
Lettera aperta di Giuliana Tofani Rossi al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni
Presidente Giorgia Meloni,
mi rivolgo a Lei per la questione dei vitalizi dei politici e delle pensioni in genere.
L’art. 69 della Costituzione non prevede i VITALIZI e gli altri privilegi (sanità privata ecc.) dei politici e dei giudici della Corte Costituzionale.
Non crede Presidente che dovrebbe essere sospeso il pagamento dei vitalizi e degli altri privilegi, in attesa che sia modificato l’art.69?
Nella “repubblica fondata sul lavoro” il reddito di cittadinanza stato pagato senza controllare l’esistenza dei requisiti, ma basandosi sulla dichiarazione del richiedente. Come se il cassiere di una banca pagasse assegni a vuoto, oppure come se l’INPS assegnasse le pensioni senza avere controllato se esistono i contributi previdenziali stabiliti dalla legge.
Presidente Meloni, non crede che, ai sensi dell’art.96 della Costituzione, l’ex Ministro della Previdenza Sociale Luigi Di Maio dovrebbe essere inquisito? Idem per i responsabili dell’INPS che hanno autorizzato il pagamento.
All’INPS confluiscono i contributi previdenziali che sono una parte dello stipendio del lavoratore dipendente accantonato per la futura pensione e quelli dei lavoratori autonomi. Questi contributi non possono essere utilizzati per altri scopi.
Mario Giordano, qualche anno fa fece un interessante servizio sulla fine vergognosa fatta dall’ingente patrimonio immobiliare dell’INPS. I responsabili di questo scempio non dovrebbero essere denunciati?
I contributi INPS sono stati usati anche per dare pensioni ai partigiani comunisti infoibatori come Mario Toffanin, condannato all’ergastolo e graziato dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Mario Toffanin ricevette fino alla morte una pensione di 672.270 lire al mese, come tantissimi sloveni responsabili di aver massacrato gli italiani per conto di TITO.
Come disse Edgardo Sogno, medaglia d’oro della resistenza, i partigiani comunisti agivano per instaurare, a guerra finita, la dittatura del comunismo. Non si può equiparare i “partigiani comunisti” ai soldati di un esercito agli ordini di comandanti in divisa che avevano fatto un giuramento ed erano autorizzati a difendersi ed attaccare.
La legge Mosca del 1974 ha dato la pensione a circa 40.000 persone senza contributi. Per lo più erano i dipendenti di sindacati e di partiti politici. Gaetano Mosca, ideatore della legge era sindacalista della CGIL.
Alla nascita dell’Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale erano sufficienti 480 settimane (10 anni) per avere il diritto alla pensione. Ora, invece, pur avendo triplicato le aliquote previdenziali che erano in vigore nel 1935, se non si hanno almeno 20 anni di contribuzione, non si ha diritto alla pensione e neppure alla restituzione degli ingenti contributi versati!!!
Dato che, appartengo alla categoria dei coniugi superstiti costretti a restituire all’INPS somme, anche molto importanti, ho cercato tra le leggi e, se non sbaglio, credo che tutto sia partito dallo Statuto dei Lavoratori.
L’articolo 31, dello Statuto dei lavoratori stabilisce il diritto alla conservazione del posto di lavoro di chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive o a ricoprire cariche sindacali provinciali e nazionali.
Successivamente, con l’art.8 della legge 23/04/1981 n.155, l’aspettativa non retribuita è stata trasformata in diritto, per politici e sindacalisti, all’accredito di contributi figurativi.
Con il comma 31 dell’art.1 della legge 8 agosto 1995 n. 335, (riforma DINI) il governo ha ricevuto la delega di regolamentare la contribuzione figurativa.
Per concludere l’art.3 della legge 16 settembre 1996, n. 564 ha stabilito che i lavoratori in aspettativa non retribuita hanno diritto al riconoscimento dei contributi figurativi dalla data del collocamento in aspettativa.
Piccola considerazione: chi è in aspettativa non retribuita non può “rubare” la pensione dei lavoratori. Sul sito INPS, invece, alla voce “riconoscimento dei contributi figurativi” è scritto che sono accreditati contributi figurati per “aspettativa per cariche sindacali” “aspettativa per cariche elettive”.
Sono certa che Lei Presidente Meloni, ora che è a capo del governo, farà tutto il possibile al fine di liberare lo storico Istituto Nazionale della Previdenza Sociale dai parassiti che lo soffocano.
Con ammirazione e stima
Giuliana Tofani Rossi
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