Dall’Artico al Medioriente, allo scacchiere indo Pacifico, il Nuovo Disordine Mondiale spaventa le democrazie del mondo.
La guerra sta correndo, ci sta venendo addosso, lo vediamo alla tv, lo si percepisce a pelle. Avanza al ritmo del “Bolero di Ravel”, si diffonde, si inserisce nei cervelli della gente, impaurita ed impotente. È il momento che precede la tempesta, è il momento degli imbecilli antisemiti che scendono in piazza a spaccare vetrine, è il momento di chi si inventa storico e si schiera a favore di Putin perché ha letto solo fino ad un certo punto, ma….
Nel frattempo la guerra già si sfrega le mani, sa che arriverà, che ci spegnerà la luce, che ci porterà la fame il freddo, il lutto e la paura. Non è pessimismo questo, è un occhio attento a certe realtà. Gli estremismi islamici e l’autocrazia aggressiva di paesi armati fino ai denti non amano le vecchie, presuntuose, litigiose oasi dove vi è libertà di parola, di fede e di pensiero: le democrazie. Siamo noi e della libertà ne abbiamo fatto un distratto abuso chic.
L’Ucraina è solo l’inizio. La guerra di Putin ha scoperchiato propositi di guerra meditati da tempo, e l’Europa, dopo quasi ottant’anni dalla fine della II Guerra Mondiale e dall’illusione della fine della Guerra Fredda, si sta svegliando da un letargo presuntuoso, irritante e imprevidente.
L’orso russo è uscito dal letargo e ha giocato le sue carte una alla volta, per ripristinare confini di quella Unione Sovietica smantellata dalla perestrojka e sbirciare oltre, verso il Baltico e ancora più a occidente.
Dopo la Cecenia e Crimea annesse nell’indifferenza di qualche sanzione saltellante, lo Zar ci ha provato in Armenia e in Georgia, quindi in Ucraina, dove dopo otto anni di guerra a bassa densità, il 24 febbraio 2022 ha tentato il colpo a sorpresa, mostrando un esercito meno inarrestabile di quanto si credesse.
Ed eccoci ai nostri giorni, con un’escalation del conflitto che sta mutando in incubo il futuro in divenire.
Le notizie fresche si fanno sempre più calde
Dopo oltre 900 giorni di conflitto in Ucraina, il braccio di ferro tra Nato e Mosca continua a salire di tono. Mentre sulle pianure del Kurks e del Donbass muoiono 1000 soldati al giorno, Mosca si muove, parla con la Cina, compra e vende razzi da Pyongyang e da Teheran, piace alla Turchia e anche a una Georgia nostalgica dell’Urss, new entry in un pacchetto di Stati che stanno scegliendo da che parte stare. Non dalla nostra.
Nel corso dell’estate la flotta russa ha “visitato” paesi amici, dalla Cina al Vietnam, fino a Cuba, svolgendo imponenti manovre nell’Artico, di fronte ai paesi Nato, dichiarando di voler modificare i confini delle acque di competenza.
Un Artico che sta aprendo nuove “rotte” a causa del riscaldamento globale, dimora di risorse petrolifere e minerarie tra le più ricche del pianeta. Una regione competente a Norvegia e Finlandia, confutata da Mosca e da Pechino. 1º ottobre: è iniziata un’operazione navale nell’Artico, congiunta tra navi russe e cinesi, monitorata da guardacoste USA nei pressi dello stretto di Bering.
Il 21 settembre, l’aeronautica lettone ha riferito che nell’arco di due giorni, i caccia della NATO hanno intercettato almeno sei jet militari russi che volavano sul Mar Baltico per qualche ignaro motivo.
24 settembre: mentre era in corso una manovra della flotta russa nel mare di Barents, il cacciatorpediniere Ammiraglio Levchenko ha sparato colpi di avvertimento contro il peschereccio norvegese MS Ragnhild Kristine. È accaduto in acque di pesca internazionali, dove non si può prendere il possesso del mare. Provocazione per testare le capacità di reazione dei paesi Nato?
25 settembre: stando a fonti Reuters, dopo i droni iraniani e missili nordcoreani, la Russia ha avviato un progetto con la Cina per produrre droni a lungo raggio da impiegare contro l’Ucraina. Stando all’intelligence, una succursale della società d’armi russa Almaz-Antey, ha sviluppato in Cina il drone Garpiya-3, da produrre in grandi numeri e a costi accessibili.
Nel frattempo, dopo ripetute minacce di Vladimir Putin riferite all’uso dell’arma nucleare, il 19 settembre il Cremlino allertava l’UE sulla capacità del missile Samart di raggiungere Strasburgo in tre minuti e 20’’. Intimidazione ripetuta dal presidente della Duma Volodin, per inibire il consenso all’Ucraina per l’uso di armi Nato a lungo raggio contro la Russia. Una minaccia all’Europa e di fatto, anche a Biden e agli USA.
Putin ha rincarato la purga: una reazione nucleare potrebbe avvenire anche verso un Paese privo di armi nucleari, ma complice di un attacco alla Russia anche con armi convenzionali.
Una settimana fa, quattro caccia della Nato stanziati in Romania sono stati fatti decollare per intercettare droni russi diretti a Odessa che hanno sconfinato. Permane il mistero sul cargo russo Ruby, dapprima incagliato davanti alle coste della Finlandia e adesso ancorato a 17 miglia dalle coste inglesi. La nave trasporta 22.000 t di nitrato d’ammonio, fertilizzante altamente esplosivo che nel 2020 rase al suolo un intero quartiere di Beirut, registrata come la più grande deflagrazione dopo un ordigno nucleare. Il Ruby ne trasporta sette volte tanto, è danneggiato e nessun porto lo vuole accogliere. Grande preoccupazione nel Regno Unito.
In seguito al susseguirsi degli eventi, i paesi Nato confinanti con Russia, Bielorussia e l’enclave russa oblast’ di Kaliningrad, posta tra Lituania e Polonia, stanno rinforzando i confini con sistemi antimissile e piramidi anticarro. Una iniziativa in atto dalla Finlandia alle repubbliche baltiche, fino alla Romania, per scoraggiare ogni progetto di minacciata invasione.
Il Medioriente è molto vicino
La reazione israeliana nella Striscia di Gaza, deplorata dall’Onu, sta assumendo un suo significato più leggibile. Ai razzi degli Hezbollah, Israele ha risposto pesantemente e il Libano ne paga il pegno. Oggi siamo alla resa dei conti tra lo Stato ebraico e i seguaci del “partito di Dio”, l’Iran di Al Kamenei, gli Houthi dello Yemen e tutta una coalizione di estremismo sciita che non si è compattata per caso.
Uno scenario in drammatica evoluzione: missili dall’Iran, attacchi hacker da Israele, il nucleare è sempre a mezz’aria, mentre a Beirut i tank israeliani sparano sulle postazioni dei caschi blu, per sgombrare il campo da occhi scomodi. I soldati Onu non se ne andranno. Si rafforza l’asse Mosca Teheran, la Palestina è solo un pretesto.
Le guerre tra comunità ebraiche e palestinesi risalgono ai tempi dell’impero Ottomano. Il 15 maggio 1948, dopo la risoluzione 181 dell’ONU che sanciva la spartizione della Palestina, una coalizione di Stati arabi invadeva quello ebraico, dando origine alla prima di una lunga serie di guerre votate alla distruzione fisica di Israele, odiata pillola di occidentale vanità in severa terra araba, laddove gli ebrei vivevano già nel XIII secolo a.C.
Oggi, molti particolari storici scivolano, ignorati da un odio spicciolo che fa presa sui social. Le populiste manifestazioni antisemite sono il metro di misura della islamizzazione europea. Un masochismo che rimpiazzerà il nostro modo di vivere. Disegno che parte da lontano e ora, in Medioriente si concentrano i progetti di un Nuovo Disordine Mondiale che si sono armonizzate da tempo.
Niente accade per caso, anche altrove nel mondo.
Le tensioni nel Pacifico
A nord del Pacifico, le provocazioni russe nel quadrante dell’Alaska si stanno intensificando. Sono emersi piani russi di invasione del Giappone e le tensioni tra Pyongyang e Seul sono in aumento. Sul fronte indo Pacifico, le rivendicazioni di Pechino su Taiwan sono abbinate a esplicite manovre aeronavali cinesi.
A Taipei sta emergendo il problema della scarsa qualità degli armamenti dell’isola, sovente obsoleti e in alcuni casi, anche scaduti. Un problema per gli USA intenti a sostenere lo sforzo bellico in Ucraina senza indebolire le proprie riserve. È un buon momento per la Cina, la cui industria è in modalità “produzione bellica”, poiché l’aggiornamento del materiale difensivo di Taipei pare slittare al 2025.
Le provocazioni cinesi nell’area delle Filippine si sono susseguite in settembre e la crescente spinta egemonica nel sud Pacifico, che implica numerosi paesi dell’ASEAN, ha deciso Australia e Giappone a stringere un’alleanza di contenimento, usando per test missilistici gli enormi spazi del deserto australiano.
Per contrastare lo sviluppo della flotta cinese, la Marina degli Stati Uniti ha dato il via a un piano atto a garantire che la forza navale americana sia pronta ad affrontare la crescente sfida di Pechino entro il 2027, anno in cui è previsto un conflitto tra Stati Uniti e Cina.
In un documento ufficiale sono elencati gli sforzi necessari per incrementare il reclutamento e l’impiego di tecnologie evolute, oltre alla necessità di accelerare il completamento delle unità di nuova generazione in grado di ripristinare un livello di supremazia navale. Il documento è stato presentato dall’Ammiraglio Lisa Franchetti, capo delle Operazioni Navali della U.S. Navy, dove sono elencate le sintesi strategiche, i tempi e le risorse necessarie per il raggiungimento di quello che è stato definito: Progetto 33.
…Dopo essere stato ricevuto al G7, Zelensky è stato da Papa Bergoglio. Chissà cosa si saranno detti…
Quindi non siamo ben messi,sempre e solo per il vil danaro e espropri di terreni dove nel sottosuolo ci sono immense risorse. Siamo alle solite l’uomo cancellerà il mondo.
Invece di pensare a interi popoli che vivono nella povertà a integrali e rendere la vita più vivibile pensano come fare per arricchirsi e come annientare le classi deboli Vorrei non farne parte di questo mondo dove regna crudeltà e cattiveria.
Quindi non siamo ben messi,sempre e solo per il vil danaro e espropri di terreni dove nel sottosuolo ci sono immense risorse. Siamo alle solite l’uomo cancellerà il mondo.
Invece di pensare a interi popoli che vivono nella povertà a integrali e rendere la vita più vivibile pensano come fare per arricchirsi e come annientare le classi deboli Vorrei non farne parte di questo mondo dove regna crudeltà e cattiveria.
Strano modo di vivere sulla madre terra è il nostro!
A me piacerebbe di più pensare a…..tante altre cose!
Grazie maestro per aver ben chiarito cosa succede!