Prove di forza che si consumano in terra d’Africa, lontano dai riflettori della notizia
Notizie dal Continente nero riportano di una penetrazione della influenza ucraina in Africa. Una voce che si è diffusa dopo la sconfitta dell’esercito della Giunta golpista del Mali, sostenuto dai mercenari russi della brigata Wagner. I ribelli tuareg, artefici della disfatta, hanno ammesso di essere stati addestrati all’arte della guerra e all’uso delle armi più moderne, droni compresi, proprio in Ucraina.
Uno scenario ancora da verificare interamente, ma coerente con un conflitto russo ucraino, avamposto di un match tra Occidente e metà del Resto del Mondo, che si “misura” anche in altre aree del pianeta.
Nel Continente africano, Kiev può muoversi con una disinvoltura scomoda da attuare per il blocco occidentale, che si trova a dover competere con le ambizioni della BRICS, nei confronti di “un’Africa miniera” che, dal litio, ai diamanti, al rame e terre rare, è sempre più da spremere e da lottizzare, con danni ambientali gravissimi e violazione di tutti i diritti umani, soprattutto nei confronti dei minatori bambini.
Un discount di materie prime indispensabili allo sviluppo di ogni tipo di tecnologia, privo di regole e ignorato dalla coscienza del mondo.
Africa: in molti territori usciti dal colonialismo, non ha saputo impostare le regole del buon governo e oggi è un insieme di scontri tra bande, alleanze di comodo, base di estremismi islamici e accordi pseudo diplomatici con governi compiacenti pilotati dalle grinfie delle multinazionali di nuovi e vecchi Ordini Mondiali. Dunque, terreno destinato al peggio dell’umano confronto.
Lontano dai riflettori, l’azione Kiev può svolgersi in modo autonomo, addestrando milizie e vendendo armi moderne in funzione antirussa, restituendo una cortesia alla Nato, e allo stesso tempo, ingaggiando le ambizioni di Mosca, lontano dalle steppe del Donbass.
Attualmente l’Ucraina arma e sostiene gli oppositori delle Giunte golpiste appoggiate da Mosca, anche in altri Paesi africani, dove Kiev, combattendo “per procura” indossa i panni del liberatore ed esporta i fondamenti di libertà e i principi di autogoverno dell’Occidente, minati da sentimenti soprattutto anti francesi. Ideali che in quei paesi sono stati sradicati da feroci dittature.
La scesa in campo dell’Ucraina nel continente africano si è moltiplicata dopo le votazioni tenute alla Assemblea dell’Onu nel marzo 2022 e nel febbraio 2023, che condannavano l’aggressione russa all’Ucraina.
Una votazione che aveva visto l’astensione sulla condanna della Russia, di più paesi africani. Un sottinteso, devoluto smarcarsi dall’attribuire torti a Mosca. Un’astensione che ha acceso l’attenzione dei vertici ucraini verso l’Africa, anche perché Eritrea e Mali avevano votato a favore dell’aggressione russa.
Quindi, in Ucraina si sono prese decisioni per riallacciare il consenso di paesi africani chiaramente pilotati da Mosca. Artefice della missione è stato il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, che ha compiuto una serie di incontri in molti paesi africani. Parimenti, venivano inaugurate molte nuove ambasciate, le ultime in Mauritania e Costa d’Avorio, Stati non ostili e già filo-occidentali.
Nelle intenzioni di Kiev non vi sono solo obiettivi politici e strategici; gli scambi commerciali nel settore agricolo, minerario e militare, moltiplicano la sinergia. Nel primo caso, continuando a colpire le unità del blocco russo nel Mar Nero l’Ucraina tornerebbe ad esportare cereali. Egualmente, le risorse minerarie africane servono all’Ucraina quanto all’Occidente, e infine, la fornitura di armi e un addestramento militare, sono affari redditizi, con più di un tornaconto
Ovviamente i leader golpisti del Mali, non hanno gradito il sostegno dell’Ucraina ai ribelli della regione dell’Azawad, e non sono soli. Il sostegno ucraino alle forze governative del Sudan in guerra contro le milizie RSF spalleggiate da Mosca si è svolto stesse modalità. Le proteste non hanno avuto interlocutori validi. Il quadro complesso che vede il Continente africano strattonato da ogni forma di interessi globali, è controllabile, solo e forse, da inafferrabili strategie sviluppate in più di qualche impreciso “altrove”.
Una prospettiva futura che può portare il conflitto tra Russia e Ucraina ad allargarsi in quei paesi africani dove i mercenari russi, oggi auto proclamati “Africa Korps” (di nazista memoria), da tempo hanno imperversato senza interferenze dei paesi europei, distratti da beghe di poltrone e di consenso, questioni interne, monetarie e quant’altro.
L’Ucraina si è incuneata in Africa, come un cavallo di Troia, ricoprendo un multiruolo antirusso, parzialmente interno e altrettanto ambivalente per l’Europa e gli USA, artefici di colonialismi talvolta sanguinosi (Congo belga), ed altri, in un primo tempo disprezzati, ma poi rimpianti, visto l’attuale caos dirigenziale, e soprattutto per alcuni valori etici di cui si sente la mancanza.
Uno scenario da monitorare: il “viaggio apostolico” ucraino prosegue da un punto di vista diplomatico in Zambia, Malawi e Mauritius. Altrettanto quello di contrasto armato che, da fonti delle agenzie internazionali, sembra si sia già spostato in Repubblica Centro-africana, in Niger, in Guinea e in Burkina Faso. Tutti paesi in cui i pretoriani russi della brigata Wagner, hanno finora pilotato gli interessi politici e territoriali di Mosca senza guanti di velluto e senza veri oppositori.
“Tutte le guerre sono combattute dal sangue del popolo per il denaro dei ricchi” (Socrate).
Fonti: Ansa, Andkronos, LaPresse, blog reperibili sul Web e riferimenti ad articoli precedenti.
Una lucida disquisizione di un libero pensatore
A monte di tutti questi conflitti sempre solo predazione e bisogno di potere…non andremo da nessuna parte con questa modalità, l’attuale umanità si autodistruggera’. Un vero disastro
Ottimo articolo di un pensatore libero
Ottimo articolo di un libero pensatore
E Zelenski chiede continuamente armi, carri armati ed aerei lanciamissili? Poi dove li porterà? In Africa?!!!! Cose da pazzi! E i nostri tg tutti zitti? Noi sperperiamo i nostri soldi e lasciamo i poveri e i disabili senza aiuti per mandare armi a Zelenski? La nostra sanità e la scuola sono prive di sostegno economico per partecipare a questo intrigo militare mondiale? Facciamolo sapere! Gridiamolo dai tetti! È una vergogna!!!!
gentile Margherita Ruffino, è ovvio che ogni commento è il benvenuto. Per quanto riguarda la visione geopolitica però, la questione da un punto di vista della cronaca e della conoscenza richiede un occhio più imparziale. È la Russia per prima, tramite mercenari della Wagner a destabilizzare governi e paesi per prendere il controllo dei territori. Ugualmente per la Cina. L’abbandono del colonialismo ha lasciato i paesi africani in balia di nuove ingerenze e questo è male. Riguardo la guerra in Ucraina, le origini di un certo dissenso risalgono al periodo tra il 1909 e 1933, quando Stalin decretò il genocidio dei Kulaki, i proprietari terrieri ucraini, facendo tra i 3 e i 6 milioni di morte per fame e deportazione nei Gulag. Certe guerre non finiscono mai. È ovvio che nel Donbass vi sia poi sempre stata tensione tra popolazione trapiantata russa e i nativi rimasti. Le notizie che leggo favorevoli all’aggressione di Mosca sono ricche di propaganda e la gente ci casca… Grazie comunque. Per quanto riguarda gli investimenti per scuola e sanità, a me risulta in modo oggettivo che vi sono corretti investimenti. è chi gestisce i fondi della pubblica amministrazione che spesso sperpera e poi se ne va con buoni uscita a sei zeri. Perché nessuno grida questo dai tetti?… È solo una questione di dubbio… Non guasta mai. Ancora grazie, sono l’autore dell’articolo.
Caro amico mio, non conoscevo queste dinamiche geopolitiche e ti ringrazio nell’avermi informato in modo garbato e dettagliato, come tuo solito. Adesso che stanno saltando in aria altri arabi per mano Israeliana, con una genialità maledetta e non farà che alimentare il fuoco della vendetta, devo dirti che mi sento ancor più depresso. Dopo tutti questi avvenimenti, mi vien da chiedere se esista veramente un Dio buono e misericordioso o piuttosto un Angelo caduto che si sta divertendo. Come facciamo noi, uomini di fede, a convivere sulla stessa terra di questi miserabili?
Ottimo e profondo articolo
Grazie per la tua costante ricerca che mi mantiene informata in modo diverso dai”giornali”