
Il 24 febbraio saranno tre anni di guerra in Ucraina. Un Memorandum ci invita a riflettere
Nel 2022 Vladimir Putin dichiarò che l’invasione dell’Ucraina era “soprattutto” motivata da una pericolosa adesione alla NATO da parte dell’Ucraina. Una giustificazione strategica che gode ancora di una certa approvazione per lo Zar in alcuni ambiti politici e pseudo intellettuali del Vecchio Continente, Italia compresa.
Dopo quasi tre anni dall’invasione e di aspri combattimenti, gli attuali sviluppi geopolitici impongono di ricordare certi avvenimenti accantonati dalla storia più recente e che reclamano valutazione.
Il 1º dicembre 1991, in seguito a un referendum firmato dall’84 % della popolazione, con il 90% di sì, l’Ucraina scelse l’indipendenza dalla Federazione Russa nata dallo scioglimento dell’Urss, restituendo alla Russia i suoi giocattoli di morte.
Il Memorandum di Budapest
A quell’epoca l’Ucraina, che aveva ereditato dal crollo dell’Urss 33 bombardieri strategici, 176 missili balistici & migliaia di testate tra tattiche e strategiche, risultava il terzo arsenale nucleare mondiale dopo Russia e Stati Uniti. Aderendo al Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, nel 1994 Kiev restituì alla Russia le oltre 1900 testate ex sovietiche dislocate sul suo territorio. Un accordo firmato nel Memorandum di Budapest, in base al quale Stati Uniti, Regno Unito e Russia diedero a Kiev garanzie di sicurezza per il suo futuro. Nondimeno, alla luce dei fatti, tutto ciò non è accaduto.
Il crescente disappunto di Zelensky
Come riporta il The Kyiv Independent, il 25 gennaio, Volodymyr Zelensky, ha criticato i precedenti leader ucraini nella scelta di abbandonare l’arsenale nucleare di Kiev senza acquisire adeguate garanzie di sicurezza, poiché Putin non avrebbe mai invaso il Paese se l’Ucraina fosse stata in grado di difendersi con l’arsenale a cui aveva rinunciato.
Zelensky ha asserito che l’Ucraina avrebbe dovuto rifiutarsi di rinunciare alle armi nucleari. Se USA & UK avevano fornito all’Ucraina le garanzie di sicurezza di cui aveva bisogno negli anni ’90, solo la NATO potrebbe farlo oggi.
Un trattato violato, un arsenale svanito
Alla luce di quegli accordi, non solo l’invasione dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin ha infranto il Memorandum di Budapest, ma nessuno degli altri garanti della sicurezza e dell’accordo è venuto in diretto e immediato aiuto dell’Ucraina.
Zelensky ha sostenuto: «quella rinuncia non doveva essere fatta, poiché siamo stati attaccati». Affermando poi: «nel 1994 era necessario scambiare le armi nucleari dell’Ucraina con garanzie di sicurezza decisamente più solide».
Il presidente ucraino ha ricordato: «allora eravamo sotto pressione da parte degli Stati Uniti e della Russia affinché l’Ucraina vi rinunciasse. Così armati non facevano comodo a nessuno, perciò, credo che sia stato stupido, ingenuo e illogico privarci di quelle armi dissuasive. Oggi dovremmo ritrovare quelli che hanno sottoscritto gli accordi e metterli in prigione».
Il Kyiv Independent ha riferito che i commenti del presidente ucraino, dal 2024 si sono fatti molto più aspri nei confronti dei leader del passato e il motivo esiste, i partner della NATO si stanno scostando da un intenso aiuto a Kiev, che si sente lasciata al suo destino in un conflitto sempre più impari con le forze di Mosca appoggiate dai nordcoreani e dai droni dell’Iran.
Durante un incontro con Donald Trump tenuto nel 2024, Zelensky aveva già dichiarato al mondo che l’Ucraina avrebbe potuto sopravvivere soltanto se fosse entrata nella NATO o se avesse potuto conservare le armi nucleari.
Lo strascico delle parole, mentre la guerra è sangue su sangue
Una posizione chiarita da Zelensky al Vertice del Consiglio Europeo di Bruxelles dove ha specificato che l’Ucraina non stava cercando di ottenere un’arma nucleare, ma che ricordava di non avere un’alleanza più forte della NATO e che solo unirsi ad essa avrebbe potuto garantire la sovranità dell’Ucraina.
È dunque lecito sostenere che, al di là degli accordi di Minsk o dai retaggi dell’Holodomor, se l’ucraina fosse stata in grado di sostenere la sovranità territoriale facendo fede sulle proprie forze, forse oggi non si conterebbero centinaia di migliaia di morti, Putin avrebbe tenuto a freno alcune nostalgie territoriali e il mondo farebbe di conto con un problema in meno.
Non ero a conoscenza del trattato del 1994!!!!
Mi sa che in ben pochi erano a conoscenza di quel trattato