Tragico investimento in lungopò Antonelli
In lungopò Antonelli, nel tratto sterrato e alberato che corre lungo il fiume, di fronte al civico 77, si trova una aiuola delimitata da una bassa cancellata metallica che ospita un piccolo monumento commemorativo.
È dedicato alla memoria di due sorelline, Domenica, nata il 18 gennaio 1972, e Annalisa Cento, nata il 28 giugno 1975, tragicamente scomparsa il 27 settembre 1979.
L’incidente stradale che ha causato la loro morte è così narrato da La Stampa del giorno seguente:
Un’improvvisa frenata, un colpo secco, urla strazianti. Due bimbe giacciono sull’asfalto a pochi passi dal verde verso cui stavano correndo. Un uomo, il nonno materno, che le teneva fino a pochi istanti prima per mano, piange, si dispera. È l’ennesima tragedia della strada, accaduta ieri alle 16,30 in Lungo Po Antonelli 77.
L’investitore, alla guida di una «Renault 5» blu si è trovato le piccole davanti all’ultimo momento. Non è riuscito ad evitarle. Quando l’ambulanza le ha portate al pronto soccorso dell’ospedale infantile erano già morte. Si chiamavano Annalisa e Domenica Cento, di 4 e 5 anni e mezzo. Vivevano con i genitori, operai, e un’altra sorella più grande in un modesto alloggio di via Andorno 36. Domenica Cento, che avrebbe compiuto 6 anni a gennaio, frequentava già la prima elementare.
Racconta il nonno materno, Pasquale S.: «Le volevo portare in riva al Po. Non era la prima volta che venivano con me. Camminavamo fianco a fianco; poi, giunti all’incrocio tra via Rimini e Lungo Po Antonelli, le ho prese per mano. Non ho avvertito il pericolo, mi sono mosso, ma le creature mi sono scappate davanti e prima ancora che potessi gridare la macchina le aveva già trascinate lontano. Perché non ha ucciso anche me? Come faccio adesso?». Parla l’investitore. Domenico G., 21 anni, via Torino 20, Favria Canavese: «Non andavo forte. Avevo la visuale coperta da un furgone posteggiato a spina di pesce proprio davanti al punto dal quale sono sbucate le bimbe. Ho fatto di tutto per evitare di investirle».
Sul posto, fino a sera, vigili urbani e polizia hanno raccolto le testimonianze di chi aveva assistito all’incidente. Ma la gente è infuriata. […]
G. è stato denunciato a piede libero per duplice omicidio colposo.
Soltanto in serata il padre delle due bimbe uccise Filippo Cento, ha saputo dell’orribile disgrazia. Ha raggiunto la moglie e i suoceri in ospedale. Per tutta la notte i genitori e i nonni hanno pianto, disperati, sui corpicini delle due sorelline. Non riusciva a darsi pace il nonno, che ha continuato a ripetere: «Perché non sono morto anch’io con loro?».
Da allora è trascorso quasi mezzo secolo, ma il piccolo monumento pare aver superato la prova del tempo. Appare ben tenuto, forse per affettuoso intervento dei familiari e per quel rispetto che, nelle persone civili, viene destato dalla tragicità dell’episodio commemorato. Lo abbiamo ricordato nei suoi dettagli per farlo conoscere anche al difuori di Vanchiglietta, in modo che il monumento possa emergere nei suoi aspetti più coinvolgenti e toccanti e non essere ridotto a un mero elemento di arredo urbano.
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