Il Generale di Corpo d’Armata Marcello Bellacicco ha commemorato, con tutti gli onori, il Caduto per la Pace Giorgio Langella.
Come vi abbiamo documentato, giovedì 26 settembre, in quel di Diano Marina (Imperia), c’è stata una sentita Commemorazione per ricordare il Caduto alpino Giorgio Langella.
Ad impreziosire la cerimonia c’era il Generale di Corpo d’Armata Marcello Bellacicco che, durante i suoi anni di servizio alla Forza Armata, ha ricoperto molteplici incarichi, tutti di alta professionalità e delicatezza.
Tra questi va certamente ricordato quello di comando della Brigata Alpina “Julia”, in Udine, con la quale ha partecipato alla Missione ISAF della NATO nella Regione Ovest dell’Afghanistan, dall’ottobre 2010 all’aprile 2011.
In questa importante attività il Generale Bellacicco ha preso sotto la sua responsabilità e il suo comando anche unità militari degli Stati Uniti d’America, della Spagna, della Lituania, della Slovenia, della Danimarca, e dell’Albania.
Tale impiego di comando gli è valsa la Medaglia di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia, la più alta onorificenza degli ordini della Repubblica Italiana.
A motivarne l’attribuzione la seguente motivazione: “Comandante della Regione Ovest e del contingente nazionale in Herat, nell’ambito della missione “International Security Assistance Force” (Isaf) in Afghanistan, in una recrudescente situazione di pericolo, caratterizzata da oggettivi rischi e da condizioni ambientali estremamente disagiate, conduceva con valore, abnegazione, perizia ed alto senso di responsabilità le unità dipendenti, facendone un complesso fortemente coeso e motivato. Con azione cristallina e coerente individuava sempre soluzioni pertinenti e di straordinaria efficacia, per la realizzazione degli obiettivi assegnati. Militare di elevatissimo spessore umano, ha rappresentato con prestigio la nazione e le sue Forze Armate in un difficile contesto internazionale. Herat (Afghanistan), ottobre 2010 – aprile 2011”.
Che un sì alto Ufficiale, con un curriculum dal peso tanto prestigioso, abbia voluto essere presente alla Commemorazione del Caduto Langella emoziona e fa capire quanto i veri soldati abbiano amore e rispetto per chi ha perso la vita indossando l’uniforme.
Durante la sua allocuzione, il Generale Bellacicco ha detto: “Quando morì Giorgio Langella, insieme ai suoi compagni, fu un momento molto particolare. Quella missione, fino a quel momento, era stata una missione sostanzialmente – non dico tranquilla – ma che si poteva affrontare con una certa serenità”.
Parole che difficilmente un militare ha il coraggio di pronunciare. Sulle Missioni Internazionali, dalle parti della Difesa, c’è sempre stata molta reticenza e poca trasparenza. Ancora oggi, a operazioni concluse, moltissimi italiani non sanno che cosa l’Esercito Italiano facesse in Afghanistan.
“Questo fu il primo attentato che il Contingente Italiano subì con nuove metodologie e nuove procedure operative, cioè l’utilizzo di ordigni esplosivi improvvisati. Fece poi tante vittime questo sistema, questa procedura. Io ricordo che ero in Germania, a Berlino, quel 26 settembre, perché facevo servizio lì e quando mi arrivò la notizia della morte di questi ragazzi – tra l’altro del 2 Reggimento Alpini che io avevo finito di comandare due anni prima – mi colpì moltissimo. Giorgio era di Diano Marina e mi colpì molto l’evento di per se stesso e mi colpì il fatto che c’era un concittadino” ha ancora detto il Generale Bellacicco.
Per chi conosce un poco il mondo militare è un discorso toccante e molto sentito.
Solitamente gli Ufficiali, specialmente i Comandanti, sono algidi e freddi come il ghiaccio e, se proprio non sono tenuti, non tengono mai discorsi a braccio, fatti con umanità e con il cuore.
Il Generale Bellacicco, pur essendo un alto rappresentante del Tricolore, uno che sul campo di battaglia ci è stato per davvero, e si è sporcato le mani, non imboscandosi negli uffici o nelle torri eburnee del comando, ha sempre messo il Personale Militare al centro della sua azione di comando ed, infatti, ancora oggi migliaia di Alpini in armi ed in congedo lo ricordano con riconoscenza e affetto.
Tra i banchi del Consiglio Comunale di Diano Marina, anche in un contesto differente da quello militare, il Generale Bellacicco ha portato il senso del dovere, il pragmatismo e la programmazione ma, soprattutto, il cuore sensibile e coerente che solo chi ha giurato sulla Bandiera può avere.
L’Italia ha bisogno di persone del lignaggio e della caratura del Generale di Corpo d’Armata Marcello Bellacicco che, seppur in quiescenza, continua a dar lustro e valore all’Esercito Italiano e le Forze Armate tutte.
Nel 2023, nonostante una vita di lavoro, il Generale Bellacicco ha dato alle stampe il libro “Noi ci abbiamo creduto: diario di sei mesi di missione in Afghanistan”, un’opera nella quale “attraverso il racconto e le testimonianze di chi l’ha vissuta come protagonista si descrive la missione in Afghanistan della Brigata Julia nel 2012-2011, nell’ambito dell’Operazione NATO ISAF”.
Sicuramente torneremo a parlare di Esercito Italiano, Forze Armate e di quanti sono Caduti nell’adempimento del dovere.