostrano di non essere assolutamente integrati?
Il tema è scottante. Ci riserviamo di tornare a parlarne.