Come influenzare, indebolire o annichilire la volontà o lo spirito di un paese, esercito, gruppo di persone o anche singola persona considerati ostili
di Stefano Gilaudo
La cultura popolare occidentale con i suoi vari movimenti e stagioni porta spesso i segni evidenti dell’opera degli agenti di guerra psicologica.
È innegabile che oltre ad essere penetrata oltre cortina con volontà sovversiva, nonostante il controllo sovietico, ha anche mitigato o accentuato certi comportamenti nello stesso occidente.
La cultura pop occidentale aveva quindi l’aspetto di Giano: una faccia eversiva e libertaria da esportare per creare un sogno o meglio un “bisogno” di libertà nei giovani oltre cortina e una faccia reazionaria atta a distruggere le ideologie collettivistiche e anti-capitalistiche in occidente per rendere inerte le operazioni di guerra psicologica del Kgb.
Dai Doors di Jim Morrison (figlio di un ufficiale della intelligence della marina americana) alle “porte della percezione ” di Aldous Huxley per passare da Timothy Leary (e i suoi legami con la CIA) e l’uso di droghe, il programma MK-ULTRA, l’annichilimento delle comuni Hippy tramite la droga, Manson e l’omicidio di Sharon Tate, fino alla “quasi” distruzione di una generazione troppo impegnata politicamente (’68) con l’uso dell’eroina.
Non si può non vedere in tutto questo la lunga manus dei servizi e degli operatori di guerra psicologica occidentali e del patto di Varsavia.
Se ancora state pensando a J. Morrison e a suo padre come coincidenza, possiamo dare un’occhiata all’Italia.
Il padre di Venditti era un funzionario dello stato che diventerà vice prefetto di Roma.
Mario Cherubini (padre di Jovanotti) era membro del Corpo della Gendarmeria dello stato della Città del Vaticano, e Jovanotti stesso ha raccontato quando lui ancora bambino e la sua famiglia andavano invitati dalla famiglia Casimirri, sì quella di Alessio Casimirri, figlio di un funzionario vaticano e attualmente brigatista latitante in Nicaragua (o forse Asset dell’intelligence).
Tutte coincidenze sicuramente, ma se contiamo anche il controllo dei servizi sulle case discografiche…
La guerra psicologica è una guerra vera e propria e come tutte le guerre porta con sé vere vittime e vera distruzione.
Per rafforzare la propaganda, vengono messe in atto una serie di azioni politiche, militari, economiche o ideologiche rivolte ad un obiettivo: singole azioni o una serie programmata detta “PROTOCOLLO”, chiamate PSY-OPS (Psychological operations).
Le Psy-ops agiscono sui bisogni: primari o fisiologici (fame, sete, sonno, freddo…) o secondari che derivano dalla cultura o dalla società, non indispensabili per la sopravvivenza e si avvertono dopo la soddisfazione di quelli primari (divertimento, leggere, competizione, cooperazione…).
A seconda dell’obbiettivo da raggiungere e della reazione voluta, gli operatori agiscono sui bisogni primari o secondari.
Gli step di una Psy-ops sono:
• CREARE un bisogno (necessità)
• IMPEDIRNE la soddisfazione (frustrazione, paura, rabbia)
• SUGGERIRE la soluzione (azione, violenza, appagamento)
cioè una dialettica tipicamente hegeliana Tesi – Antitesi – Sintesi
In un crescendo di cinismo e follia, i documenti di guerra psicologica declassificati indicano con precisione agli operatori le azioni da compiere per creare frustrazione, insicurezza e paura nell’obbiettivo:
• creare scarsezza di viveri, abitazioni, vestiario ecc.
• sviluppare al massimo la corruzione e la concussione tra i capi e la popolazione
• stimolare il dissenso tra le élites politiche e militari
• appoggiare forme di sanzioni economiche
• creare inflazione e tassazione esorbitante e non equa
• creare disunità politica e mancanza di fiducia nei capi
• incoraggiare la discordia tra elementi sociali, politici ed economici, creando risentimento tra di loro e contro il governo
• creare mancanza di risorse che possono sostenere l’economia
• attuare un regime poliziesco con arresti in piena notte e censura
• fomentare rivolte e sovversione
• compiere azioni di sabotaggio, terrorismo e violazione dei diritti umani.
(Solange MANFREDI “Psy-ops 70 anni di guerra psicologica in Italia” pag. 39/40 NARCISSUS giugno 2014)
Inoltre:
• creare isolamento
• creare insicurezza e frustrazione con regole e leggi di difficile interpretazione e continuamente modificate
• premiare con la fruizione di diritti naturali in realtà non concedibili perché naturali appunto (diritto di movimento, di socializzare ecc.)
• punire e stigmatizzare i “ribelli” o non conformati e sottomessi.
Il Lock-Down ha esattamente tutte le caratteristiche di una Psy-ops di livello mondiale (Psy-ops erano anche la strategia della tensione, Mani Pulite e centinaia di altri avvenimenti).
Se durante la guerra fredda e in genere, per quasi tutto il secolo passato, le psy-ops erano ad esclusivo appannaggio di ambienti militari e di intelligence, è ipotizzabile che dopo la caduta della cortina di ferro molti operatori e il know-how si siano spostati, per necessità o esubero, anche in altri settori privati, al servizio del miglior offerente (come del resto hanno fatto molti militari).
In realtà la guerra psicologica applicata a vantaggio dei grandi gruppi di potere finanziario, economico e politico non è sicuramente esclusività del 21° secolo.
Ne sono un esempio i fratelli Allen Welsh Dulles (direttore della CIA dal 1953 al 1961) e John Foster Dulles (avvocato e segretario di stato sotto la presidenza Eisenhower) entrambi legati alla United Fruit Company (ora Chiquita Brands International Sarl).
I Dulls con lo spauracchio di una minaccia comunista in Guatemala, spinsero Eisenhower nel 1953 a finanziare e autorizzare la CIA per attuare l’Operazione PB successiva.
L’operazione è consistita nell’addestrare un manipolo di uomini guidati da Carlo Castillo Armas per realizzare un golpe in Guatemala e rovesciare Arbenz, colpevole di aver introdotto una riforma agraria che aveva gravemente danneggiato gli interessi della UFC stessa.
È utile sottolineare che il successo dei golpisti fu favorito da una campagna di guerra psicologica e dalle minacce politiche statunitensi che intimidì l’esercito guatemalteco, preoccupato anche da una possibile invasione Americana.
Noi siamo tutti sottoposti, a protocolli di Guerra Psicologica e questi protocolli influenzano, volenti o nolenti, le nostre vite, la loro qualità, i nostri rapporti, le nostre convinzioni, i pensieri e tutto questo, per la maggioranza delle persone, senza che ne abbiano contezza.
Possiamo ignorare tutto quanto (guerra psicologica, psy-ops, protocolli) e parafrasando Dante: essere come pecore matte lasciando che il giudeo tra noi, di noi rida; oppure possiamo affidarci al pastore che ci guida, ovvero uno stato di coscienza non più in sonno ma vigile, capace di vedere le psy-ops ed evitare, se non altro, di diventare vittime o peggio cassa di risonanza e quindi complici.
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