La ricostruzione dei fatti riportata da Rai News
“L’operazione prende le mosse dalla cosiddetta “congiura di sant’Andrea” del novembre 2022, quando una buona parte dei consiglieri di Vigevano rassegnò le dimissioni per rovesciare la giunta comunale. Uno dei consiglieri sarebbe stato avvicinato con la promessa di 15mila euro se avesse partecipato alle dimissioni in blocco. Gli autori della proposta sarebbero stati un noto politico locale, ex europarlamentare, e un imprenditore edile, presidente Ance Vigevano. Ad entrambi sono state perquisite le rispettive abitazioni, oltre agli uffici”.
“Anche se le dimissioni di massa vennero sventate, il sindaco – per assicurarsi l’appoggio di una consigliera – le avrebbe procurato tramite un prestanome una consulenza presso Asm. La municipalizzata però non ne aveva necessità. I tre dirigenti – pur sapendo dell’inutilità della consulenza – collaborarono. Le indagini sono ancora in corso”.
Matteo Salvini difende il sindaco e con lui tutta la Lega.
Senza voler entrare nel merito delle indagini che faranno il loro corso un’osservazione si impone.
Le pressioni per indurre alle dimissioni o, al contrario, per resistere alle richieste di dimissioni sono una costante in ogni realtà amministrativa, dal piccolo comune alla cittadina, al capoluogo e così via.
Se per ognuno di questi fatti si dovesse aprire un processo non basterebbero tutte le aule di tribunale italiane.
Il sospetto che si tratti dell’ennesima inchiesta ad effetto che rischia di non arrivare nemmeno a processo ma che rovina la vita privata e politica di amministratori locali e politici nazionali è forte.
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