Domani seguirà la seconda parte
Io non sono un “professionista dell’informazione” ma sono uno spasmodico e appassionato ricercatore con il preciso scopo di condividere informazioni, analisi per riflettere e spingere ogni lettore alla ricerca personale.
Per approcciare un argomento così scabroso, doloroso, fringe, borderline, ammantato di “leggenda metropolitana” e teoria della cospirazione, è necessario munirsi di apertura mentale e volontà di approfondimento; altrimenti si scade nel gossip, nel negazionismo aprioristico, con il risultato di abbandonare ancora più a se stesse le vittime, in particolare quelle che decidono di farsi avanti e testimoniare.
Sì, perché di vittime ce ne sono e non sono poche!
Prima di procedere oltre desidero fare un passo indietro nella storia, alle guerre puniche, al fatto che nei libri di storia, a fini propagandistici, fosse perpetuata una “vile diceria” sui Cartaginesi: che i coloni Fenici sacrificassero i propri infanti alla loro divinità (Baal).
Interpretazione continuata finché gli scavi archeologici di Cartago, hanno portato alla luce i “TOPHET” punici e numerosi vasi contenenti ossa carbonizzate di bambini e agnelli, anche mischiate, che mostravano senza dubbi la ritualità sacrificale nel culto punico.
È ovvio che i romani utilizzassero tutto ciò anche a fini propagandistici anzi, in caso di guerra, disumanizzare il nemico è la propaganda migliore: al nemico che si comporta come un “animale” non si riconoscono diritti e trattamenti umanitari (https://civico20-news.it/cultura/la-guerra-psicologica-di-stefano-gilaudo-parte-prima/06/02/2024/ ).
La mia ricerca si basa sulle vittime, sui perpetuatori di abusi (sessuali, sadici, rituali) su alcuni operatori sociali, apparati militari e intelligence, forze dell’ordine, politica, propaganda, insabbiamenti, corruzione, minacce e su uomini molto, molto potenti, intoccabili e insospettabili.
Allison Carter (da qui in poi Ally) inizia a raccontare la sua storia su Instagram nel luglio 2020 (4 anni prima dell’arresto di Diddy, in tempi non sospetti), ma raggiunge un pubblico più vasto dopo l’intervista rilasciata nel 2021 a Stew Peters sul suo Podcast https://rumble.com/vp0za3-victim-biden-and-obama-raped-me-powerful-elites-celebs-demonic-sex-abuse-ri.html
L’infanzia di Ally è un incubo, con i sevizi sociali che intervengono fin da quando ha pochi mesi di vita.
La madre naturale (pare legata al movimento delle BlackPanther) lascia che Ally sia abusata dal suo nuovo compagno fino al punto che lei tenta il suicidio.
Ally ha 13 anni e interviene il Child Protective Services (C.P.S.) che la ricovera in un ospedale psichiatrico (particolare che fa suonare un campanello di allarme per chi ha fatto ricerche sul MK-ULTRA).
Alle dimissioni segue l’allontanamento dalla famiglia e l’affido al programma FOSTER CARE: cambierà 14 case famiglia in un anno e per Ally è l’inizio di un orrore peggiore.
Ally continua a fare video testimonianze senza fine di lucro, non per ottenere la fama, precisando sempre che non vuole interviste da parte di canali o podcast “monetizzati”, che la sua vita non è quantificabile economicamente.
Dai suoi racconti emerge che Ally è una giovane teenager con alle spalle una breve vita fatta di violenza e completamente priva di affetto, in cerca di qualcuno che possa finalmente amarla o come dice lei “Qualcuno che finalmente tenga a lei, qualcuno al quale sentire di poter finalmente appartenere“: l’esigenza emotiva più che legittima, anche per chi ha avuto una infanzia e una pubertà “normale”, è la spinta che porta al desiderio di trovare un compagno con il quale costruire un proprio nucleo familiare.
Per Ally è un desiderio incontrollabile ma pericoloso perché si trasforma in una “debolezza” facilmente manipolabile.
Conosce così un giovane ventisettenne in chat.
Nell’intervista pronuncia una frase pregna di oscuri significati: “conoscevo loro ma loro conoscevano me prima che li conoscessi”.
Ally chiama questo ragazzo “PIMP” che tradotto significa “magnaccia” perché è proprio lui a portarla ancora minorenne in un locale di striptease e a farla prostituire, a pagare il silenzio dei suoi genitori affidatari (complici e quindi colpevoli).
Sempre spinta dal desiderio di accettazione e appartenenza, viene coperta dal giovane di quelle attenzioni che le bastano, ma a ogni attenzione corrisponde una sottomissione e una perversione sempre maggiore.
Ally è come nelle sabbie mobili: ogni movimento la porta sempre più a fondo, infatti dando un’occhiata al portafoglio del ragazzo scopre diversi documenti d’identità, così lo affronta per sapere chi sia veramente. Per tutta risposta, viene picchiata selvaggiamente.
Ally spaventata, tradita e confusa, cerca aiuto nell’unico posto che conosce, non nella sua famiglia affidataria che sa corrotta ma nel sistema, ovvero nel C.P.S. e nella persona del suo assistente sociale.
A questo punto la frase “loro conoscevano me prima che li conoscessi” diventa chiara, perché l’assistente sociale la minaccia imponendole il silenzio, altrimenti sarebbe sparita e nessuno l’avrebbe più trovata.
Le minacce sortiscono l’effetto voluto e Ally, che è sempre minorenne, viene riportata al suo PIMP.
Ally parla di tunnel sotterranei, addirittura intere città, di feste nei sotterranei come al Getty Museum. Fa nomi di personaggi famosissimi quali Obama, Biden, Steven Taylor (Aerosmith), Denzel Washington (ha una voglia su un lato del corpo) e anche di Sean “Diddy” Combs e lo fa 4 anni prima del suo arresto, avvenuto il 16/09/2024.
Anche altri personaggi più conosciuti, perché facenti parte della scena musicale USA, del mondo dello spettacolo, che avevano accusato Diddy acquistano, dopo il suo arresto, molta credibilità: vengono intervistati dai media main-stream, ma non Ally.
Forse Ally non è famosa e non fa notizia, poi non ha prove di quello che afferma, ma non è così.
Ally è pericolosa, è una vittima e conosce come funziona l’ambiente, sa che è un traffico internazionale, parla di “festini” organizzati a Buckingham Palace, di presidenti USA, parla della Russia: tutto questo comporta protezioni e coperture di altissimo livello, perché non si può nascondere un traffico così grande ai servizi d’intelligence e qualcuno potrebbe domandarsi perché nessuno ha mai fatto nulla per fermarlo.
Nascerebbero troppi dubbi tra chi è all’oscuro dell’argomento e troppe certezze e motivazioni tra chi già sa: oltremodo pericoloso per il sistema.
Per il caso Dutroux nel Belgio degli anni ’90 la popolazione si riversò nelle piazze chiedendo giustizia.
Il governo belga se la cavò con un processo farsa che evitò di investigare sulle testimonianze, accusando solo Dutroux, la compagna e un altro uomo: il coinvolgimento di alte cariche dello stato, nobili vicino alla monarchia, imprenditori e forze dell’ordine non fu mai provato, anche grazie alla fortuita e opportuna morte di molti testimoni chiave.
Ricordiamo il “Pizza Gate” durante la campagna elettorale per le elezioni USA 2016 (Trump/Clinton) dove qualcuno passò e-mail della Clinton e del suo staff (tra i quali i fratelli Podesta) a WikiLeaks, mail con contenuti riconducibili alla pedofilia.
La strana pizzeria “Comet Ping Pong”(da qui il nome), il suo proprietario e il suo legame con i Dem, le strane foto sui suoi social scatenarono reazioni imprevedibili come quella dell’uomo che sparò all’interno della pizzeria, trasformando in vittime i supposti carnefici.
Tutto venne messo a tacere come teoria della cospirazione creata dall’estrema destra, alimentata dal gruppo QAnon su internet su 4chan e 8chan.
Ora il caso Diddy colpisce le star di Hollywood notoriamente utilizzate dai Democratici americani come endorsment durante le elezioni: Beyoncé pagata dalla Harris 10 milioni di dollari per 3 minuti alla sua convention, ma anche Jennifer Lopez e le sue lacrime, Ophra Winfrey pagata 4 milioni e già legata oltre che a Diddy anche a Harvey Weinstein e al suo “divano da casting”, Leonardo DiCaprio amante delle ragazze molto giovani e definito pubblicamente da Diddy il suo miglior ospite ai Party, Usher ancora minorenne e ospite a casa di Diddy e si dice uno degli handler (controllori degli “schiavi” nel progetto MK-ULTRA) del giovanissimo esordiente Justin Bieber. Usher tra l’altro che, pur dichiarandosi democratico, non ha mai preso parte attiva alle elezioni come endorser, salvo poi tessere le lodi della Harris dal palco della convention.
La stella Kamala Harris è un personaggio piuttosto ambiguo.
Nessun Dem aveva il carisma e la forza per affrontare Trump, o non si voleva probabilmente “bruciare” un futuro candidato (Michelle Obama?).
La Harris era l’unica candidata possibile e probabilmente una sacrificabile. La madre della Harris, oncologa, ha lavorato alla McGill University di Montreal, università all’avanguardia delle neuroscienze, nella quale ha sede l’Allan Memorial Institute, si dice parte attiva nel programma MK-Ultra, anche se non ho trovato notizie che legano direttamente la madre della Harris al programma MK-Ultra e all’Allan Memorial.
Ne parla Candace Owens (nota giornalista repubblicana afro-americana) in un suo podcast, dove intervista un giornalista nippo-americano Yoichi Shimatsu che si è occupato sia della Harris procuratore della California, sia dei legami della sua famiglia che di quella di Obama con realtà militari e di Intelligence operanti nel sud-est asiatico. Intervista altamente consigliabile è (https://www.youtube.com/watch?v=2KNKS5_Z924 ).
È chiaro quanto la propaganda giochi un ruolo chiave nello sviluppo di queste vicende di abusi.
Non credo sia un caso che il “Pizza Gate” e il “Diddy Gate” siano esplosi proprio in prossimità delle campagne elettorali statunitensi: tutto falso? Tutto teoria della cospirazione come i fact-checkers si affrettano a bollare? Non direi. Probabilmente qualcuno ha opportunamente agevolato, ritardato/anticipato alcune inchieste per prenderne vantaggio. Ma se c’è fumo deve pur esserci un incendio…
In tutto questo: le vittime?
Le vittime lo sono per tutta la vita, perché questi traumi non si possono cancellare con un colpo di spugna. Che tipo di giustizia potranno avere?
Nel caso Epstein il principale indiziato morto in carcere suicida/suicidato, la compagna Ghislaine Maxwell, figlia di un noto agente del Mossad, in carcere, ma circondata dalla coltre del silenzio. La famosa lista Epstein? Secretata! Dei nomi trapelati: Bill Clinton, più volte nominato nelle carte del processo, ne è uscito indenne al momento. Il principe Andrew ha patteggiato un risarcimento. Gli altri nomi “sussurrati”, ma subito spariti.
Il caso Diddy è un po’ diverso. Probabilmente Sean Combs sarà lo Scape-Goat, anche perché qualcuno gli avrà ricordato la fine di Epstein: la supposta lista che ha minacciosamente elencato in un noto video è composta da persone famose ma non così potenti, quindi sacrificabili.
Le star ospiti “affezionati” dei Diddy’s Parties? Silenzio!
Qualcuno ha venduto i suoi tre ristoranti (Kevin Hurt); qualcuno è volato in Europa come Huston Kutcher, la compagna Mila Kunis e Ellen DeGeneres; altri sono stati avvistati in Giappone come Beyoncé Knowles e il marito Jay-Z.
C’è anche una scia di morti sospette come quella della ex moglie di Sean Combs: Kimberly Porter (morta di polmonite come il suo nuovo compagno) e di Uncle Ron ex bodyguard di Diddy e Beyoncé, morto ventiquattr’ore dopo un video di accuse a Diddy e Jay-Z riguardo la morte del rapper Notorious B.I.G.
Sì, perché in questo ambiente vige la clausola: finché morte non ci separi!
Un racconto drammatico, scritto con grande maestria, che crea un terremoto emotivo. Non ci abitueremo mai a leggere storie di questo tipo, non saremo mai indifferenti o cinici di fronte a fatti di questa portata… qualora non fossimo più toccati nel profondo da simili letture… significherà che avremo perso l’Anima.
Ha ragione. Purtroppo sono moltissime le storie di anime usate come sacchi della spazzatura, ignorate dal mainstream, coperte da un gravoso velo di omertà. È doloroso leggerne ma mi creda, lo è altrettanto scriverne. Grazie per il feedback positivo.