
“Ciò che chiediamo è che la magistratura indaghi”
“Esprimo solidarietà alla presidente Stellabotte per il dolore rappresentato relativamente ai propri cari deceduti per Covid, anche in rappresentanza degli altri associati del suo Comitato che stanno conducendo questa battaglia per l’accertamento e chiedono comprensibilmente delle risposte perché sia approfondito bene tutto quello che è accaduto”.
Così il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, in replica alle dichiarazioni di Elisabetta Stellabotte del Comitato L’Altra verità. “Lascio alla presidente Stellabotte la responsabilità di alcune affermazioni del tutto opinabili come il fatto che sia responsabile la Chiesa perché non mi sono chiare. Rispettando le sue opinioni non posso condividere quando ha affermato, in modo davvero inaccettabile, che i nostri sanitari erano a girare filmini e a ballare anziché impegnarsi a curare i pazienti. Ricordo che molti parenti, familiari di sanitari, potrebbero sedere al suo posto oggi del tutto legittimamente, con la stessa angoscia e con un dolore non meno profondo. Le ricordo che da quando è iniziato il Covid quasi mezzo milione di sanitari è stato contagiato e varie centinaia sono morti per curare, anche se non ci sono riusciti, anche i suoi familiari”.
Di seguito le parole pronunziate dalla Stellabotte, a cui Conte si è riferito.
“Nessuno dovrebbe avere l’arroganza di togliere la dignità della morte, perché questo avete fatto: avete tolto la dignità della morte. E non sono io a dirlo; noi qui siamo in rappresentanza del direttivo del mio comitato, ma ci sono 200.000 vittime che camminano sulle nostre gambe e attendono delle risposte. Faccio una domanda: se fossero stati i vostri cari, sarebbero stati trattati allo stesso modo? Non credo proprio; non ci sarebbero mai arrivati in terapia intensiva.
Ora, noi vorremmo credere al racconto della retorica del “è andato tutto bene, è stato fatto tutto il possibile”, vorremmo credere a tutti i sanitari eroi umani che dovevano stare vicino ai nostri cari confortandoli nell’ora più buia, ma dove erano? Erano impegnati nei corridoi, nelle colonne sonore, a fare i balletti, questo lo avete potuto vedere tutti. Noi abbiamo cartelle cliniche che parlano, messaggi WhatsApp di pazienti che erano all’interno degli ospedali e parlavano con i familiari a casa dove non venivano dissetati, non venivano nutriti, venivano solo lasciati, scusate il termine, nel loro piscio.
E gli infermieri si facevano vedere con i lividi sulla faccia mentre facevano i balletti. Quanto raccontato oggi dovrebbe essere loro a testimoniarlo, invece non ci sono più, non possono più parlare, quindi la storia è ben diversa. A distanza di mesi, anni dall’inizio della pandemia, i nostri ospedali erano troppo spesso dei lager, in cui la gente non andava per essere curata. È ora di finirla questa storia. La gente veniva soppressa nella maniera più atroce, nell’abbandono, nell’oblio e negli stenti. Le testimonianze raccolte dai comitati sono costituite, come dicevo prima, da messaggi WhatsApp, video, in cui questa terribile verità è evidente. Potete metterlo agli atti, vi daremo tutto. Ciò che non potete obiettare sono le parole di un padre, di una madre, di un marito, di una figlia, di un fratello, di una sorella, perché davanti alla morte non diranno mai una bugia. Ora sta a voi decidere se ascoltare le voci di questi martiri o sposare una verità di comodo, che sarà l’ennesima tortura non solo per i nostri cari, ma anche per noi.
Ciò che chiediamo è che la magistratura indaghi, perché si è creato un precedente pericolosissimo e noi abbiamo il dovere di testimoniare e di fare in modo che tutto ciò che è accaduto non accada mai più. I nostri cari ci sono stati restituiti in un sacco nero perché verosimilmente il morto poteva contagiare. Per giustificare questo atto senza nessuna umanità, cui sono sempre complici tutti i politici e, ripeto, in questa stanza credo che nessuno sia esente. Nessuno. E la grande colpevole è la Chiesa.”
Conte, come ha fatto per gli interventi che hanno preceduto quello della Stellabotte, e cioè quelli di Sabrina Gualini del Comitato nazionale familiari vittime Covid e di Eleonora Coletta del Comitato vittime Covid Moscati di Taranto, avrebbe dovuto limitarsi ad ascoltare le testimonianze critiche alla prescrizione domiciliare “paracetamolo e vigile attesa”, sì, vigile finché non ti ammali e devi correre in ospedale quando ormai è troppo tardi, riflettere su “è stata rubata la dignità anche ai morti” e su chi sottolineava come i diritti del malato non fossero stati granché rispettati.
E invece, dopo il terzo intervento Conte ha rotto il silenzio con toni spiacevoli.
Ecco, ma con quale faccia ha parlato di medici morti, visto che tutti i morti medici compresi sono stati vittime delle politiche schizofreniche e carenti del suo governo ?
Di queste basti ricordare per esempio senza andare oltre, i Dpi e le mascherine regalate alla Cina.
I dati di mortalità di medici e infermieri, come quelli che riguardavano il resto delle persone, in pandemia furono i più alti dell’Occidente nonostante lockdown, green pass e obbligo vaccinale, e non perché fossero incauti, ma perché fiduciosi e in buona fede nei confronti dell’operato del suo governo.
Anziché fingere di stare dalla parte dei sanitari e della Chiesa, Conte dovrebbe solo spiegare alle famiglie dei sanitari e a tutti i familiari delle vittime Covid, per quale motivo si è ostinato a perpetrare certe decisioni farlocche, che tanto male hanno fatto al Paese.
E non si capisce perché lui debba far parte della Commissione Covid, diventando giudice essendo parte in causa, visti i suoi palesi conflitti d’interesse.
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