
A Cuneo, il Comitato di Quartiere Donatello ha organizzato una rappresentazione in Lingua e Cultura Piemontese, disattesa da Giunta, Consiglio Comunale e membri delle Associazioni afferenti a “Casa del Quartiere Donatello”.
Venerdì 20 dicembre, presso i locali che sottostanno alla Scuola dell’Infanzia di Via Augusto Rostagni, a Cuneo, vi è stata una rappresentazione in Lingua Piemontese per allietare i residenti della zona.
Il Comitato di Quartiere Donatello ha organizzato questo momento di festa e cultura per augurare un buon Natale a quanti vivono in questa zona periferica del Capoluogo.
La rappresentazione teatrale è stata magistralmente messa in scena da quattro artisti, tre uomini e una donna, componenti la “Rosamunda Folk Fest“.
Peccato vi fossero solo una ventina di spettatori. La sala era mezza vuota. Oltre venti sedie sono rimaste vuote.

Unico organo di stampa presente “Civico 20 News” che, questa volta, a differenza del venerdì precedente, quando si parlava di tematiche antisemite, è stato lasciato entrare.
Bellissima idea quella di fare un evento in Lingua e Cultura Piemontese anche se, come detto, la gente era estremamente poca.
In un quartiere nel quale vi è una massiccia densità di residenti stranieri non poteva essere diverso.
In Via Rostagni, Via Bernini, Via Madonna del Colletto, ormai, è più facile sentir parlare arabo che italiano… figurarsi il piemontese.
A “Casa del Quartiere Donatello“, come molti residenti segnalano, gli eventi sono partecipati e gremiti solo quando sono “inclusivi” o, come sarebbe meglio dire, “multietnici“.

Il Comune di Cuneo, proprietario della struttura, dovrebbe investire un po’ di energia per far sì che i residenti non autoctoni possano imparare la Lingua Piemontese, integrandosi davvero con la città che li ospita.
Il Quartiere Donatello sta rischiando di divenire come Barriera di Milano, a Torino, o come Corvetto, a Milano.
Creare quartieri e circoscrizioni ad alta densità di immigrati (di prima, seconda o terza generazione) non è una gran trovata politica ed amministrativa. Non a caso è una delle “ricette” di cui la Sinistra cuneese va maggiormente fiera.
L’integrazione è un processo complesso che deve sì partire dall’accoglienza della popolazione autoctona ma, soprattutto, va accettato da chi autoctono non è.
L’immigrato, infatti, se davvero desidera amalgamarsi – pur mantenendo la sua cultura e le sue tradizioni – deve provare ad imparare usi, costumi e cultura del Paese che lo ospita.
Al Quartiere Donatello questo non accade e il fatto che l’evento sia stato del tutto disatteso e non partecipato avvalora quanto siamo a dire.

E’ svilente vedere che i volontari del Comitato di Quartiere Donatello si sono prodigati per creare un evento di relax pre-natalizio e lo abbiano visto ignorare in primis dai Consiglieri Comunali, dall’Assessorato alla Cultura, dalle associazioni che usano i locali della “Casa del Quartiere Donatello” e dalle unità educative che, grazie a questo centro di aggregazione, hanno un posto di lavoro.
L’Assessorato alla Cultura del Comune di Cuneo, retto da Cristina Clerico, dovrebbe calendarizzare una serie di corsi, eventi teatrali, iniziative di prosa, conferenze e convegni sulla straordinaria e corposa Cultura Piemontese.
Solo così, nel medio-lungo periodo, si potrà vedere un processo di integrazione vero ed autentico.
Ad oggi, nonostante “Casa del Quartiere Donatello” esista da oltre 10anni, tutta questa integrazione e inculturazione non si vede.
Eppure di denaro pubblico nei locali di Via Rostagni ne viene, e ne è stato, speso.
I cittadini non allineati con l’attuale Giunta Manassero, a trazione “Partito Democratico“, sono piuttosto desolati di questa gestione pressappochista e dilettantistica dei quartieri e delle frazioni.
Chissà che cosa avrà da dire l’Assessore Luca Pellegrino, che di Quartieri e Frazioni tiene la delega.

La domanda è ovviamente retorica. L’Assessore Pellegrino non si vede mai nei Quartieri e la sua delega è più di facciata che di sostanza.
Il membro di Giunta che detiene la delega ai Quartieri e alle Frazioni, come molti notano, va nelle periferie solo quando vi è da inaugurare qualche opera discussa, e discutibile, come la piazzetta antistante la Scuola dell’Infanzia di Via Rostagni che, come abbiamo narrato, è un luogo tutt’altro che aggregativo, pulito e sicuro.
La speranza che molti nutrono è che vi sia un cambio di mentalità in chi amministra perché questo asservimento alle altrui culture è svilente quanto imbarazzante.
Le sinistre non si accorgono oppure lo fanno apposta, ma dandole tutte vinte agli immigrati contribuiranno efficacemente alla distruzione della nostra cultura e civiltà millenaria e quando canteranno i muetzin sui campanili saranno i primi a pagarla, per le loro idee libertarie e non prenderanno voti perché i muslim avranno le loro liste islamiche
Cara Margherita, è quello che molti residenti hanno paura accada.
Cuneo, per chi non la vede da un po’, è decisamente peggiorata.
Il Donatello, poi, è diventato una sorta di quartiere etnico di periferia.
Abito il quartiere da 50 anni e non c’è paragone rispetto a quando il Quartiere era pericoloso. Oggi è molto migliorato, grazie anche alla presenza della casa del quartiere, che quotidianamente fa qualcosa per la convivenza dei cittadini.
L’efficacia non si misura su un singolo evento e non si misura sul numero di partecipanti.
La ringrazio per il suo commento che, però, da nato e cresciuto al Donatello non condivido affatto.
Da quando vi è “Casa del Quartiere Donatello” quello che era il “Circolo ACLI” viene ignorato da moltissime persone (specie anziane) che preferiscono prendere una seggiola pieghevole e stare al freddo in Piazza della Costituzione.
Ognuno ha la sua opinione, per carità, ma il Donatello pericoloso lo abbiamo adesso. Non so se sa che ci sono diversi residenti agli arresti domiciliari e che siamo una delle piazze di spaccio più “ghiotte” della città.