9 gennaio 1979 – Uccisione dell’agente di custodia Giuseppe Lorusso
«Torino, via Brindisi: ore 7,15 Un agente delle Nuove ucciso da un commando di quattro terroristi», così titola Stampa Sera del 19 gennaio 1979 per annunciare la tragica morte di Giuseppe Lorusso, agente di custodia, abitante in via Brindisi 5, ucciso con numerosi colpi d’arma da fuoco sparati da distanza ravvicinata, mentre apriva la portiera della sua auto, parcheggiata nella vicina via Biella, per recarsi al lavoro.
Giuseppe Lorusso, nato a Palazzo S. Gervasio (Potenza) il 3 gennaio 1949, è entrato nel Corpo degli Agenti di custodia nel maggio 1972 e prestava servizio presso la Casa circondariale di Torino, nota come le Nuove, in corso Vittorio Emanuele II 127.
Quel mattino, due individui scendono da una 128 rossa mentre altri due uomini restano in auto, gli si avvicinano, lo chiamano e gli sparano numerosi colpi con due pistole calibro 38 special. Due proiettili raggiungono Lorusso alla testa, due al braccio sinistro, quattro al torace e due all’addome: Lorusso muore istantaneamente, con le chiavi della sua macchina ancora strette in mano. Lascia la moglie Rosa e due giovanissimi figli: Daniela di 2 anni e Domenico di 8 mesi.
Circa due ore dopo, l’uccisione viene rivendicato da una telefonata: “Qui Prima Linea. Abbiamo ammazzato Giuseppe servo dello stato. Seguirà un comunicato”. Il comunicato viene fatto trovare verso le 11:00 in due cabine di corso Re Umberto e di corso Regina Margherita.
Nel libro “Venti di terrorismo. La Torino del sangue innocente” (Graphot, 2023) così l’autore Claudio Giacchino dà voce allo stesso Giuseppe Lorusso:
«Come Lorenzo Cutugno (*) sono stato ucciso appena uscito di casa per andare a lavorare. E, come Lorenzo, sono stato infamato, nella rivendicazione i miei assassini hanno detto che facevo parte della squadretta di picchiatori delle Nuove. Quando invece per anni ho lavorato nelle cucine e solo ultimamente sono stato spostato allo Smistamento pacchi e corrispondenza dei reclusi. Una mansione molto simile a quella di Lorenzo, ti esponeva all’astio dei familiari, dei detenuti. […]
Avevo compiuto trent’anni da due settimane, abitavo con Rosa e i due bambini piccoli in un alloggetto di via Brindisi 5, vicino alla casa di Lorenzo e quella mattina gelida e nebbiosa del 19 gennaio 1979, siccome avevo cambiato il turno con un collega, uscii un’ora prima del solito. Eppure gli assassini sapevano che sarei comparso in anticipo, erano già lì. Il tempo di avvicinarmi alla mia 128, schiudere la portiera, sono stramazzato sotto nove pallottole, la maggior parte mi ha colpito al volto. Sull’asfalto sono rimasto ore, coperto da un telo bianco imbrattato del mio sangue, il braccio destro che sporge dal telo insieme al cappello della mia divisa.
Arrivò il cappellano delle Nuove, padre Ruggero, il celebre padre Ruggero in servizio nei bracci da un’eternità. […] Padre Ruggero mi ha benedetto. La foto del frate in saio che fa il segno della croce sul mio cadavere ha raccontato al mondo come in quel tempo violento si viveva e moriva nell’Italia dilaniata dal terrorismo. Pochi mesi dopo è morta anche la mia Rosa: il cuore non ha retto al dolore. […] Dormo sulla Collina del Sangue Innocente e, come Lorenzo, sono ricordato dal carcere che ha mandato in pensione le Nuove. Il carcere Lorenzo Cutugno-Giuseppe Lorusso».
Giuseppe Lorusso il 15 giugno 2004 è stato insignito della medaglia d’oro al merito civile “alla memoria” e il 29 marzo 2010 gli viene concessa l’onorificenza di “vittima del terrorismo” «per gli alti valori morali espressi nell’attività prestata presso l’Amministrazione di appartenenza e per i quali fu ucciso a Torino il 19 gennaio 1979 in occasione di una imboscata tesa da terroristi appartenenti all’organizzazione terroristica Prima Linea».
Una lapide è stata collocata in via Biella all’angolo con via Brindisi, dove si legge: «A Giuseppe Lorusso | N. 3.1.49 | M. 19.1.79 | Agente di custodia | Vittima del terrorismo | La Città d Torino | perché non si dimentichi | chi sacrifica la vita | per la democrazia».
Affermazione incisa nella pietra che pare però contraddetta dai fatti. Il 19 gennaio 2023, alla commemorazione del 44° anniversario dell’uccisione di Giuseppe Lorusso, non erano presenti i rappresentanti della Provincia e della Regione e nemmeno del Comune di Torino.
La notizia appare ne La Stampa del 19 gennaio 2023 che riporta anche la dichiarazione di Leo Beneduci, Segretario Generale O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria): «È assolutamente inaccettabile che alla deposizione di una corona di alloro sulla lapide commemorativa di una Vittima del dovere, tali autorità fossero assenti. Oltre alla rabbia e al dolore per una inaccettabile dimenticanza che a nostro avviso accompagna e fa da cornice alla oramai costante e pubblica denigrazione nei confronti delle attività istituzionali degli appartenenti al Corpo, si fa appello al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, perché il tributo di sangue pagato negli anni bui del Paese dagli allora Agenti di Custodia oggi Polizia Penitenziaria, vittime di terrorismo spietato, non sia così vergognosamente negato e dimenticato».
(*) Lorenzo Cutugno, agente di custodia in servizio alle Nuove di Torino, viene ferito alle 7:30 dell’11 aprile 1978 in un agguato delle Brigate Rosse, all’ingresso del palazzo di lungodora Napoli 60 dove abita. Benché colpito da colpi di pistola, riesce a ferire uno degli attentatori con l’arma d’ordinanza. Interviene allora un terzo attentatore che, uscito dall’auto dove attendeva i complici, lo colpisce a morte.
© 2024 CIVICO20NEWS – riproduzione riservata