
Piazzetta Via Rostagni
A Cuneo un’Amministrazione altamente ideologica sta ponendo le basi per una sostituzione culturale. Si vuole diventare come Barriera di Milano, Aurora o Porta Palazzo?
Nella città di Cuneo esiste un’area periferica, sede di moltissime case popolari, chiamata Quartiere Donatello.
In questo quartiere, al fondo di Via Augusto Rostagni, all’altezza di Via Donatello, da decenni vi è un Circolo ACLI dove da sempre ci sono residenti, e non, che giocano a bocce, carte, …
Tante persone anziane hanno trascorso i loro pomeriggi, all’ombra degli alberi, a tirare le bocce contro il boccino, ma oggi qualcuno sta pensando di seppellire i campi da bocce sotto una colata di cemento, per realizzare un non ben chiaro tendone per fare attività varie ed eventuali.
Le risposte avute sono state le solite: “anziani che giocano a bocce non ce ne sono più”, “il quartiere è cambiato e con esso la gente”, “la Casa del Quartiere non è più la bocciofila d’un tempo, chi vuole giocare a bocce va alla “Bocciofila Cuneese” o a “La Novella”, qui si fa altro”.
Il problema è che queste sono risposte sciocche, senza senso, non confermate da fatti concreti ma animate e sospinte da ideologie.
Basta andare in giro per il quartiere, e parlare con le persone, per capire che, da quando c’è “Casa del Quartiere Donatello – CDQ”, esse non si sentono più a casa loro.
Ci sono decine di persone che vorrebbero un luogo dove poter fare una partita a carte, una partita a bocce, una semplice chiacchierata e, invece, a CDQ ci sono decine di attività, organizzate da altrettante associazioni, che occupano i locali, e rendono improbabile una seppur minima convivenza.
Chi scrive, il 26 febbraio, si è recato presso i locali della “Casa del Quartiere Donatello” per chiedere di poter utilizzare una sala, per un evento culturale, sul radioso magistero petrino di Benedetto XVI.
All’uscita dalla sala, andando verso la Piazzetta PNRR antistante la Scuola dell’Infanzia, per verificare lo stato di pulizia e decoro dell’area, è stato seguito da un gruppo di immigrati di seconda generazione (o italiani di seconda generazione), tutti minorenni, è stato insultato ed intimorito perché i giornalisti che scrivono ciò che vedono, risultano essere una “minaccia”.
Ovviamente la cosa, ora, è al vaglio della Stazione Carabinieri di Cuneo.
Di questa situazione moltissimi residenti si lamentano.
Non è possibile che vi sia un luogo di ritrovo pubblico – la cui luce e il cui riscaldamento sono pagati dal Comune di Cuneo, con i soldi di tutti – che è gestito in modo quasi esclusivo, con ideologia unidirezionale, e che esclude quanti non sono allineati alla presidenza e alla direzione della “Casa del Quartiere”.
Ci sono residenti del Quartiere Donatello che vanno a giocare a bocce al Parco Caduti Divisione Alpina Cuneense, nel Quartiere Gramsci.
Ci sono residenti del Quartiere Donatello che vanno a giocare a carte al “Centro Incontro Don Bosco”, presso i locali della Parrocchia San Giovanni Bosco e che hanno trovato accoglienza dai Religiosi Salesiani.
I Latini erano soliti dire che “contra factum non valet argumentum” perché dinanzi all’evidenza di situazioni acclarate non c’è bisogno di menar parole a vuoto.
In Via Rostagni, quando a presiedere il Comitato di Quartiere Donatello vi era l’indimenticato Sergio Bongiovanni, ogni anno, per la festa del quartiere, veniva invitato il Parroco dei Salesiani, don Mario Cattanea, per celebrare la Santa Messa e rendere grazie a Dio per le nascite, i matrimoni, i battesimi, le Comunioni e le Cresime, accadute nell’anno.
Negli ultimi anni, invece, all’interno della “Casa del Quartiere” non si è riusciti neppure a recitare – una sera – il Santo Rosario, durante il mese di maggio, e di questo la Comunità Parrocchiale è sinceramente rammaricata.
Il fatto che al Quartiere Donatello siano arrivati tanti residenti di confessione islamica non può diventare pretesto, e giustificazione, per eliminare tradizioni e usanze che hanno fatto del Quartiere Donatello un luogo di comunità, fraternità e comunione fra persone.

Queste argomentazioni non fanno una piega se si considera che, nel solo 2024, si sono tenuti incontri quali “Uno sguardo al femminile: donne migranti e seconde generazioni” per “riflettere sull’eredità del colonialismo, di un passato che non è soltanto storico, ma anche culturale. Un’eredità che ancora oggi, dopo decenni, influenza la narrazione e il processo di costruzione delle singole identità”.
E’ chiaro a tutti che sentir parlare di “colonialismo” nel 2024 è anacronistico quanto ideologico. Alcuni residenti hanno sottolineato come sia assurdo affermare che “l’intento della rassegna è quello di porre al centro del dibattito l’interdipendenza fra colonialismo e altri sistemi di potere – come il razzismo e il sessismo – per riflettere su come nuove forme di dominazione permeino la società, influenzando il nostro modo di relazionarci con l’altro”.
La narrazione secondo cui gli italiani sarebbero razzisti solo perché si rifiutano di partecipare ad iniziative multietniche è stucchevole oltreché offensiva.
Ci sono tante persone che vorrebbero vivere momenti di aggregazione giocando una partita a bocce, a scopa, dinanzi ad un piatto di polenta con le salsicce, accompagnato da un bicchiere di vino, cantando al suono della fisarmonica come al Donatello si è sempre fatto.
Sembra impossibile ma chi gestisce “Casa del Quartiere” non lo comprende – o non lo vuole comprendere – perché ormai le parole d’ordine sono “inculturazione”, “multietnicità”, “accoglienza”, …

Tutte parole importanti, per la carità, ma non si possono sradicare i valori, le tradizioni e le radici di una comunità, come quella del Quartiere Donatello è sempre stata, per aprirsi alle altre culture, dimenticando e calpestando la propria.
Il Sindaco di Cuneo, Patrizia Manassero, “Partito Democratico”, che ha tenuto per se la delega a immigrazione e intercultura, e l’Assessore Luca Pellegrino, che ha la delega a Quartieri e Frazioni, non possono continuare a nascondere la testa sotto la sabbia.
Accogliere chi ha un’altra cultura può essere una scelta, ma sarebbe senz’altro opportuno che chi ha un’altra cultura apprendesse, e si impegnasse ad apprendere, la cultura del Paese e del Quartiere che lo ospita.
L’integrazione “a senso unico” non funziona e, soprattutto, non si può imporre. Chi vive in un quartiere, talvolta, si trova costretto ad accogliere perché le assegnazioni della Case Popolari sono soggette a graduatoria e vanno a chi ne ha legittimo diritto.
Il dover, per forza, solidarizzare e stringere amicizia con i nuovi residenti, però, non può mai essere imposto.
Trasmissioni come “Fuori dal Coro”, “Dritto e Rovescio”, “4 di Sera”, ci narrano di situazioni simili a “San Salvario”, “Barriera di Milano”, “Porta Palazzo” a Torino; “Corvetto”, “Baggio”, “San Siro”, a Milano; e l’elenco sarebbe lungo.
A Cuneo, il Comune si fa bello con la parola “intercultura” ma concretamente cosa ha fatto per far sì che, per esempio, i “nuovi italiani” imparassero la Lingua Piemontese? Il Sindaco Manassero in che modo ha narrato ai “nuovi cuneesi” il significato profondo del Drapò, la bandiera del Piemonte?
Due nostri lettori ultraottantenni, che hanno servito la Patria, e che vivono al Donatello, ci hanno detto che “le culture si devono scambiare ma, comunque, la predominanza va data alla cultura autoctona, alla cultura che accoglie”.
Discorso condiviso e condivisibile.
Il Comitato di Quartiere Donatello questo lo ha capito e, come abbiamo già detto il 23 dicembre 2024, ha organizzato una rappresentazione in Lingua e Cultura Piemontese dal titolo “El nòste radis. La Vijà piemounteisa”.
Peccato che non vi fosse nessuno di “Casa del Quartiere Donatello”, nessuno della Giunta Comunale, nessuno del Consiglio Comunale e nessuno dei “nuovi italiani”.
Se questa è integrazione…
I democratici sono stati la rovina del nostro bel paese e continuano imperterriti con le loro devastanti politiche….non ci sono più parole per descrivere il degrado in cui ci stanno portando a tutti i livelli!!
Cara Rosalba, assolutamente vero. I comuni amministrati dal PD e dagli altri partiti della Sinistra sono i peggiori sia in termini di sicurezza che di bilancio.
Concordo Rosalba e sottoscrivo fino all’ultima virgola ciò che ha scritto Elia! È mai possibile che non si capisca che noi siamo i PADRONI DI CASA e ci è dovuto rispetto e considerazione riguardo alla cultura che rappresentiamo? Finisce che a furia di “ inclusione “ si arriverà all’esclusione dei cittadini originari di Cuneo! Gli amministratori stessi dovrebbero andare a prendere per le orecchie i mocciosi che pretendono di decidere chi deve esserci e chi no! Stiamo attenti che a furia di tirare la corda questi musulmani che SONO VENUTI APPOSTA PER OCCUPARE LA NOSTRA PATRIA finisce che ci riescono per la stoltezza di chi governa Cuneo. Va bene che la sinistra vuole questo perché mantenendoli a spese nostre, si sono conquistate le loro simpatie e quindi i FUTURI VOTI, ma devono considerare che ai musulmani non piacciono le idee di femminismo, genderismo, abortismo ecc. Il giorno in cui fossero mai al potere, care le mie sinistre, vi metteranno a testa in giù, se ve la lasceranno attaccata al collo
Carissima Margherita, quello che hai scritto è verità assoluta. Stiamo diventando né più né meno che una colonia.
La Sicurezza sta diventando, sempre più, la grande assente e i cittadini si sentono assolutamente ignorati dalle Istituzioni che, però, sono iper presenti per esigere i tributi.