L’ubriaco che dirige il traffico a Porta Palazzo
I personaggi curiosi di Porta Palazzo hanno avuto nei secoli qualificati cronisti, da Alberto Viriglio a Cesare Bianchi. Più modernamente, Andrea Biscàro, col suo libro Il Maciste di Porta Pila (2013) ha consolidato e tramandato il ricordo del catanese Gioacchino Marletta, che a Torino era chiamato Maurizio, ultimo artista di strada della tradizione portapalatina, noto come il Maciste di Porta Pila. Si aggiungano anche alcune canzoni di Gipo Farassino, dedicate a Porta Palazzo e alla sua variegata fauna.
Con questi presupposti, ci è sembrato interessante questo breve articolo de La Gazzetta del Popolo del 5 maggio 1955, dove si descrive la breve performance di un personaggio, decisamente ben carburato, che si improvvisa vigile urbano.
Leggiamo i particolari nella simpatica prosa dell’anonimo cronista:
CON BERRETTO DA VIGILE E FUCILE A TRACOLLA
Un ubriaco dirige il traffico a P. Palazzo
In piazza della Repubblica, poco lontano dall’imbocco di corso Giulio Cesare, là dove l’incrociarsi di linee tranviarie ed il sopraggiungere in tutti i sensi di autoveicoli crea ingorghi nella circolazione, si è avuto ieri – non richiesto, né programmato – l’esperimento di un vigile volontario.
Un ometto – quasi un nano poiché la sua statura non raggiunge il metro e 40 di altezza – si è posto verso le 13 in mezzo alla strada ed ha cominciato a regolare il traffico con modi imperiosi.
I più però si sono attenuti suoi ordini soggiogati dall’aspetto indubbiamente marziale dell’individuo, cui faceva solo difetto la statura per poter essere definito imponente.
Infatti l’ometto si era posto in capo un berretto da vigile urbano, s’era allacciato alla vita un cinturone ed a tracolla si era assicurato un fucile flobert di quelli usati nei «tiri a segno». Alla fondina che pendeva dal cinturone aveva infilato una pistola ad acqua sottratta forse ad un ragazzino.
Si trattava di una farsa, del gesto di un ubriaco, che si protrasse per alcuni minuti, finché intervennero un agente di polizia e un vigile urbano, e lo strano individuo fu accompagnato al commissariato di via Carlo Noè. Identificato per Giovanni Cagnassone di 50 anni, abitante in via Lanino 10, è stato trovato affetto da «etilismo acuto». Sarà pertanto denunciato per ubriachezza molesta.
Addirittura, una denuncia per ubriachezza molesta! Qualche volta la Giustizia non sa stare allo scherzo…
Questa bravata appare ben preparata, per gli accessori utilizzati, in particolare per il berretto autentico da vigile urbano. Così dietro il nostro Giovanni Cagnassone si intravede un gruppo di buontemponi, in stile Amici miei, che lo hanno ubriacato, poi vestito e spedito ad esibirsi in mezzo alla Piazza della Repubblica.
Peccato che l’episodio sia rimasto sepolto nelle annate del quotidiano, senza giungere all’orecchio di cultori delle memorie e di chansonnier portapalatini.
E visto che abbiamo citato il film Amici miei, ricordiamo che esiste anche uno spassoso falso vigile urbano, attivo a Roma qualche anno dopo, impersonato da Totò nell’episodio Il Vigile Ignoto del film Le Motorizzate del 1963.
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