
Inchiesta del Telegraaf
Il panorama politico olandese è stato scosso dall’inchiesta del giornale Telegraaf:
“Per anni la Commissione Ue ha sovvenzionato” lobby ecologiste per “fare pressioni a favore” del Green deal: “Alle organizzazioni – denuncia il Telegraaf – sono stati addirittura assegnati obiettivi per risultati concreti di lobbying presso eurodeputati e Paesi membri”. Bruxelles, secondo l’inchiesta giornalistica, avrebbe utilizzato denaro proveniente da “un fondo multimiliardario”.
Gli agricoltori, in particolare quelli italiani, negli ultimi anni sono stati additati dai funzionari UE pro green deal come principali nemici dell’ambiente e oggi tornano a chiedere chiarezza in merito ai presunti conflitti di interesse dell’ex commissario europeo Frans Timmermans.
“Pretendiamo trasparenza e chiediamo che la Commissione europea faccia chiarezza sul caso Timmermans. Per anni sono stati criminalizzati i produttori agricoli e i coltivatori diretti di tutta Europa come il male assoluto, ergendo alcune delle associazioni ambientaliste più importanti a giudici di un tribunale della storia che pretendeva di condannarli, in particolare quelli italiani.
L’inchiesta del quotidiano olandese De Telegraaf non ci sorprende, ha svelato ciò che avevamo denunciato con fermezza già anni fa sollevando ripetutamente dubbi su presunti conflitti di interesse.
Se quanto emerso dovesse essere confermato, la verità è che abbiamo sempre avuto ragione nel sostenere che dietro il Green Deal di Timmermans si nascondeva un’agenda politica a senso unico, capace solo di favorire interessi di parte e non di garantire l’equilibrio tra la sostenibilità ambientale e la necessità di proteggere la nostra agricoltura, infliggendo gravi danni alle filiere agricole in nome di un ambientalismo ideologico.
Per anni è stata demonizzata la figura dell’agricoltore e del coltivatore diretto che invece ancora adesso, in un momento storico segnato dagli effetti devastanti del cambiamento climatico, restano i veri custodi del territorio, dell’ambiente e del patrimonio agroalimentare. Per non parlare di quello che è stato fatto ad altri settori, pensiamo all’automotive e all’intera manifattura”.
Così in una nota il Segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo e il presidente Ettore Prandini che ricordano come “già dal 2021, Coldiretti è stata la prima e l’unica a denunciare l’imbroglio verde e come più volte dietro questi processi di falso ambientalismo ci potesse essere ben altro, compresa anche la spinta molto forte da parte di multinazionali che hanno interessi economici legati ad altre forme di business come quello dei cibi fatti in laboratorio, su cui sta investendo una lobby di “oligarchi multimiliardari”.
“A noi della Coldiretti – concludono – ci hanno tacciato di essere antieuropeisti e oscurantisti, siamo solo alla disperata e responsabile ricerca della verità intesa come il dover dis-velare ciò che di torbido si agita nelle pieghe della comunità europea”.
Forse il requiem delle esagerazioni green che dall’insediamento di Trump sta suonando Oltreoceano inizia contagiare la politica europea.
Il green deal promosso con toni quasi dogmatici da Ursula Von der Leyen già nel passato quinquennio sarà duro da scalfire ma forse iniziano a intravedersi le prime crepe.
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